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Crisi Grecia: aiuti non si sbloccano, vertice annullato
Solo teleconferenza con Papademos, misure insufficienti
Oggi, ore 11:42 -
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Resta altissima la tensione sul fronte della crisi della Grecia. Non ci sarà infatti l’atteso vertice a Bruxelles tra i ministri dell’Unione per decidere lo sblocco del nuovo piano di aiuti da 130 miliardi in favore della Grecia. La riunione è stata trasformata in una semplice teleconferenza, come ha fatto sapere il presidente dell’Eurogruppo, il premier del Lussemburgo, Jean Claude Juncker. L’annullamento dell’incontro è dovuto alla distanza tra le istituzioni comunitarie e il governo greco, anche dopo l’approvazione del nuovo piano di austerità di domenica da parte del Parlamento di Atene.
DEFAULT GRECIA PROSPETTIVA CHE NON TRAMONTA – In particolare, l’Unione chiede che venga colmato un buco di 325 milioni di euro per l’esercizio in corso, ma da Atene non sarebbero arrivate risposte concrete. Non ultimo, l’Europa è indispettita dalla prospettiva del voto anticipato ad aprile, perché teme che successivamente alle elezioni il nuovo governo non rispetti gli impegni assunti, soprattutto, dopo che il leader di Nuova Democrazia, il conservatore Antonis Samaras, dato in vantaggio nei sondaggi, ha affermato che in caso di vittoria ridiscuterebbe le misure di austerità appena approvate. La reazione più decisa a queste parole è arrivata dalla Germania, con il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che ha dichiarato che oggi l’Europa è più solida e preparata nel caso di un default greco. Un’espressione quasi di sfida al governo Papademos, affinché si renda conto che il salvataggio non sarebbe l’opzione unica e irrinunciabile per i partner europei.
Eppure, gli spazi per una nuova mediazione sarebbero molto ridotti. Una riunione è prevista già per il 20 febbraio, ma entro quella data dovrà trovarsi una soluzione, perché altrimenti i tempi tecnici per evitare la bancarotta non ci sarebbero più. Il prossimo 20 marzo arriva in scadenza un bond da 14,4 miliardi, che Atene non sarebbe in grado di onorare senza nuova liquidità. Inoltre, le trattative tra governo e creditori per la cancellazione di 100 miliardi di debiti su 206 miliardi in loro possesso non sono ancora concluse e rischiano di saltare, nel caso in cui si avesse la sensazione che l’Europa non dovesse procedere a sbloccare i nuovi aiuti. A dire il vero, la data ultima indicata sarebbe oggi. Successivamente, infatti, si dubita che si possa avere il tempo necessario per procedere all’approvazione dell’accordo da parte dei “bondholders”, prima che arrivi in scadenza il rimborso del bond di marzo.
ECONOMIA GRECIA ALLO SBANDO - La situazione resta sconfortante sul piano dei dati reali. Ieri, la Grecia ha pubblicato i risultati del quarto trimestre, con un pil in crollo del 7%. Con queste cifre, è davvero difficile che si trovi polpa per risanare i conti, anche se non mancherebbero alcune voci di spesa, come la difesa, che ancora assorbe il 3% del pil. (
Grecia: Pil in caduta libera nel quarto trimestre 2011)
Tuttavia, il governo non avrebbe la forza né politica, né parlamentare per attuare nuovi tagli alle spese o per incrementare le imposte. Che la situazione sia ormai divenuta insostenibile lo si intuisce dalle risposte imbarazzate che ha rilasciato ieri in conferenza stampa a Strasburgo ai giornalisti il commissario europeo per gli affari monetari, Olli Rehn, alla domanda se non ritenesse che la situazione in Grecia sia divenuta insopportabile.
Intanto, nonostante a livello politico cresca lo scetticismo sulle possibilità di evitare il default, i mercati continuano, al contrario, a mostrarsi fiduciosi, con anche la borsa di Atene a chiudere in positivo. E bene è andata anche l’asta dei bond ellenici, ieri emessi per 1,3 miliardi a tre mesi al rendimento del 4,61% contro il precedente 4,64%. Un timidissimo segnale di miglioramento, comunque, in controtendenza rispetto a come sono andate le cose negli ultimi mesi.
Tutto questo, mentre tenta di muoversi persino il paralizzato ed elefantiaco Parlamento di Strasburgo, con una missiva ieri inviata dal capogruppo dei socialdemocratici, l’austriaco Hannes Swoboda, sia al presidente del Parlamento, l’ex capogruppo socialista Martin Schulz, sia al presidente della Commissione UE, José Manuel Barroso. Nella lettera, il politico chiede di verificare se non ci siano alternative alle misure di austerità severe imposte ad Atene. Al contempo, i socialisti hanno pure creato una sorta di “troika-ombra”, al fine di monitorare quella ufficiale e che verrà spedita nella capitale greca, per verificare con mano lo stato della situazione.
Piccoli tentativi della politica di riappropriarsi di una gestione lasciata ormai solo alle disquisizioni tecniche. Sul piano politico-istituzionale, invece, l’ennesima bocciatura delle misure greche, ritenute insufficienti, sembrano essere l’inevitabile preludio al default. In sostanza, i partner europei avrebbero preso atto, specie dopo le violenze scoppiate domenica in piazza, che la situazione non sarebbe più gestibile per il timore che il Paese scivoli nei disordini e nel caos. (
Grecia: via libera Parlamento a misure austerità, scontri a Atene)
Pertanto, è probabile che si vada alla ricerca del tipico “casus belli”, per evitare di infierire ulteriormente sulla Grecia, ma palesando una responsabilità tutta sulle spalle del governo di Atene.
questa e' una polveriera.....![Roll Eyes :rolleyes: :rolleyes:](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)