Buongiorno a tutti.
Col $ giunto in area 1,2 contro l'€, puntuali arrivano le varie dichiarazioni: O'Neill di G.S. suggerisce
una svalutazione dell'€ " per fare rifiatare l'economia europea", la Lagarde, ha posto l'attenzione sui
deficit gemelli in USA che, sono insostenibili e, a cascata sull'inflazione che è in agguato, in conseguenza al prezzo
del petrolio ma, aggiungo io, anche dal prezzo dei cereali, saliti moltissimo per via della siccità che ha colpito
l'America. C'è poi stato Draghi che, per ripetere le parole della Lagarde "ha detto anche troppo".
Da tali dichiarazioni, nascono alcune mie riflessioni su debiti pubblici e inflazione:
1- un modo per ridurre il debito pubblico è svalutare la moneta;
2- un altro modo è creare inflazione;
3- un altro ancora, dare luogo all'Haircut.
Attualmente e, grazie alle loro banche centrali, l'America e l'Inghilterra hanno rendimenti sui loro decennali
poco sopra lo 0, e, l'inflazione doppia o tripla. Va da se che, il loro debito pubblico si riduce nella misura
dello scarto tra i due. La tale cosa è per l'Italia impossibile, per il momento, col rendimento sul decennale al 6%.
Se, grazie a Draghi e al silenzio assenso dei falchi, della Merkel e, con una sentenza favorevole da parte della
Corte Costituzionale tedesca su ESM ecc.si gettassero le basi per replicare il meccanismo angloamericano, in Europa
potremmo avere un'inflazione al 3% e rendimenti decennali all'1% circa.Tale scenario, implicherebbe per l'Italia
la possibilità di rosicchiare un 2% annuo al ns. debito pubblico: 40 Mld che, guarda caso corrisponde alla cifra
corrispondente all'impegno preso sul Fiscal Compact. Ho la sensazione che si vada verso le soluzioni 1) e 2),
perchè fermo restando il nominale, la quantità reale di debito diminuisce. Il vantaggio per noi sarebbe enorme
ma, il percorso sarà lungo e tortuoso.