Titoli & commodities al vaglio 2010

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti......


Possibili dei consolidamenti, ma Piazza Affari può crescere ancora 22.10.2010 21:22

Di seguito riportiamo l’intervista sull’indice Ftse Mib e su alcune delle blue chips quotate a Piazza Affari, con domande rivolte a Carlo Corradin, Analista di B&SJoint. www.bsjoint.com.


L’indice Ftse Mib si è riportato a contatto con i massimi di inizio agosto poco sopra i 21.600 punti. Ritiene probabile una violazione di questo livello nel breve e quali implicazioni avrebbe un evento simile?

L’indice Ftse Mib ha anche aggiornato i massimi del 3 agosto scorso a 21.633 punti, raggiungendo nella sessione di ieri un top in area 21.770, salvo poi riportarsi al di sotto di questi valori.
C’è da dire che se uniamo i massimi decrescenti a partire da un anno, ossia quelli di ottobre 2009, gennaio e aprile 2010, troviamo una resistenza dinamica molto importante per il nostro indice proprio in quest’area. Stiamo parlando quindi di un anno di consolidamento e l’andamento del Ftse Mib viene inquadrato in un canale con una tendenza decrescente, caratterizzato da massimi e minimi decrescenti. Negli ultimi 2/3 mesi, a partire da giugno, si sono creati tre minimi e due massimi crescenti e se il Ftse Mib riuscirà a superare l’area dei 21.600, allora avremo conferma del fatto che la nostra Borsa forse avrà trovato una buona intonazione.
Con un segnale di forza sopra i 21.750/22.000, potremo ritenere il Ftse Mib al di fuori delle sabbie mobili e iniziare a ragionare su livelli di prezzi più alti. Mi riferisco ai 23.500/24.000 punti, per poi guardare ai 24.500 nella migliore delle ipotesi, anche se si tratta di livelli piuttosto distanti, anche in ragione della difficoltà con cui l’indice guadagna terreno.
Ricordiamo che i mesi che ci separano dalla fine dell’anno sono solitamente favorevoli a movimenti ascendenti e in
quest’ottica il movimento che ha fatto il Dax è molto significativo. L’italia, che è un Paese che spesso va al traino dell’economia tedesca, potrebbe trarre notevole beneficio da quello che sta accadendo.
La discriminante è quella del settore bancario e se questo comincerà ad inviare segnali di rafforzamento, sicuramente il nostro mercato sarà tra quelli da seguire con maggiore interesse.
Non sono da escludere nel frattempo possibili consolidamenti e qualora il Ftse Mib dovesse tornare verso i 21.000 punti, la discesa sarà da cogliere come occasione per nuovi acquisti, con obiettivo i 23.000 punti.
Difficilmente dovrebbero essere ceduti i 21.000/20.750, ma se si dovesse scendere al di sotto di quest’ultimo livello si andrebbe a mettere in discussione il quadro tecnico appena tracciato.

Quali considerazioni si possono fare sull’attuale situazione degli indici americani che confermano un’intonazione positiva?

Come sempre parliamo dell’indice S&P500, il più rappresentativo, arrivato ad un passo dei 1.190 punti, ultima barriera prima di un ritorno sui massimi dell’anno in area 1.220 punti. Arriviamo da oltre un mese e mezzo di crescita quasi ininterrotta e potranno anche verificarsi dei consolidamenti. In tal caso l’area da monitorare sarà quella dei 1.135-1.125 punti, dove si potranno attivare degli acquisti in vista di un ritorno sui massiim dell’anno.
Al di sotto dei 1.125 punti l’attenzione si sposterà sui 1.100 punti, il raggiungimento dei quli però appare poco probabile per il momento.

Prima ha dichiarato che a fare la differenza a Piazza Affari saranno i bancari. Consiglia di puntare sui titoli del comparto ora? A quali guarda in particolare?

E’ reduce da una buona performance Ubi Banca che era tra quelli graficamente
più favoriti alla fine dell’estate. Con consolidamento dei 7/7,4 euro a settembre, si sono avuti recuperi che hanno spinto il titolo in area 8 euro, cioè ad un passo dalla media mobile a 200 periodi. Sarà qui che si giocherà la possibilità di prosecuzione verso l’alto e crediamo che tra li 8,2 e gli 8,4 euro ci sarà un braccio di ferro tra forze rialziste e ribassiste. La violazione di area 8,4 euro attiverà una figura di doppio minimo che avrebbe come obiettivo finale di prezzo l’area dei 10/10,4 euro.
Sui livelli attuali Ubi Banca è da alleggerire per capire come si comporterà in prossimità delle resistenze citate prima. Eventuali acquisti saranno da considerare o su ritracciamenti verso 7,5 euro o in caso di rottura di area 8,4 euro.

Interessante anche Intesa Sanpaolo che è tra quelli che hanno meglio performato nel settore bancario durante l’ultimo mese e mezzo. Varcata la soglia dei 2,5 euro, dove a inizio ottobre transitava la media mobile a 200 periodi, è riuscito nelle ultime sedute ad allungare anche oltre i massimi di agosto. Segnale positivo che conferma la serie di massimi e minimi crescenti, requisito base di una tendenza positiva di medio periodo.
La strategia migliore sarebbe ora quella di realizzare acquisti in più tranche in caso di ritracciamento fino ai 2,5 euro, tenendo presente che le posizioni andranno chiuse qualora il titolo dovesse scendere sotto i 2,35 euro, ma sopra i 2,5 euro si potranno mantenere con obiettivo i 2,9/2,95 euro.

Unicredit da parte sua mantiene buone potenzialità per tornare a quota sui 2,2/2,25 euro visti ad inizio agosto. Certo che i problemi legati alle dimissioni di Profumo, insieme alla scelta dei nuovi vertici, non stanno aiutando il titolo. Fino a quando però Unicredit riuscirà a mantenersi sopra 1,8 euro,
avrà maggiori probabilità di muoversi al rialzo piuttosto che al ribasso.
La nostra idea è che Unicredit sia da acquistare in area 1,8/1,85 euro, con obiettivo i 2,05 euro, per poi individuare il target successivo sui 2,23/2,25 euro.

Nelle ultime sedute, grazie alla spinta dei risultati trimestrali, Fiat ha superato anche l’area dei 12 euro. La corsa al rialzo è destinata a proseguire nel breve?

Sicuramente il titolo ha camminato parecchio ed entrare sui prezzi attuali è un po’ pericoloso, motivo per cui è meglio attendere una fase di ritracciamento/consolidamento. Varcare i 12,2/12,3 euro non sarà facile, ma se il titolo dovesse riuscirci offrirà l’opportunità di costruire posizioni perchè evindenzierà grande compattezza da parte delle forze rialziste.
Se invece Fiat dovesse ritracciare, come è probabile, l’area degli 11 euro è la migliore dove iniziare a costruire posizioni. Sarà importante vedere però anche come ci si arriva su questi livelli di prezzo, perchè se il movimento sarà violento, sarà il caso di essere prudenti. L’eventuale cedimento anche di area 11 euro costringerebbe a spostare l’attenzione sulla soglia successiva dei 10,5 euro.

STM si sta spingendo nuovamente in direzione dei 6 euro. Consiglierebbe di acquistare il titolo sui livelli attuali?

C’è da dire che Nokia, uno dei maggiori clienti di STM, ha dato buoni segnali e in generale il settore della telefonia mobile e dei semiconduttori è stato molto attivo nelle ultime trimestrali. Quello che vediamo per STM è un’oscillazione tra i 5,35 e i 5,7 euro che va inquadrata per il momento con una fase di consolidamento e di riaccumulazione che aspetta la trimestrale per esprimersi.
Vista la capacità del titolo di dare vita a dei movimenti anche consistenti, è
preferibile non azzardare l’apertura di posizioni prima che STM diffonda i conti del terzo trimestre la prossima settimana. Con la riconquista di area 6/6,1 euro il titolo potrebbe spingersi verso i 6,35/6,4 euro, dove avremo un primo importante test per la tendenza di medio periodo.
Per il breve già sopra i 5,85 euro si potrebbe tentare un acquisto che sarà preferibile chiudere già al raggiungimento dei 6,1 euro.
 
Piazza Affari: le attese per la seduta di lunedì 25 ottobre 22.10.2010 22:08

La settimana si è conclusa con una seduta debole per le Borse europee che dopo aver tentato a più riprese di proseguire lungo la via dei guadagni, sono state costrette a fermarsi poco sotto la parità. Mentre il Dax30 ha limitato i danni ad un calo frazionale dello 0,08%, sono rimasti più indietro il Cac40 e il Ftse100 che sono scesi rispettivamente dello 0,25% e dello 0,29%.
Leggermente più ampio il ribasso di Piazza Affari che anche quest’oggi ha mostrato una minore forza relativa rispetto agli altri mercati europei. Il Ftse Mib è stato fotografato in close a 21.536 punti, con una flessione dello 0,37%, dopo aver toccato un massimo a 21.629 e un minimo a 21.500 punti. Malgrado il calo odierno, l’indice è riuscito a chiudere la settimana con un bilancio positivo visto che nelle ultime cinque sedute ha guadagnato il 2,25% rispetto ai valori di chiusura di venerdì scorso.
Grazie alla tenuta di area 21.000, l’indice è riuscito a spingersi ancora in avanti, raggiungendo proprio ieri i massimi toccati il 3 agosto scorso a 21.633 punti. Questo livello è stato frazionalmente superato e avvicinato nuovamente quest’oggi, senza tuttavia essere riconquistato.
L’area dei 21.650/21.700 costituisce un importante livello e dalla sua rottura o meno dipenderà il destino del mercato nel breve periodo. Se il Ftse Mib non sarà capace di andare oltre i massimi di agosto, si profilerà il rischio di un doppio massimo che almeno nel brevissimo costringerà ad un ripiegamento prima di nuove salite.
Una conferma in questa direzione si avrà con la tenuta di area 21.650/21.700 e con ritorni al di sotto dei 21.500, preludio ad un ritracciamento verso 21.300/21.200 prima e i 21.000 in seguito. Da questo livello si potrebbero riattivare gli acquisti, ma se ciò non dovesse accadere allora saranno
da mettere in conto ripiegamenti più ampi verso i 20.800 e i 20.500, guardando ai 20.000 nella peggiore delle ipotesi, anche se il raggiungimento di quest’ultimo livello appare poco probabile almeno per ora.
Con la rottura rialzista di area 21.650/21700, l’indice si garantirà spazi di crescita per almeno 1.000 punti, con primo obiettivo l’ostacolo dei 22.000 dove si andrà a chiudere un gap-down lasciato aperto a fine aprile.

Per la prima seduta della prossima settimana si segnala sul fronte macro Americano l’indice CFNAI di settembre. Ancor più importante sarà l’aggiornamento relativo alle vendite di case esistenti che a settembre dovrebbero attestarsi a 4,3 milioni di unità, in crescita rispetto ai 4,13 della rilevazione precedente.
Sempre per lunedì sono attesi i discorsi di diversi membri della Banca Centrale americana e si tratta in particolare di James Bullard, presidente della Fed di Saint Louis, di William Dudley, presidente della Fed di New York e di Donald Kohn, ex vice presidente della Fed. A prendere la parola sarà anche Ben Bernanke, numero uno della Federal Reserve.
Sul versante societario, si segnala Texas Instruments che dopo la chiusura di Wall Street alzerà il velo sui conti del terzo trimestre, dai quali ci si attende un utile per azione di 0,69 dollari.

In Europa si segnala un solo dato macro e si tratta degli ordini all’industria che ad agosto dovrebbero mostrare una variazione positiva del 2%, in netto recupero rispetto al calo dell‘1,8% precedente.

A Piazza Affari saranno da seguire i titoli del settore petrolifero dopo che i prezzi dell’oro nero si sono riportati a poca distanza dall’area degli 82 dollari al barile.
Tra le blue chips segnaliamo Luxottica che sarà chiamata a presentare i risultati del terzo trimestre.
Sotto i riflettori ancora STM in attesa dei conti che saranno diffusi in serata da Texas Instruments.
Guardando ai titoli a minore capitalizzazione segnaliamo Yorkville BHN nel giorno in cui si riunirà l’assemble straordinaria del gruppo.
 
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...se in 3 di 5 ha corretto poco in 2 ...se non è 2 ma estensione ...scende bene ...altrimenti continua la 3 e poi fa una buona 4
...se 2 irregolare di 5 ...risale in c il minimo e scende in 3 potente ...oppure risale in c bene

...la tre per far bene i numeri dovrebbe fare una chiusura sotto la gialla ...a meno di troncature


...forse :cool: ...è gaz :D

giorno a tutti,
la gialla è già out?
 
che vergogna:titanic:

'Fiat potrebbe fare di piu' se potesse tagliare l'Italia'. E' quanto ha detto l'ad del Lingotto Marchionne ospite a 'Che tempo che fa', condotto da Fabio Fazio. Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia. Fiat non puo' continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre'. Quanto a un suo ingresso in politica Marchionne ha detto: 'Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori'.


giorno metiuz
 
Mercati: i dati macro italiani ed esteri di oggi
MILANO (MF-DJ)--Questi i dati macro-economici attesi per oggi sulla basedelle indicazioni dell'Ufficio Studi e Analisi Finanziaria di Banca Imi:
LUNEDI' 25 OTTOBRE

*EURO-16: 11h00 - ordini industria agosto (precedente: -1,8% m/m, +11,7% a/a; consenso: +2% m/m)

*USA: 16h00 - vendite unita' abitative esistenti settembre (precedente: +7,5% a 4,13 mln unita' previsione: 4,2 mln; consenso: 4,3 mln) *Discorso di Christine Cumming, vice presidente della Federal Reserve di New York (14h00) *Discorso di Ben Bernanke, presidente della Fed (14h30) *Discorso di James Bullard, presidente della Fed di Saint Louis (19h30) *Discorso di William Dudley, presidente Fed di New York (22h30) *Discorso di Donald Kohn, ex vice presidente Fed (23h15)ste/lca(fine)
 
che vergogna:titanic:

'Fiat potrebbe fare di piu' se potesse tagliare l'Italia'. E' quanto ha detto l'ad del Lingotto Marchionne ospite a 'Che tempo che fa', condotto da Fabio Fazio. Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia. Fiat non puo' continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre'. Quanto a un suo ingresso in politica Marchionne ha detto: 'Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori'.


giorno metiuz

buongiorno a te Mat....

Questa mi mancava... il futuro di Fiat in Italia lo vedo sempre più grigio...

E lo stato italiano, cioè noi, continuiamo a dargli dei soldi e questi tra un pò se ne andranno... bella roba....

Sicuramente un pò di colpa ce l'abbiamo anche noi dipendenti del settore. mah.... non sò che dire....
 
Chi si aspettava che dal G20 tenutosi durante il week end in Corea del Sud tra i ministri delle finanze dei Paesi a più alta industrializzazione potessero arrivare degli accordi concreti è rimasto deluso, ma siamo sicuri che, in fondo in fondo, nessuno si aspettasse veramente qualcosa di concreto. Il che, non è da biasimare, purtroppo non si sa quale sia la strada migliore per appianare tutte le tensioni che si stanno vivendo, soprattutto sul mercato valutario. Il problema principale, sappiamo tutti qual è: evitare di arrivare a quello che, molte testate d’analisi e d’informazione stanno ormai descrivendo come una “ guerra valutaria”. C’è chi sostiene essa sia già in atto e chi crede che sia imminente; quello che ci sentiamo di dire a riguardo, è che i termini utilizzati world-wide per descrivere questa situazione, non ci piacciono, in quanto descrivono situazioni che sono portate ad auto realizzarsi, nel momento in cui i problemi sono portati all’attenzione di tutti. E’ psicologia fine, che fa sì che chiunque (non in grado di formarsi un’idea precisa, che magari va controcorrente a causa del fatto che l’analista macroeconomico non sia il mestiere principale effettuato) legga i commenti che ultimamente girano sui giornali, sia portato a credere che quello che sta leggendo prima o poi avverrà. Allora cosa succede? Si comincia ad infondere qualche speranza che durante il meeting del G20 possano venire trovati degli accordi che possano contrastare il nuovo pericolo imminente ed il risultato è che di concreto, come detto, non si è detto proprio nulla se non frasi di circostanza del tipo: “bisogna evitare le svalutazioni competitive”. Grazie per il vostro impegno, è proprio quello di cui avevamo bisogno, questo è il primo commento che ci verrebbe voglia di fare, ma poi, ad una più attenta riflessione capiamo che più di tanto non si sarebbe potuto fare in un momento come questo.

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GbpUsd – grafico 60 minuti

Siamo tutti d’accordo quando diciamo che la recente volatilità sul mercato dei cambi ha reso ancora più evidente quanto siano al limite i rapporti nonché gli equilibri tra gli Stati Uniti, la Cina e le relative valute. Con ovvi effetti su tutte le altre valute ed economie. È ormai chiaro che in un mercato globalizzato tutti i partecipanti debbano confrontarsi ad armi pari. In questo momento ciò non è possibile perché lo Yuan cinese non è liberamente scambiabile: ma siamo sicuri che una sua libera fluttuazione (o una rivalutazione forzatamente veloce) sia una soluzione percorribile? Facciamo un quadro della situazione: gli Usa importano diversi beni dalla Cina il che significa che il consumatore americano è più propenso ad acquistare prodotti cinesi piuttosto che domestici. L’effetto di tale scelta del consumatore si ripercuote sulla disoccupazione interna e sullo squilibrio dei conti con la Cina. Una rivalutazione dello Yuan potrebbe essere quindi un rimedio: il costo del prodotto cinese in Usa aumenta e quindi il consumatore sceglie il prodotto domestico riequilibrando la bilancia con la Cina e migliorando la situazione occupazionale interna. Ma c’è un ma: molta produzione di aziende statunitensi è stata spostata proprio in Cina e quindi una svolta importante verso un rafforzamento dello Yuan provocherebbe un contrasto all’interno degli interessi degli Usa stessi. Di qui i’impossibilità di qualsiasi manovra con impatti nel breve periodo. La Cina è riluttante a realizzare un tale scenario perché le implicazioni sarebbero enormi ed in grado di modificare seriamente l’infrastruttura economica costruita negli ultimi 20 anni: minori esportazioni verso gli Usa e gli altri partner commerciali, rafforzamento della propria moneta e svalutazione degli asset denominati in dollari (quindi sia le riserve valutarie che tutte le altre attività). Qualsiasi decisione verrà presa per riequilibrare questa situazione di sostanziale stallo nei rapporti USA - Cina dovrà a nostro parere essere condivisa da tutte le potenze economiche globali pena un’assoluta inefficacia e probabilmente un maggiore disequilibrio mondiale. Le cose certe restano due adesso: la prima è che la Fed procederà con un programma di QE (c’è che dice pari a 2.000 miliardi di dollari, con una probabile prima tranche di 500 miliardi a partire da Novembre) e questo sta pesando fortemente sulle sorti del dollaro, la seconda è che l’euro sta guadagnando molto terreno a livello globale sulla scia della BCE, che in tutta questa vicenda, sta giocando un ruolo marginale, visto il suo commitment verso il controllo dell’inflazione (anche se, nelle ultime settimane, Trichet si è mostrato, a nostro parere, lievemente a sostegno della crescita quando ha effettuato delle dichiarazioni discordanti rispetto a Weber, che voleva cominciare a fermare i programmi di acquisti di asset in essere, dagli scorsi aiuti monetari).
Incominciamo la sezione dedicata all’analisi tecnica alla ricerca di qualche cambiamento di rotta o maggiore indicazione per la giornata entrante.
Il cambio eurodollaro ha approfittato della rottura notturna di 1.3975 per accelerare di più di mezza figura e riportarsi nei pressi del precedente massimo statico a 1.4050, visto la settimana passata. Il supporto su cui si fonda questo movimento si è allontanato (1.3870) e per il momento dobbiamo accontentarci di un più vicino 1.3975, confermato da 3 precedenti massimi e dalla trendline inclinata positivamente con origine venerdì mattina.
Continuiamo a vedere un dollaro yen incerto e sotto pressione. A fatica siamo giunti sino a 81.50 venerdì in chiusura di settimana, salvo poi assistere ad una nuova discesa che ha riportato i prezzi molto vicini all’area di supporto di 80.80. La tendenza rimane ancora a ribasso con potenzialità di raggiungere il minimo storico nei prossimi giorni. La trendline infatti che guida la discesa da un mese (all’interno di una tendenza ribassista ancora più di lungo periodo) continua la propria corsa e solamente un ritorno dei prezzi al di sopra di 81.30 prima e di 83 figura poi crediamo potrà portare ad una decisa inversione della tendenza.
Come accade da un paio di settimane almeno il grafico di EurJpy ricalca perfettamente quello del cambio eurodollaro. In questo caso i livelli da considerare importanti oggi sono il massimo precedente a 114, mentre un buon livello di supporto potrebbe trovarsi a 113 figura (evidente collegando i minimi da settimana scorsa).
Vediamo ora come sta evolvendo la situazione del cable, dopo che è stato perfettamente messo a segno un preciso triplo minimo a 1.5650. La forza della ripresa da questo livello (molto chiaro su grafico orario) ha infatti fornito uno spunto di salita di una figura abbondante, soprattutto permettendo ai prezzi di rompere quella linea di tendenza negativa che stiamo seguendo da un paio di giorni. Il prossimo punto obiettivo nel breve si trova poco al di sopra di 1.58 figura, mentre il più ambizioso per la giornata di oggi è dato da 1.5875.
Il cambio GbpJpy rimane ancora in zona a rischio. Siamo ancora sul livello di supporto importante di 127.30, con il rischio estensione a ribasso verso 126.70 da un momento all’altro. Sarà importante capire ancora una volta se il profondo sbilancio nelle posizioni a favore di una ripresa non inneschino invece, sotto questi livelli, un movimento ribassista ancora più profondo.
L’euro, nei confronti della sterlina, continua la propria corsa in salita. Considerando importante il supporto a 0.8850, crediamo possano essere raggiungibili i due estremi di 0.9030 ed il più ambizioso 0.9130.
 

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