Trading_Systems: le basi Trading system obbligazionario

Il primo problema che sorge sulle obbligazioni e' la necessita' di una rappresentazione grafica dei tassi di rendimento plottati per scadenza, cioe' la famosa curva.

Per costruire una curva e' necessario costruire un'ipotesi di quali siano le scadenze davvero importanti, che siano poi le piu' indicative alla ricerca di un baricentro possibile per i tassi di rendimento nell'intorno.

Il baricentro che si sente ripetere nei giornali e nelle TV, ma soprattutto nella trasmissione di Bertolino, Glob Spread, detto in soldoni e' il famoso spread, cioe' un baricentro fissato su un titolo a dieci che risulta il piu' economico da consegnare e che attualmente e' il marzo 2022.

Ma e' corretto fissare un baricentro - e quindi un rendimento conseguente - da assumere a benchmark su una scadenza arbitraria, decisa dagli operatori ?

I matematici risponderebbero no, perche' il baricentro della struttura a termine dei tassi di interesse non e' quanto decidono gli operatori "tagliando il mazzo" delle carte a 10 anni (ma perche' allora non a 20-30, 40 anni ?), ma e' un dato che emerge dalle caratteristiche stesse della struttura della curva.

Dal dato alla struttura.

Passiamo al nodo dei dati da selezionare. Mi e' stato riferito che esistono varie alternative, tra cui le seguenti sono le piu' comuni.

  • far passare l’interpolante per le scadenze 2/3 – 5 – 10 anni. Questa soluzione è quella più comunemente utilizzata dai trader abituati a considerare la 2/3 anni e la 10 anni come le scadenze trattate dai gestori e la scadenza quinquennale come copertura o terreno di caccia per trader. Pro: la curva che esce è sintetica e perfetta, e la sua concavità ti dà subito il polso del mercato. Contro: può distanziarsi a tal punto dal mercato che la “forza attrattiva” nei confronti di tutti i possibili (e molto probabili) outlier può essere debole;
  • far passare l’interpolante per i benchmark, cioè i titoli la cui scadenza in anni sia quanto più possibile prossima ad un numero intero e la liquidità sufficiente. Pro: la curva è molto più precisa. Contro: la curva è facilmente soggetta ad anomalie se anche solo un benchmark sbarella, inoltre ti porti a casa falsi segnali se è il benchmark quello a essere duramente colpito dal mercato (sia in acquisto sia in vendita). E’ stato per esempio il caso di un quinquennale italiano tre mesi fa che per 10 giorni è rimasto in saldo ma era anche il benchmark, e apparentemente sembrava che i suoi limitrofi fossero expensive.
  • quello che faro' vedere io nel prosieguo, ovvero nel cercare di far passare una spline pressoché per tutti i punti/titoli ma al tempo stesso per nessuno, ed e' il modo migliore per verificare l’esistenza di titoli economici o costosi (questi sono i pro). Il contro è che hai pochissima capacità di generalizzazione, perché hai una curva molto aderente a quella dell’emittente.
 
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La maggior parte degli operatori e trader sceglie il decennale come baricentro della curva, ma costui, che e' il vero esperto indiscusso di "spread" in Italia, quale metodo sceglierebbe ?
 

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Penso che la risposta che ti e' stata fornita sia appropriata.

Al giorno d'oggi le tasse sono al 25% sulle opzioni, azioni e futures, ma solo al 14,29% sui titoli white List, quindi la scelta di lavorare sull'obbligazonario per me e' diventata obbligata dal 2012. [..]

A me pareva di pagare il 20% e il 12,5% rispettivamente :-?
 
Il primo problema che sorge sulle obbligazioni e' la necessita' di una rappresentazione grafica dei tassi di rendimento plottati per scadenza, cioe' la famosa curva.

[..]

  • quello che faro' vedere io nel prosieguo, ovvero nel cercare di far passare una spline pressoché per tutti i punti/titoli ma al tempo stesso per nessuno, ed e' il modo migliore per verificare l’esistenza di titoli economici o costosi (questi sono i pro). Il contro è che hai pochissima capacità di generalizzazione, perché hai una curva molto aderente a quella dell’emittente.

Per "tassi di rendimento" cosa utilizzi? YTM?
Personalmente ho scelto di costruire la curva con una serie di Zero Coupon sintetici perché l'ipotesi alla base dello YTM (cioè il tasso costante) è palesemente irrealistica.
Anch'io mi baso sul maggior numero di punti/titoli possibile, eliminando però:
1. gli outlier più grossi;
2. i titoli illiquidi;
3. i titoli in scadenza.
 
Per "tassi di rendimento" cosa utilizzi? YTM?
Personalmente ho scelto di costruire la curva con una serie di Zero Coupon sintetici perché l'ipotesi alla base dello YTM (cioè il tasso costante) è palesemente irrealistica.
Anch'io mi baso sul maggior numero di punti/titoli possibile, eliminando però:
1. gli outlier più grossi;
2. i titoli illiquidi;
3. i titoli in scadenza.

Dipende dagli scopi, in generale si ricerca un compromesso tra semplicita' computazionale vs. appropriatezza del modello in ordine ad alcune variabili quali i tempi di risposta del'hardware/software/velocita' del feed del broker etc. La differenza sostanziale con Blomberg e' che con un API ti appoggi al dato gia' elaborato all'origine, mentre con Excel devi trattare i dati in input che ti restituiscano nel modello l'output minimizzando o sostituendo con variabili dummy i vari e frequenti incidenti di percorso quali #, Non Valore, Zeri con i titoli sospesi, bid > ask, etc.

Nella sezione econometria del FOL sono stati pubblicati recentemente in sticky dei paper men che perfetti sulla costruzione della curva. Immagino pero' che nel momento in cui uno li utilizza a mercato il prezzo sia gia' cambiato.

Questo e' il problema, non certo la conversione dei BTP in zero coupon sintetici.
 
A me pareva di pagare il 20% e il 12,5% rispettivamente :-?

Proof
Ammettiamo che un capitale iniziale "C" debba subire subire nel tempo un'inflazione "i". Quale rendimento nominale "Rn" io debbo conseguire nel tempo per pareggiare l'inflazione "i" con il rendimento di pareggio "Rp"? Il rendimento nominale "Rn" che io debbo performare nel tempo e' Rn= C (1+i)n cosi' che togliendo la tassa "t" dal Rendimento di pareggio Rp=Rn-t io potrei arrivare, a malapena e a fatica :(, a "guadagnare" il fatidico tasso "i" che mi protegge il rendimento reale.

In realta' non servono le dimostrazioni per avvalorare l'evidenza empirica, che ha tutte altre sembianze per cui serve padroneggiare solo l'analisi numerica.

Nel 2001 proposi sul FOL un articolo di Nassim Taleb e venni tacciato di eresia, perche' Taleb sosteneva che mediamente 1 su 10 sopravvive in borsa dopo 5 anni. In realta' rispetto alla realta' americana quella italiana era molto piu' spietata rispetto a quella che famoso matematico libanese cerco' di calcolare. In italia la tassazione non incideva per il 12,50%, come allora pensavo anch'io ingenuamente, ma molto e molto di piu'.

Formalmente, la tassazione incide al 12,50% se - e solo se - viene prelevata alla fine dell'esistenza in vita del trader.

(vedi immagine in basso)

Il tasso di tassazione effettiva (scusami il bisticcio di parole) e' una funzione che va (andava)da 12,5% ad un tasso maggiore di 100% a seconda di due fattori:

1) la scelta arbitraria da parte dello Stato della periodalizzazione del prelievo
2) la proporzione tra il numero dei winners ed il numero dei losers

Per quanto riguarda il punto
1) la scelta arbitraria da parte dello Stato della periodalizzazione del prelievo ,

e' evidente che

A) se lo stato preleva l'imposta quando muore il trader, verra' rispettata la legge alla lettera.
B) se lo Stato preleva l'imposta annualmente ci saranno molti che il primo anno avranno guadagnato, mentre l'anno successivo avranno perso, si saranno ritirati ed avranno perso tutto il loro credito di imposta. Ci saranno altri che non saranno riusciti a recuperare il credito in 4 anni, etc.
L'imposta sulle vincite in caso di prelievo annuale diventa molto piu' elevata del 12,5% nominale
C) se lo Stato preleva l'imposta ogni mese - come molti credono perche' ricevono talvolta la certificazione mensile del pagamento ma non e' cosi - ci saranno molte piu' tasse mediamnte dello scenario B
D) se lo Stato preleva l'imposta operazione dopo operazione mentre il sostituto la versa ogni mese, il tasso di tassazione e' massimo, perche' cresce esponenzialmente il numero di coloro che non riusciranno a compensare le successive perdite nel tempo massimo di compensazione concesso (oggi 4 anni)

2) la proporzione tra il numero dei winners ed il numero dei losers

Simulando in una ricostruzione che postai sul FOL il paper di Taleb, giunsi alla conclusione nel periodo della New Economy ci furono pochi insider che depredarono masse di benzinai, impiegati, baristi, commercianti, agricoltori.

Io stesso pagai migliaia e migliaia di Euro di capital gain su Finmatica e Tiscali che riuscii miracolosamente a compensare solo alcuni anni dopo. Il numero delle tasse pagate ai tempi della New Economy fu probabilmente maggiore dei guadagni. Qunidi non il 12,5%, come ingenuamente si potrebbe credere, ma forse le tasse sul capital gain arrivano anche a toccare il 50-100% dei guadagni effettivi degli italiani.
La mia vecchia dimostrazione di analisi numerica di allora (un test Montecarlo) e' ancora presente sulle pagine del FOL.
 

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