TI CAMBIANO ANCHE LE COSE CHE NON SUCCEDONO

Non discutere mai con persone stupide. Essi vi trascinerà fino al loro livello e poi battere con esperienza.
-Mark Twain

"ci sono due modi per essere ingannati. Uno è quello di credere ciò che non è vero; l'altro è quello di rifiutare di credere a ciò che è vero.
-Soren Kierkegaard
 
Secondo Repubblica a Pietracamela (Teramo), invece, "con 271 abitanti, ci sono 4 auto di cui 3 con autista».

Il sindaco del paesino abruzzese perennemente sotto organico, Michele Petraccia (40 anni) dice risentito:

«Non solo non ho nessuna auto blu ma nessuno dei 3 dipendenti (in tutto) a tempo pieno del Comune ha la mansione di autista».

I 4 mezzi a cui fa riferimento Repubblica sarebbero

«a una vecchia Suzuki Ignis in uso sia all'ufficio tecnico che all'unico vigile urbano;
un vecchio Mitsubishi pick-up, usato dall'unico operaio;
un furgone Iveco Daily cassonato, usato dallo stesso operaio per caricare materiali più ingombranti;
un furgone Fiat Ducato per il trasporto persone, usato dalla protezione civile durante i rilevamenti post sisma 2009 e donatoci dalla Regione Abruzzo.
Volendo si potrebbe aggiungere anche una vecchia ruspa».

Detto questo il sindaco si chiede «dove sia finito il dovere giornalistico di verificare le fonti prima di divulgare una notizia»
e se sia «tutto lecito quando non si sa cosa scrivere ma si vuole fare per forza clamore».
 
Non è il mio politico di riferimento, parla parla parla, straparla straparla straparla, però è l'unico che
ha le palle ( e le balle) per cercare di tener testa a degli inetti che gestiscono l'europa come
fosse una società finanaziaria ....dove si fanno i buchi.

La giornata era iniziata con un coro di fischi al “piano industriale per l’Italia” messo nero su bianco da Renzi nel libro Avanti, in uscita tra due giorni.
Se il portavoce di Jean Claude Juncker si è limitato a un gelido “non commentiamo le parole di persone al di fuori della cerchia di governo”,
il presidente dell’Eurogruppo e il commissario agli affari economici Pierre Moscovici sono invece entrati nel merito.

“Stare al 2,9% sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme”,
ha risposto Dijsselbloem a chi gli chiedeva un commento alle proposte renziane.
“Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci, ma non possiamo unilateralmente dire “le regole non sono per me quest’anno e per i prossimi cinque””,
ha aggiunto. “Questa non è una decisione che una nazione può prendere da sola”.

Ho grande rispetto per i commissari europei che siano o meno d’accordo con ‘back to Maastricht’, ma
“quando arriveremo a discutere di questa soluzione in Europa non potranno che dire di sì”, ha sostenuto.

Poi è passato agli attacchi personali contro Dijsselbloem, “l’olandese che diceva che gli italiani spendevano i soldi della flessibilità in donne ed alcool“.
“Io gli spiegai che le donne noi non le paghiamo, a differenza di alcuni di loro”.
Con lui, secondo l’ex premier, “abbiamo una battaglia aperta”.
Peraltro, ha rincarato, non è molto amato in patria visto che “alle sue elezioni ha preso il 5%”.

Secondo Renzi, Dijsselbloem ha “un pregiudizio“, come “alcuni dirigenti europei”, e “non si rende conto che di fiscal compact e austerity l’Europa muore”.
 
zitti zitti quatti quatti, si sistema tutto.

Alle fine Vincenzo De Luca ha ottenuto la poltrona che inseguiva da mesi.
Il governatore è il nuovo commissario alla sanità della Regione Campania.

Il presidente a questo punto assumerà una doppia veste: in quanto commissario controllerà se stesso,
visto che non ha mai nominato un assessore alla Sanità, tenendo per lui la delega.

La notizia è stata confermata da fonti della Regione e arriva a quattro mesi dalle dimissioni di Joseph Polimeni.
L’uomo nominato dal Governo per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Campania aveva lasciato l’incarico il 22 marzo scorso.

Da allora la sanità campana non ha una guida
 
Buongiorno. Argomento delicato. Da affrontare con lucidità di pensiero. Liberi da ogni e qualsiasi dipendenza politica.
Secondo il mio punto di vista, la libertà di pensiero ed espressione, è sacrosanta.
E naturalmente applicata anche come "informazione". Perchè non bisogna avere paure e timori nel parlare del passato.
Tutti abbiamo un passato, dal quale attingere per cercare di evitare o limitare errori futuri.

Si sta dibattendo su questa iniziativa di legge :

Che cosa dice la legge Fiano
Le condotte penalmente rilevanti sono individuate:

nella propaganda di immagini o contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie,
anche solo mediante la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni che raffigurino persone, immagini o simboli chiaramente riferiti a tali partiti o ideologie;

nel richiamare pubblicamente la simbologia o la gestualità del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco ovvero delle relative ideologie.

Costituisce aggravante del delitto (aumento di un terzo della pena) la propaganda del regime fascista e nazifascista commessa attraverso strumenti telematici o informatici.
L’aggravante riguarda quindi sia i siti internet con contenuti di propaganda delle ideologie fasciste e nazifasciste sia il merchandising online dei gadget
e degli altri beni chiaramente riferiti al partito e all’ideologia fascista o nazifascista.
 
Cito ad esempio. Non credo - per quanto ne so io - che l'Istituto Luigi Sturzo - EDU - sia da considerare di emanazione fascista.
Sul sito troviamo un esempio di queste informazioni che sono "cultura" "conoscenza", non certo propaganda.

Uno degli obiettivi del fascismo sul piano della organizzazione economico-sociale dello Stato era la realizzazione di un sistema in grado di attenuare i contrasti tra capitale e lavoro al fine di armonizzare gli interessi dei diversi gruppi sociali e arrivare al superamento della lotta di classe. Questo indirizzò trovò una articolata elaborazione teorica in un documento dal titolo Carta del lavoro, emanata il 21 aprile 1927, che si ispirava ai seguenti principi basilari: la collaborazione tra le classi; la preminenza dell'iniziativa privata sull'intervento dello Stato; la contrattazione sindacale sulla base del sindacato unico; la magistratura del lavoro per la soluzione dei conflitti; il ricorso agli uffici di collocamento statale per l'assunzione dei lavoratori.

A partire dal 1925, con l'avvento di Giuseppe Volpi al ministero delle Finanze, cominciarono a pesare negli indirizzi economici del governo Mussolini nuovi orientamenti, che tendevano da un lato a favorire il potere d'acquisto della piccola e media borghesia, messo in pericolo dalle spinte inflazionistiche, e dall'altro a rafforzare il prestigio internazionale dell'Italia. Si deve a questo orientamento la decisione di Mussolini, annunciata in un discorso tenuto a Pesaro il 18 agosto 1926 (il discorso di "quota novanta"), di rivalutare il valore della lira rispetto alle altre divise estere equiparate all'oro. In particolare, con legge del 21 dicembre 1927 il valore della sterlina venne equiparato a 92,45 lire italiane, mentre il cambio del dollaro venne fissato a 19 lire. Gli effetti della rivalutazione forzata della lira furono diversi, favorendo il potere d'acquisto dei lavoratori a reddito fisso senza frenare le tendenze espansive di alcuni settori della grande industria in espansione, quali i gruppi elettrici, chimici e tessili. Conseguenze negative subirono invece quei settori (meccanici, automobilistici, delle sete artificiali, alimentari, ecc.) che producevano in gran parte anche per l'esportazione, che a seguito dell'aumento dei prezzi subirono consistenti contrazioni. Tuttavia la maggiore industria automobilistica, la Fiat, riuscì a superare le difficoltà grazie al rafforzamento del mercato interno e alla politica di sviluppo delle infrastrutture stradali e autostradali che favorì l'avvio della motorizzazione del paese.

Nel settore agricolo la politica del fascismo, ispirata dal ministro Serpieri, orientò i suoi obiettivi verso un aumento della produzione (tenendo conto che gli acquisti di grano all'estero costituivano il 15% del totale delle importazioni italiane); verso la cosiddetta "bonifica integrale", tendente a recuperare superfici agrarie improduttive attraverso opere di bonifica e di valorizzazione; infine, obiettivo del fascismo era la tranquillità sociale nelle campagne, favorendo, in particolare, quelle forme di conduzione agricola meno conflittuale tra capitale e lavoro, quali il piccolo affitto, la mezzadria e la colonia, cercando di favorire la riduzione del bracciantato agricolo e l'aumento della piccola proprietà

Le conseguenze che sia il settore agricolo che industriale subirono a seguito della crisi del 1929, che, tra l'altro, mise in pericolo il sistema bancario italiano, portò il governo a realizzare un intervento diretto dello Stato nella vita economica del paese. Nel novembre 1931 venne creato l'Istituto Mobiliare italiano (IMI), con il compito di integrare l'attività creditizia a favore delle industrie. Successivamente, il 23 gennaio 1933 venne creato l'Istituto per la Ricostruzione industriale (IRI), guidato da un gruppo di dirigenti qualificati, quali Alberto Beneduce e Donato Menichella, con l'obiettivo di sostituirsi alle grande banche nel sostegno alle imprese industriali in difficoltà, procedendo al salvataggio e alla riorganizzazione di numerose aziende.

L'IRI assunse il controllo delle più grandi banche e di numerose imprese industriali. Nel 1936 l'IRI divenne un ente permanente dello Stato con uno stanziamento di 285 milioni annui. Tra il 1936 e il 1942, l'Istituto riuscì a controllare il 44% del capitale azionario italiano, assorbendo e gestendo importanti industrie del settore meccanico, siderurgico e cantieristico. Alla fine degli anni Trenta l'IRI controllava il 77% della produzione di ghisa, il 45% di acciaio, il 75% della lavorazione dei minerali di ferro. L'IRI gestiva anche alcune società elettriche e le principali aziende telefoniche (quali la Sip) e il 90 % delle linee di navigazione.
 
Queste righe sono da considerare "propaganda di contenuti propri del partito fascista" ?

Beh allora non si potrà più discutere di Tutela del lavoro di donne e fanciulli, Tutela di maternità ed infanzia,
Assicurazione ospedaliera per i poveri, Assicurazione contro la disoccupazione, Assicurazione contro l'invalidità e la vecchiaia,
Contratti collettivi di lavoro, Magistratura del lavoro ed altro ancora

Tutti provvedimenti varati in quegli anni.

Io non ho paura del passato. Quando il passato mi informa su un "qualcosa" che sto utilizzando nel presente.
 
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