Buongiorno a tutti e buone vacanze a chi c'è e a chi ci deve andare.....
CRISI: la Germania alza ancora la voce (MF)
MILANO (MF-DJ)--La Germania comincia a subire gli effetti della crisidel debito sovrano che essa stessa ha contribuito a esacerbare. Prova ne e' che le esportazioni tedesche sono diminuite a giugnodell'1,2% rispetto al mese precedente, scrive MF. Ancora piu' irritante e'il fatto che nella mattinata di ieri il costo per assicurarsi contro ilrischio default della Germania sia risultato piu' alto di quello relativoal Regno Unito, cosa che non accadeva dal gennaio 2008. Il cds sullaGermania e' infatti salito a 83 punti base contro gli 81 del Regno Unito(all'inizio di luglio erano rispettivamente a quota 40 e 60). Nel primopomeriggio il gap si e' azzerato. Ma e' chiaro che il dato fornisce nuoviargomenti a chi si oppone all'ampliamento del Fondo salva-Stati (Efsf)."La gente si sta rendendo conto che alla fine e' la Germania asottoscrivere tutti i rischi", ha osservato Marchel Alexandrovich,economista di Jefferies. "perche' la Bundesbank fara' il 30% degliacquisti di titoli di Stato sul mercato secondario". "Berlino dovra'sopportare il fardello della crisi del debito", ha quindi sottolineatoSaul Doctor, strategist di JPMorgan Chase. Per compensare questo carico,almeno agli occhi degli elettori il governo tedesco sta aumentando lepretese nei confronti dei Paesi in difficolta', chiedendo sempre piu'rigore.red/lab
CRISI: si discute la manovra che non c'e' (MF)
MILANO (MF-DJ)--L'obiettivo e' chiaro a tutti: bisogna trovare 20miliardi per non fare scattare i tagli lineari su tutte le agevolazionifiscali. E bisogna farlo con un anno di anticipo rispetto alla manovravarata pochi giorni prima della nuova crisi finanziaria. Il governo, scrive MF, ha preso quest'impegno con le altre cancellerieeuropee e soprattutto con la Bce, ma da oggi deve far capire alle partisociali come intende raggiungere l'obbiettivo stesso. Insomma deve direchi e come paghera' la nuova correzione. E sulla ricetta dell'esecutivoper ora c'e' solo un vortice di voci che prevede sicuramente una nuovastretta sul sistema pensionistico (che troverebbe d'accordo Confindustria,ma certo contrari tutti i sindacati). Nel mirino soprattutto le pensionid'anzianita' e l'eta' di uscita dal lavoro delle donne nel settoreprivato, oltre alla possibilita' che si rafforzi la stretta sullarivalutazione delle pensioni e che vengano presi di mira anche gli assegnidi reversibilita', almeno oltre un certo reddito. A gettare acqua sulfuoco dopo giorni di voci al riguardo, e' arrivato soltanto ieri in seratail ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, assicurando ai microfoni del Tg1che allo stato non sono previsti interventi sulla pensioni. "Guarderemoinsieme alla sostenibilita' dei conti previdenziali, che nel lungo teminesono a posto; nel breve termine faremo una verifica con le parti stesse".Ancora poco per placare le fibrillazioni dei sindacati e soprattutto perchiarire in quali altre direzione intende avviarsi il governo per trovarele risorse finanziarie necessarie ad anticipare al 2013 il pareggio dibilancio.red/lab
Imprese: le italiane superano lo stress test sul debito (Sole)
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 10 ago - Le imprese italiane sono sufficientemente solide per sopportare un aumento anche considerevole del costo del debito. E' questo il risultato di uno stress test effettuato dall'ufficio studi di Mediobanca su 2.030 aziende italiane per il 'Il Sole 24 Ore'. Se il rendimento dei Btp continuasse a salire, se il costo della raccolta per le banche gli andasse dietro e se gli istituti di credito dovessero a loro volta alzare i tassi d'interesse alle imprese, non ci sarebbe un impatto violento. Insomma, scrive Il Sole 24 Ore, l'industria italiana non soccomberebbe. Il motivo per cui la corda puo' essere ancora tirata e' semplice: le imprese hanno a oggi un livello di debito accentabile. E, grazie al fatto che i tassi di interesse restano bassi a livello assoluto, il costo dell'indebitamento e' perfettamente gestibile. Due dati per capirlo. Nel 2007 il costo del denaro per le imprese italiane era del 7,3%: questo portava gli oneri finanziari di tutte le 2.030 imprese del campione alla cifra di 19,2 miliardi di euro. Nel 2010, invece, i tassi medi erano scesi per le aziende made in Italy al 5,5%: gli oneri finanziari erano dunque calati a 17,2 miliardi. Questo li portava al 46,9% del margine operativo netto. Livello che indica, sul fronte del debito, solidita' del sistema imprenditoriale italiano. Ecco perche' se il costo del debito salisse dal 5,5% medio del 2010 non sarebbero dolori seri. Lo stress test ipotizza, lasciando invece invariato il margine operativo netto ai livello di 36,6 miliardi nel 2010, un progressivo aumento del costo del debito: fino al 12%. Ebbene, si puo' ipotizzare che i tassi di interesse medi per le imprese italiane potrebbero salire fino al 9,5% prima di arrivare a un livello intollerabile. Man-