Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato IV° (Gennaio 2012 - Dicembre 2012) (3 lettori)

bancor

Forumer storico
Tobin tax, a Palazzo Chigi
la proposta degli operatori
Nel documento una tassazione fissa di un euro per eseguito su mercati azionari regolamentati e non, un'altra di un euro sui derivati sui mercati regolamentati e una ulteriore tassa dello 0,05% sui mercati non regolamentati, sia per la compravendita di azioni sia per quella sui derivati

Lo leggo dopo
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Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, i tecnici del Tesoro hanno incontrato gli operatori
MILANO - La proposta degli operatori di mercato sulla Tobin Tax è arrivata a Palazzo Chigi. Nella settimana decisiva per definire i contenuti della tassa sulle transazioni finanziarie, che dovrebbe passare in Senato la prossima settimana, i tecnici e i consulenti finanziari riuniti nell'Ifma (Italian financial market advisor), associazione di recente costituzione, secondo quanto riporta Radiocor, hanno tenuto un incontro di oltre un'ora e mezza con i tecnici del ministero del Tesoro.

Il governo si "è riservato di presentare una propria proposta nel corso dell'esame presso il Senato". Allo studio c'è una rivisitazione della Tobin tax, sia rispetto al testo stilato dal governo italiano sia al modello francese. L'idea che sta maturando è di realizzare una tassa che colpisca tutti gli intermediari italiani e stranieri, che si applichi a ogni operazione e non solo al saldo di fine giornata, che colpisca anche i derivati e i mercati non regolamentati.

La proposta degli operatori prevede: una tassazione fissa di un euro per eseguito su mercati azionari regolamentati e non, una tassazione di un euro sui derivati sui mercati regolamentati e una ulteriore tassa dello 0,05% sui mercati non regolamentati, sia per la compravendita di azioni sia per quella sui derivati (esclusi i derivati sui titoli di stato Ue). Inoltre, sono previste un'altra tassa dello 0,002% sui derivati differenti (Cfd e valute) e un'aliquota dello 0,10% per ogni ordine cancellato o modificato sui mercati regolamentati per derivati e azioni


(quando superiori a 50 per ogni eseguito), con l'obiettivo di calmierare il trading ad alta frequenza.

I calcoli dell'Ifma stimano un gettito totale per lo Stato di 960,4 milioni (1 miliardo circa quello atteso dal governo), di cui 871,4 milioni da derivati (854,56 milioni) e 89 milioni dalle azioni (233,17 milioni). Gli operatori hanno incontrato anche Francesco Boccia (Pd), autore del testo sulla Tobin tax approvato ieri alla camera (battendo il governo), Elio Lannutti, senatore dell'Idv e presidente Adusbef, Adriano Musi, vice presidente commissione Finanza e Tesoro e il senatore Cosimo Latronico.

(23 novembre 2012)

Se questa proposta dovesse diventare operativa e i proventi dovessero essere dirottati per davvero ad abbassare il cuneo fiscale per me andrebbe bene...
Per la famiglia Bancor andrebbe doppiamente bene questa tassa; aumenterebbe infatti i guadagni di Bancor junior che lavora nella city di Londra come broker. La perfida Albione se ne guarderá bene dall'applicare tasse e tassette, aumentando il giro di transazioni che passano dalla borsa si Londra :D:D:D
 

camaleonte

Forumer storico
Le imprese italiane muoiono come mosche mentre a Roma si discute su come salvare il culo dei partiti e dei loro beneficiati, si discetta delle alchimie della nuova legge elettorale. Una legge pret a porter, su misura, per un Monti bis. Un signore che non si candida, ma che è già nuovo presidente del Consiglio per diritto divino alla faccia della democrazia. Investire in Italia non ha più senso, fare impresa è una lotta contro i mulini a vento.
I piccoli e medi imprenditori, il tessuto sociale che tiene in piedi la baracca del Paese, sono i nuovi Don Chischiotte che combattono una lotta che sembra persa in partenza. Se falliranno, con loro fallirà il Paese. Quando cesserà il gettito fiscale, diretto e indiretto, garantito dai piccoli e medi imprenditori, la macchina Italia si fermerà e il problema non sarà più politico e nemmeno economico, ma sociale. Quanti soldati blu saranno necessari per mantenere l’ordine pubblico? A cosa serviranno allora le discussioni bizantine sulle elezioni, i premi di maggioranza, i premiolini, le primarie fatte da nullità e vendute come fustini di detersivo dalla propaganda dei media? Qui l’Italia va a fuoco e i nuovi Nerone suonano la cetra.
La società Price Waterhouse Coopers ha pubblicato una classifica delle PMI nei diversi Stati in base a tre indici: il numero adempimenti fiscali, il tempo necessario per il loro calcolo e gestione e la pressione fiscale. L’Italia è 131esima al mondo.
E’ più conveniente aprire un’azienda nelle Barbados (121), in Bielorussia (129), in Bosnia (128), a Capo Verde (102), in Colombia (99), persino in Etiopia (103) , Guatemala (124), Guyana (118), Iraq (65) , Moldova (109), Namibia (112), Nepal (114), Sierra Leone (117) e Uganda (93). La PMI italiana ha un carico fiscale del 68,3%, è sottoposta a 15 adempimenti fiscali che per essere smaltiti hanno bisogno di 269 ore di lavoro, circa 33 giorni lavorativi. Siamo nelle mani di pazzi in libertà che affermano di aver risanato il Paese attraverso successi come la crescita del debito pubblico, della disoccupazione, dell’inflazione insieme al crollo della produzione. L’Europa viene sempre citata dal governo “cicero pro domo sua“, per difendere gli interessi e i privilegi di casta. In ambito fiscale però l’Europa non fa mai testo, come per l’introduzione della legge anticorruzione e del falso in bilancio, o abbassando il carico fiscale delle PMI in. Europa.
Si può fare! La Danimarca è 13sima con il 27,7% di tassazione, la Finlandia 23sima con il 40, 6%, la Germania 72sima con il 46,8%, l’Olanda 29sima con il 40,1%, la Gran Bretagna 16sima con il 35,5%. Tutti Paesi con servizi molto più efficienti e meno costosi dell’Italia, Stati dove la burocrazia è al servizio del cittadino e non autoreferenziale e matrigna. Qui, o si salvano le PMI o si muore. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.
Pubblicato da Fabrizio Milanesio a 12:08 Nessun commento:


Preso da qui:Il Blog di Fabrizio Milanesio

C'è anche il grafico della pressione fiscale delle PMI per ogni paese.
 

Baro

Umile contadino
Per la famiglia Bancor andrebbe doppiamente bene questa tassa; aumenterebbe infatti i guadagni di Bancor junior che lavora nella city di Londra come broker. La perfida Albione se ne guarderá bene dall'applicare tasse e tassette, aumentando il giro di transazioni che passano dalla borsa si Londra :D:D:D
Ciao Bancor...ormai la moda di questi tempi è che ognuno pensa per se...visto che io non compro azioni se il ricavato lo mettono per abbassare il cuneo fiscale che mi interessa direttamente, ribadisco che per me va bene.
Poi amico mio conterraneo Colo sarebbe bello che eliminassero tutti gli sprechi e diminuissero le tasse ma temo che dovremo aspettare ancora generazioni...
 
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blackmac

Forumer storico
Tobin tax, a Palazzo Chigi
la proposta degli operatori
Nel documento una tassazione fissa di un euro per eseguito su mercati azionari regolamentati e non, un'altra di un euro sui derivati sui mercati regolamentati e una ulteriore tassa dello 0,05% sui mercati non regolamentati, sia per la compravendita di azioni sia per quella sui derivati

Lo leggo dopo
171343606-28f4675b-a12c-4ba2-a66d-0ede0687cbe2.jpg
Il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, i tecnici del Tesoro hanno incontrato gli operatori
MILANO - La proposta degli operatori di mercato sulla Tobin Tax è arrivata a Palazzo Chigi. Nella settimana decisiva per definire i contenuti della tassa sulle transazioni finanziarie, che dovrebbe passare in Senato la prossima settimana, i tecnici e i consulenti finanziari riuniti nell'Ifma (Italian financial market advisor), associazione di recente costituzione, secondo quanto riporta Radiocor, hanno tenuto un incontro di oltre un'ora e mezza con i tecnici del ministero del Tesoro.

Il governo si "è riservato di presentare una propria proposta nel corso dell'esame presso il Senato". Allo studio c'è una rivisitazione della Tobin tax, sia rispetto al testo stilato dal governo italiano sia al modello francese. L'idea che sta maturando è di realizzare una tassa che colpisca tutti gli intermediari italiani e stranieri, che si applichi a ogni operazione e non solo al saldo di fine giornata, che colpisca anche i derivati e i mercati non regolamentati.

La proposta degli operatori prevede: una tassazione fissa di un euro per eseguito su mercati azionari regolamentati e non, una tassazione di un euro sui derivati sui mercati regolamentati e una ulteriore tassa dello 0,05% sui mercati non regolamentati, sia per la compravendita di azioni sia per quella sui derivati (esclusi i derivati sui titoli di stato Ue). Inoltre, sono previste un'altra tassa dello 0,002% sui derivati differenti (Cfd e valute) e un'aliquota dello 0,10% per ogni ordine cancellato o modificato sui mercati regolamentati per derivati e azioni


(quando superiori a 50 per ogni eseguito), con l'obiettivo di calmierare il trading ad alta frequenza.

I calcoli dell'Ifma stimano un gettito totale per lo Stato di 960,4 milioni (1 miliardo circa quello atteso dal governo), di cui 871,4 milioni da derivati (854,56 milioni) e 89 milioni dalle azioni (233,17 milioni). Gli operatori hanno incontrato anche Francesco Boccia (Pd), autore del testo sulla Tobin tax approvato ieri alla camera (battendo il governo), Elio Lannutti, senatore dell'Idv e presidente Adusbef, Adriano Musi, vice presidente commissione Finanza e Tesoro e il senatore Cosimo Latronico.

(23 novembre 2012)

Se questa proposta dovesse diventare operativa e i proventi dovessero essere dirottati per davvero ad abbassare il cuneo fiscale per me andrebbe bene...

Infatti non sarebbe male.
per me il grosso deve essere raccolto con i derivati e sui mercati non regolamentati.
il resto rischia di essere controproducente....
 

blackmac

Forumer storico
Due miliardi per la cultura buttati: tornano a Bruxelles | Linkiesta.it

Un miliardo e mezzo di euro destinati alla cultura italiana sono già rientrati nelle casse di Bruxelles, e altri due sono sulla buona strada. Sono le risorse del “Programma Attrattori Culturali 2007-2013”, che – a dispetto del nome – non sono mai state impegnate operativamente, nonostante gli innumerevoli progetti stilati in questi anni, tutti rimasti sulla carta. Si tratta dei cosiddetti Poin e Pain, acronimi che indicano i programmi operativi e attuativi interregionali per il Sud, cioè «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».
 

Baro

Umile contadino
Ciao Andrea e buona domenica!!;)
Io oggi poterò un po' di giardino, poi F1 e poi compleanno nonna di mia moglie (90 anni).
 

colo

Forumer attivo
Due miliardi per la cultura buttati: tornano a Bruxelles | Linkiesta.it

Un miliardo e mezzo di euro destinati alla cultura italiana sono già rientrati nelle casse di Bruxelles, e altri due sono sulla buona strada. Sono le risorse del “Programma Attrattori Culturali 2007-2013”, che – a dispetto del nome – non sono mai state impegnate operativamente, nonostante gli innumerevoli progetti stilati in questi anni, tutti rimasti sulla carta. Si tratta dei cosiddetti Poin e Pain, acronimi che indicano i programmi operativi e attuativi interregionali per il Sud, cioè «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».


giusto per parlare di sprechi quei soldi manco stanziati dovevano essere.
 

Baro

Umile contadino
Due miliardi per la cultura buttati: tornano a Bruxelles | Linkiesta.it

Un miliardo e mezzo di euro destinati alla cultura italiana sono già rientrati nelle casse di Bruxelles, e altri due sono sulla buona strada. Sono le risorse del “Programma Attrattori Culturali 2007-2013”, che – a dispetto del nome – non sono mai state impegnate operativamente, nonostante gli innumerevoli progetti stilati in questi anni, tutti rimasti sulla carta. Si tratta dei cosiddetti Poin e Pain, acronimi che indicano i programmi operativi e attuativi interregionali per il Sud, cioè «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».
Se i progetti culturali fossero del tipo "Veline a Napoli" allora è meglio che li utilizzi qualche altro Stato Ue più serio ma se i progetti erano validi allora speriamo che i nostri rappresentanti si facciano sentire in sede comunitaria e facciano capire che siamo il terzo contribuente al bilancio Ue. Più preoccupante sono i miliardi che verrebbero sottratti alla nostra agricoltura (e a quella francese) se non trovano un accordo sulla riduzione del debito UE.
 

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