Trading Bar 2011 by gli amici di Windjets

Matley, se avrò poco tempo da dedicare al trade sicuramente non è per la motivazione che hai lasciato intendere a chi con occhi esterni legge i tuoi post.
Ho ben altre motivazioni personali che mi portano a seguire sporadicamente la borsa tanto da non poterne garantire con assiduità gli interventi.
Sicuramente la borsa non chiude domani e quello che oggi sembra nero domani potrebbe non esserlo, di occasioni ce ne sono e ce ne saranno, basta saperne cogliere i corretti segnali direzionali, ma ti pregherei nel prosieguo, vivamente di proporti nell'ottica di una maggiore cautela quando posti pubblicamente mei spunti di riflessione , che al momento devono essere ancora studiati e testati, proprio xkè il frangente è molto delicato e non tutti possono seguire una op di breve o medio o lungo di che si voglia, op che ancora dovrà manifestarsi e di cui al momento non v' è nessuna certezza.

ciao fiore,
non si parlava di poco o molto tempo da dedicare al trade...
si parlava dell'eventualità di accumulare minus o di congelare posizioni...
Non mi sembra di aver lasciato intendere nessuna motivazione... Dove hai colto questa sfaccettatura?


Chiedo venia per ogni eventuale imprecisione o incauto fraintendimento manifestato non per cattiveria ma per generosità.
 
Tesi choc: all'Italia conviene uscire dall'euro. Ecco perché

Di Gianni Pardo

Se un’impresa è in difficoltà l’imprenditore si chiede che cosa gli convenga fare: contrarre mutui a tassi altissimi, dal momento che anche le banche conoscono la difficile situazione della società, o dichiarare fallimento, contentandosi di non perdere di più di quello che ha già perso? Lo schema vale anche per l’euro. Fino ad oggi ci si è posto solo il problema delle condizioni del salvataggio, per esempio della Grecia. Da un lato essa deve fare questo e quello, dall’altro i Paesi che se lo possono permettere devono fare questo e quell’altro. Ma perché non considerare anche costi e ricavi del fallimento? I governanti si esprimono come se considerassero una bestemmia l’ipotesi della fine dell’euro ma a livello popolare l’ipotesi circola molto e crea problemi politici.

In Paesi come la Germania o l’Olanda troppi si chiedono perché mai dovrebbero ripianare i debiti di nazioni spensierate come la Grecia, la Spagna o l’Italia, e ciò che non si osa sussurrare nelle cancellerie viene gridato ad alta voce nelle osterie. Magari da voci rese impastate dalla birra. L’ipotesi dell’uscita volontaria dall’euro è la meno importante, perché la meno appetita. Secondo Federico Fubini, del Corriere della Sera, che riferisce uno studio dell’Ubs(1), nel caso di Atene “ogni greco pagherebbe tra 9.500 e 11.500 € il primo anno e 3-4.000 € negli anni successivi, [costi] notevolmente superiori ai sacrifici dell’austerità”.

Si vada dunque all’ipotesi delle Kneipe tedesche. La volontà degli ubriachi di non pagare per gli altri è certamente ragionevole ma bisogna vedere se conviene economicamente. Secondo l’Ubs, “il costo della fine dell’euro per un contribuente tedesco o olandese sarebbe otto o dieci volte più alto del più caro dei salvataggi”, quanto meno nel primo anno seguente la rottura. Ma questo calcolo potrebbero essere aleatorio. Più serie e difficilmente contestabili sono le osservazioni che seguono.

Eliminando l’euro, “La moneta dei Paesi periferici si svaluterebbe di circa il 60%, come accaduto ai pesos argentini dopo la fine della parità con il dollaro. Come in Argentina, le banche arriverebbero rapidamente al collasso perché i cittadini cercherebbero di ritirare i loro risparmi per spostarli all’estero” e “Anche le banche tedesche o olandesi andrebbero ricapitalizzate a costi altissimi, per le enormi perdite sui titoli dei Paesi del Sud. Le valute dei Paesi del Nord si rivaluterebbero almeno del 40%, mettendo fuori mercato interi settori industriali. La disoccupazione crescerebbe ovunque in Europa, l’instabilità sociale e politica sarebbe inevitabile”.

Dopo undici anni di moneta unica, l’uscita dall’euro di un gigante come l’Italia provocherebbe un enorme sconquasso. Si può ammettere che non bisognava creare l’euro, ma oggi tornare indietro da quell’errore sarebbe più costoso che tentare di andare avanti. Con buona pace dei bevitori tedeschi, i governanti la sanno più lunga di loro. Dal momento che nessuna teoria vale quanto un esperimento concreto il riferimento all’Argentina è importantissimo. Una moneta debole, cessando la parità artificiale con una moneta forte, va immediatamente a cercare nel mercato il proprio reale punto di equilibrio. E questo punto di equilibrio non può che essere molto al di sotto della precedente parità. Qui si parla del 60% ma, anche limitandoci al 50%, ecco alcune delle conseguenze.

La prima è il raddoppio del prezzo di tutti i beni importati. La benzina passerebbe dall’oggi al domani a tre euro al litro. Raddoppierebbe il prezzo di tutto ciò che è importato, per esempio televisori, telefonini, automobili straniere, elettricità dalla Francia, gas dalla Russia, e via dicendo. Perfino senza acquistare nulla di nuovo, ci troveremmo a pagare il doppio i pezzi di ricambio per le Ford, le Renault, le Toyota che abbiamo già comprato.

Aumenterebbe anche il costo degli alimentari, perché anche in questo campo importiamo molto, dal grano alla carne. Di botto, sarebbe come se gli stipendi, pur rimanendo nominalmente gli stessi, fossero decurtati, del 30-40% del potere d’acquisto. Non osiamo immaginare le conseguenze politiche e sociali. Naturalmente ci sarebbe l’altra faccia della medaglia. Innanzi tutto se dopo la svalutazione la moneta italiana valesse la metà di ciò che valeva prima, i titoli del debito pubblico italiani detenuti all’estero varrebbero la metà. Sarebbe come se, invece di “prestarci” del denaro per salvarci, i Paesi virtuosi ci regalassero la metà del valore dei titoli italiani in loro possesso. Ci sarebbe poi un altro vantaggio, anche se non immediato. Se è vero che in Italia la Golf dall’oggi al domani costerebbe il doppio, e non sarebbe venduta, è anche vero che la Punto, in Germania, costerebbe la metà e farebbe una concorrenza spietata alla Polo. La svalutazione ci porterebbe di nuovo ad una situazione che un tempo abbiamo conosciuto bene: avendo, a parità di livello tecnologico, un costo del lavoro più basso di quello dei concorrenti, l’Italia diverrebbe un temibile avversario economico.

Le imprese pagherebbero una miseria gli operai (non nominalmente, ma come potere d’acquisto) e assumerebbero molti dipendenti, perché i beni si vendono bene all’estero. In Italia i turisti arriverebbero in folla, perché sarebbe come se ristoranti, alberghi ecc. fornissero i loro servizi a metà prezzo e probabilmente ci sarebbe una ripresa dell’economia: naturalmente partendo da un livello economico notevolmente inferiore e sempre che si fosse riusciti ad evitare la rivoluzione. Anche il debito pubblico italiano sarebbe favorito dal nuovo allineamento della moneta italiana. Se la svalutazione interna fosse, poniamo, del 40%, i detentori di risparmi perderebbero in termini di potere d’acquisto il 40% dei loro averi. Sarebbe una boccata d’ossigeno per uno Stato scialacquatore e una severissima punizione per i risparmiatori, che avrebbero ignorato l’aureo consiglio degli economisti secondo i quali il migliore investimento del proprio denaro è goderselo. Subito. E se queste sono le osservazioni che può fare un profano, chissà quante altre ne potrebbe fare un competente. La conclusione è che forse, malgrado la debolezza del nostro governo, ci salveremo.
 
ciao bye,
purtroppo wind ha abbandonato il ns indicetto...
Come dargli torto...:rolleyes:

Chiaramente non possiamo chiedergli di sobbarcarsi anche analisi sul mib o fib per farci fare il grano... so bene che per lui sarebbe facile ma non possiamo osare tanto... proprio non si può... lo potrebbe fare una volta... due... tre... ma poi si romperebbe le @@...
Mica può rovinarsi la vita per farci guadagnare... :rolleyes:
O meglio: una volta lo faceva... mi diceva entra qui, esci la... oppure mi diceva: non ho ancora deciso; connettiti alle 15:00 e te lo dico... erano soldi facili...
Va be... un omaggio ai bei tempi passati...:D

Comunque, ti stavo dicendo, che dobbiamo dare per scontata una certa correlazione tra il ns mib e sp500 (indice o futures).

I livelli che utilizzerò lunedì per entrare lungo sono i seguenti (già pubblicati sul 3d da daniele e fiore)
ciao mat questi dpd sono giàvecchi ti mando gli altri ciao
 
raga:
se aspettate i miei numeri sparati a caso siete veramente messi male ... ho scritto operazione controtrend... pericolosissima... e tutti voi a dire
" EVVAIIIII..."
" CI SONO ANCH'IO"...

dico ma siamo impazziti? :d:


aggiornamento:

long a 1143...ho trovato l'eseguito.
questo tentativo è ad alto riskio.......,

perkè ho tentato il long:
perkè sono sicuro ke nel weekend si inventano qualcosa. Inoltre es dovrebbe aver terminato io suo 3 giorni.
Guardando il dj sul daily si evince un grosso H&s ribassista con 800 punti di discesa......,ora sono sulla linea del collo...., silver ke nn strappa in sù.., la paura degli operatori è elevata.
Se fossi uno yankee ke cosa farei? prenderei gli stop di tutti gli sh con una apertura in gap up con una salita repentina di un 6% entro mercoledì per poi invertire bruscamente portando il dj alla quotana 9650......

Scenario alternativo: apertura in gap down test dei 9600 subito......entro la prx settimana...

attenzione: la fortuna nn dura sempre!

forse ho sbagliato il lungo sul fituso & maria...., mlm si è difesa bene........

poki soldi mi raccomando.....


amen

buon giorno a tutti,
capo:
il prossimo venerdì non è un venerdì qualsiasi... ci sono le scadenze...
a tuo immenso parere le put con strike 1150 di sp500 saranno pagate?

oggi tento un longhetto... in quanto ritengo che potrebbero non essere pagate...




c'è qualcuno che s'intende di psicologia in linea?
vorrei sapere perchè, quando vedo l'Hang Seng Index perdere quasi 4 punti provo una strana sensazione che chiamerei piacere.
Comunque hanno aperto con gap down di almeno 500 pt... lo devono chiudere...
 

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Manovra della disperazione: la Grecia tassa le case per evitare la bancarotta

(12 Settembre 2011 - 08:46)

http://adv.finanza.com/www/delivery...liana.it/job-finance/eventi/jobfinanceday.htm
lg.php


Nuove misure di austerità in arrivo per i cittadini ellenici. Nel fine settimana il governo greco ha annunciato di essere pronto a varare una nuova stretta finanziaria per racimolare sul mercato altri 2,5 miliardi di euro. Una mossa che, alla luce dell'andamento dei mercati finanziari, è diventata indispensabile per evitare il tracollo finale dei conti di Atene.
Misura estrema
Il primo ministro, George Papandreou, ha presieduto ieri una riunione d'emergenza dell'esecutivo promettendo che verrà fatto di tutto per evitare la bancarotta dal Paese. Una dichiarazione che lascia pochi dubbi sull'imminente arrivo di nuove tasse per la popolazione che nelle scorse settimane ha già digerito tagli e misure eccezionali per accedere ai 220 miliardi di euro di prestiti della comunità internazionale. La mini-manovra andrà a colpire gli immobili: secondo le indiscrezioni il provvedimento dovrebbe riguardare le abitazioni di proprietà su cui verrà applicata un'aliquota straordinaria di 4 euro per metro quadro a partire dal 2012.
Il mercato non ci crede
La nuova misura potrebbe comunque rivelarsi insufficiente. Il ministro dell'economia tedesco, Wolfgang Schauble, ha comunque messo le mani avanti dichiarando in un’intervista riportata dal quotidiano Die Welt che la Germania sta già studiando un piano per ridurre al minimo i danni di una possibile uscita di Atene dalla moneta unica. I Cds sulla Grecia, ossia gli strumenti derivati che assicurano dall'insolvenza del Paese, hanno registrato venerdì nuovi massimi quotando il 94% di probabilità di un’imminente bancarotta. Questa mattina il differenziale di rendimenti dei titoli decennali rispetto al Bund tedesco quota a 1845 punti, nuovo record storico.
 
huston abbiamo un problema:
questa mattina mi stavo mettendo nei book a 13500... ma me la sono fatta sotto...

urge aggiornamento...
non è che il default della grecia arriva entro le 3 streghe? :eek:




bene mlm!
 
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