Ho un opinione diversa...
Romano Prodi | Helmut Kohl, il pragmatico sognatore
Abbiamo lavorato fianco a fianco nella costruzione dell’euro. Kohl, nonostante quello che si è detto nelle interpretazioni successive, era perfettamente consapevole delle difficoltà del Trattato di Maastricht e dell’euro. Abbiamo analizzato insieme i rischi, abbiamo sollevato molte volte il problema della necessità di una strategia forte e coerente in cui l’unione monetaria fosse accompagnata da una crescente unione politica ed economica. Ricordo bene
le nostre conversazioni: eravamo pienamente convinti che un processo irreversibile era cominciato, anche se, in quel momento, era
politicamente impossibile fare tutto. Ma la strategia era chiara, coerente e realistica e perfettamente consapevole della necessità di passi successivi. Molte volte abbiamo discusso a fondo di quel che bisognava fare in seguito.
Nel frattempo, però, l’Europa è cambiata: dopo gli anni della speranza, siamo entrati negli anni della paura: la paura della globalizzazione, la paura dell’immigrazione, la paura della Cina.
Ma, quel che è peggio, la mancanza di fiducia nel nostro futuro. Siamo entrati poco a poco in una situazione in cui le democrazie europee erano spaventate dai partiti populisti e sono diventate schiave di decisioni di breve termine.