Thread Ufficiale Unificato delle Discussioni Politiche Generali

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favorevole a Monti?

  • si

    Votes: 6 27,3%
  • no

    Votes: 14 63,6%
  • indifferente

    Votes: 2 9,1%

  • Total voters
    22
Servizi a prezzi stracciati
è la 'Ndrangheta delle nebbie


Coperti da una fitta coltre grigia gli affari delle 'ndrangheta a nord della Linea Gotica procedono indisturbati. Tra indifferenza e connivenze, le 'Ndrine hanno diversificato gli investimenti: edilizia, movimento terra, cooperative di facchinaggio, autotrasporto, locali notturni, gioco d'azzardo legale, subappalti, settore immobiliare e sanità. Un'invasione silenziosa di capitali che altera l'economia legale. Le imprese della 'ndrangheta fanno concorrenza sleale, offrono servizi a prezzi stracciati. A rimanere fuori dal giro dei subappalti sono le aziende che rispettano le regole, quelle che per esempio, al contrario delle aziende dei boss smaltiscono i rifiuti in maniera legale. Dall'Emilia al Piemonte, dalla Lombardia alla Liguria, le cosche dettano legge, lavorano nei cantieri pubblici, esprimono preferenze elettorali, entrano nei Comuni, chiedono licenze per aprire locali da imbottire con le video slot, l'ultima frontiera dei padrini in giacca e cravatta. Ma nelle terre della Resistenza la 'ndrangheta ancora per molti non esiste. Le sparatorie, gli omicidi, le intimidazioni rivolte anche ad amministratori locali, non creano clamore. E figuriamoci le collusioni politiche. Alleanze spregiudicate, mimetizzate tra la nebbia che sfuma i confini tra lecito e illecito. Nell'ultimo anno i Comuni liguri di Bordighera e Ventimiglia sono stati sciolti per 'ndrangheta. Anche il Comune di Desio, in Brianza, ha rischiato di "chiudere" per mafia. E poi ci sono Big della politica regionale come Massimo Ponzoni finiti in storie di corruzione sul cui sfondo si muove l'ombra delle 'ndrine brianzole. In Piemonte è stata inviata la Commissione di accesso per due Comuni, alcuni sindaci lombardi sono stati indagati, e anche in Emilia i Mammasantissima calabresi flirtano con la politica. Eppure per molti l'allarme è prematuro. Storie di ordinario negazionismo, "giù al Nord"

Timeline - Servizi a prezzi stracciati è la 'Ndrangheta delle nebbie - Inchieste - la Repubblica
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E' venuto il momento di fermare Bossi ?

Bossi, attacco choc: «Monti rischia la vita il Nord lo farà fuori». E' bufera
«Il premier e Berlusconi? Uno gratta, l'altro fa il palo»

Il Pd: squilibrio psichico. L'Idv: parla come i terroristi



ROMA - «Rischia la vita, il Nord lo farà fuori»: così il leader della Lega, Umberto Bossi, ha risposto stasera a Piacenza a chi gli chiedeva se Monti durerà anche dopo il 2013. Parole che hanno immediatamente suscitato reazioni sdegnate da varie parti politiche e sulle quali lo stesso Bossi è tornato, abbozzando una parziale marcia indietro.

«Monti antifederalista». «Il governo Monti - ha aggiunto Bossi - è antifederalista, dà retta solo alle banche e all'Europa».

«Monti e Berlusconi? Uno gratta e l'altro tiene il palo» dice Bossi commentando i rapporti fra il premier e il presidente del Pdl.

«Mandano i mafiosi al nord, prima o poi qualcuno li impicca». «Stanno riempiendo il Nord - ha detto Bossi - di mafiosi in soggiorno obbligato, prima o poi qualcuno si decide a impiccarli sulla pubblica piazza. Hanno mandato a Padova il figlio di un mafioso siciliano; come i miei figli sono leghisti, i figli dei mafiosi...».

«Spero che i miei figli non cantino l'inno». «Spero che non lo cantino i miei figli» ha detto Bossi commentando la proposta che ha trovato ampia convergenza alla Camera di istituire l'obbligatorietà dell'Inno di Mameli nelle scuole.

«Lega unita in campagna elettorale». Presentando la candidatura di Massimo Polledri a sindaco di Piacenza, dove la Lega correrà da sola, Umberto Bossi ha lanciato la campagna elettorale in vista delle amministrative di maggio e ha esortato il partito a mettere da parte i litigi. «La campagna elettorale - ha detto - deve vedere la Lega tutta unita, non con le storie e le beghe. Quel che è avvenuto ultimamente ci ha permesso di liberarci di un po' di gente che era lì solo a elemosinare il posto. Da domani dobbiamo tirare fuori i gazebo».

Donadi: Bossi parla come un terrorista. «Bossi parla come un terrorista - ribatte Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera - La violenza verbale del leader leghista ormai ha raggiunto vette pericolose e non basta giustificarlo perché non sta bene. I vertici della Lega prendano le distanze e smentiscano le parole truci e inqualificabili di Bossi che incitano alla violenza . Tutti i partiti e le istituzioni le condannino perché il confronto politico, per quanto aspro, non può e non deve travalicare i limiti dell'odio e dell'istigazione alla violenza».

Vendola: da Bossi parole violente, non è folklore. «Bossi usa un linguaggio inaccettabile in un consesso civile - dice Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà - Bisogna smetterla di considerare folklore l'uso di un linguaggio violento e intollerante da parte del leader leghista. Tanto più si manifesta la differenza di opinioni con il premier Monti, tanto più alto deve essere il rispetto della persona. A Monti va tutta la nostra più sincera e convinta solidarietà».

Pd: Bossi affetto da squilibrio psichico. «Le dichiarazioni incommentabili di Umberto Bossi sul presidente Monti, non lasciano spazio alcuno a considerazioni di tipo politico - dice Francesco Boccia, deputato del Pd - Il signor Umberto Bossi è chiaramente incapace di intendere e di volere. Certo, fa impressione prendere atto che questo signore, confuso e farneticante, negli ultimi anni abbia tenuto in scacco un intero Paese passando per il leader di una coalizione che a questo punto non esiste più. Ci auguriamo che dentro la Lega esista qualcuno sano di mente in grado di prendere le distanze da queste autentiche follie, segno di un evidente squilibrio psichico».

Bossi: «Minacce? E' Monti che minaccia noi». Bossi, commentando le notizie d'agenzia che riportavano le reazioni scatenate dalle sue parole, ha abbozzato una parziale marcia indietro. «Ho minacciato di morte Monti? È Monti che minaccia di morte noi... Ho detto che Monti nella testa dei padani non è ben visto perché ci porta la povertà e poi anche la mafia. I giornalisti travisano, non si smentiscono mai quelle teste di legno». A chi gli ha chiesto se la sua era una vera minaccia, ha infine risposto: «No... se devo fare una minaccia la faccio».

Lunedì 05 Marzo 2012 - 22:00 Ultimo aggiornamento: Martedì 06 Marz
 
hanno cassato sempre in tuo soccorso un thread sulle differenze di stile.

Mettevo a confronto due thread indovina quali ?
 
bossi cerca di catalizzare il voto di protesta nel suo partito
quindi lo rigira a Silvio dietro qualche concessione ...
 
“La Lombardia”, il Gran Consiglio della ‘Ndrangheta –

La sentenza del novembre 2011 con cui il Tribunale di Milano ha condannato 110 tra gregari e padrini della ‘ndrangheta certifica l’esistenza in Lombardia di un’organizzazione monolitica, fatta di almeno 15 “locali” sparsi tra la provincia di Milano, Como, Pavia, Lecco e Monza, organizzate attorno a un vertice, una struttura che gli ‘ndranghetisti chiamano “la Lombardia”. Alcuni pentiti ne avevano parlato già negli anni ’80. Funziona come un Consiglio di amministrazione che sovraintende alle politiche economiche delle singole ‘ndrine. Alla “ Lombardia” corrisponde l’organo di comando calabrese: la “Provincia” o “Crimine”, il vero cuore e cervello della ‘ndrangheta mondiale. Della “Provincia” fanno parte i Padrini delle cosche della provincia di Reggio Calabria. “Provincia” e “Lombardia” vivono in simbiosi. Le decisioni strategiche sono discusse in seduta comune
 

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