Spaghetti western in Piazza Affari. E' ciò che vede il Financial Times guardando al Belpaese nei giorni dell'attacco speculativo concentrico sui titoli di Stato e sulle azioni italiane. Il quotidiano della City ricorre quindi all'immagine dei capolavori di Sergio Leone, ma lascia intendere che il tra "Il buono, il brutto e il cattivo" il mercato ha scelto di interpretare solo gli ultimi due ruoli.
Il quotidiano londinese ritiene infatti che il mercato si stia sostanzialmente sbagliando. Nella sua Lex Column, l'Ft sottolinea che i mercati finanziari stanno considerando l'Eurozona più rischiosa di quanto sia necessario fare, mentre trattano il rischio degli Stati Uniti con eccessiva accondiscendenza. I mercati - secondo il quotidiano della City - starebbero avendo una reazione eccessiva anche nei confronti dell'Italia dato che le preoccupazioni sulle banche italiane appaiono poco giustificate in considerazione dell'assenza di segnali di crisi e di vere e proprie bolle immobiliari, mentre il rapporto debito/Pil del Paese è destinato a stabilizzarsi il prossimo anno.
Un appello alla calma che appare tuttavia caduto nel vuoto. Per Piazza Affari si annuncia infatti un'altra giornata di passione. Già dopo i primi minuti di contrattazione a Milano, il paniere del Ftse Mib è arrivato a cedere oltre 4 punti percentuali, seguendo un copione cui gli operatori si sono abituati negli ultimi giorni fatto di sospensioni al ribasso a raffica e titoli bancari in picchiata. Il Ftse Mib ha ceduto fin dall'avvio la quota simbolica dei 18.000 punti e si è portato sui valori del luglio 2009.
Bravo Mat, bel contributo, nellasua brevità.
Ma è mai possibile che certi commenti dobbiamo cercarli con il lanternino?
Per molti anni, per il mio lavoro, sia l'Economist sia il FT sono stati fra le mie fonti di informazioni priviliegiate.
Stai sicuro che fra tante analisi conformiste o interessate (anche in queste due fonti!....) se volevo trovare qualcosa di valido, di innovativo nella semplicità del commento, lo trovavo certamente o sul FT o sull'Economist, un articolo su 100 ma tanto bastava per accendere la luce.
Il tuo excerpt è stato un lampo per me, mi ha ricordato che si può mantenere il rigore dell'analisi anche nei momenti di maggior turbolenza. Le righe da te riportate sono poche ma l'approccio lo si intuisce subito.
Ha ragione la fonte da te citata? Non necessariamente, ma vivaddio poter leggere qualche analisi di scenario di quel taglio!!!!!
E la mia nota di ieri sera rispecchiava un pò questo mio cruccio......possibile che tutto vada a ramengo, se le letture degli scenari futuri possibili (anche per l'Italia) differiscono anche sostanzialmente?
Non riusciamo più a usare la moderazione del buon senso....e bisogna ricorrere ogni tanto alla stampa inglese


Per questo non volvevo lasciar correre il tuo post...e mi sono un po dilungato.
ciao
francesco