belindo
Guest
a modena te li presento tutti e due.
Adesso ho capito meglio
a modena te li presento tutti e due.
Lo scritto ē un elaborato che avevo prodotto per un convegno di cui ero corelatore ai tempi del psi greco...naturalmente ē un mix elaborato
secondo le mie idee e secondo analisi di economisti e studiosi di materie economiche. Sai bene che se posto un articolo di qualcuno non ho problemi a citare la fonte.
Guarda che non è tanto una castroneria, sai?
Siamo un paese trasformatore.... di che? Di materie prime, che NON abbiamo e che dobbiamo importare perché ne siamo CONSUMATORI.
Inoltre, per trasformare (che è proprio un tipo di consumo) le materie prime, abbiamo bisogno di molta ENERGIA, tecnologia e manodopera.
Se non facciamo molta paura alla Germania non è perché abbiamo poca della prima (come loro), ma perché abbiamo meno della seconda (tecnologia) e la terza è molto cara, per quanto si creda il contrario, più cara della loro, a conti fatti. Perché? Perché meno efficiente!
Ritengo che si debba dire con chiarezza e documentare con dovizia che l’uscita dall’euro non rappresenta una soluzione ai problemi ma l’inizio di un incubo i cui effetti potrebbero esser ben peggiori di qualsiasi altro scenario.
Non si intende qui decantare le bellezze del Trattato di Maastricht né della “perfezione geometrica” dell’euro. Sappiamo che è stato fatto male, che c’è molto da migliorare. Ma sarebbe pura follia politica ed economica far saltare il processo di unità europea.
Solitamente l’uscita dall’euro viene giustificata con la riacquisizione della sovranità monetaria nazionale e quindi con la possibilità di battere moneta, di emissione di nuovo debito e di svalutazioni competitive.
Queste ultime sono il cavallo di battaglia degli euroscettici, il che rivela una sostanziale ignoranza dei principi basilari dell’economia.
Essi sostengono che il ritorno alla moneta nazionale potrebbe permettere appunto la sua svalutazione, rendendo i prodotti nazionali più competitivi sui mercati internazionali. L’aumento delle esportazioni diventerebbe così il volano della ripresa delle produzioni, dell’occupazione e dell’intera economia.
La verità è un’altra. Il ritorno alla moneta nazionale, per qualsiasi paese Ue, Italia inclusa, lascerebbe l’intero ammontare del debito pubblico e privato, in larga parte in mani estere, denominato in euro oppure in dollari. Soltanto i cittadini risparmiatori potrebbero convertire i loro risparmi, a cominciare dai bot, in titoli denominati nella nuova moneta nazionale, ma gli altri titoli di debito resterebbero come prima. Comunque la riconversione completa equivarrebbe ad una dichiarazione di default nazionale.
Sarebbe possibile finanziare il debito esistente e aumentarlo, come si propone, soltanto a tassi di interesse molto più alti di quelli attuali. Si ricordi che, dopo la crisi del 1992 e la svalutazione della lira, gli interessi dei bot a breve arrivarono fino al 17%!.
Tutte le importazioni, a cominciare dal petrolio e dal gas, sono calcolate in dollari o in euro. Per l’Italia sarebbe perciò lo sconquasso finale delle sue finanze. Gli aumenti dei costi di importazione e del finanziamento del debito si tradurrebbero inevitabilmente in una inflazione galoppante con una drammatica perdita di potere d’acquisto.
E’ difficile immaginare come si possano così ampliare le fette di mercato per le proprie esportazioni. In questa logica per diventare competitivi occorrerebbe abbattere i costi che ancora una volta colpirebbe il lavoro. Ciò vorrà dire innescare nuovamente quel vortice recessivo fatto di meno reddito, meno consumo, meno produzione, meno entrate fiscali, meno disponibilità di bilancio.
L’economia italiana, sulla scia di quella tedesca, non può competere nei settori legati alle vecchie tecnologie mentre le economie emergenti operano con salari bassissimi. Invece bisognerebbe puntare sulle nuove tecnologie e determinare il prezzo e il mercato sulla base della loro qualità e della loro innovazione.
L’uscita dall’euro anche del più piccolo Paese innesterebbe una reazione a catena che porterebbe progressivamente al collasso dell’Ue. Si metterebbe in moto un’inevitabile guerra commerciale protezionista. Ci rimetterebbero tutti. Anche la Germania.
Sarebbe una destabilizzazione globale! Purtroppo non è impossibile. La storia europea del secolo scorso ha fatto conoscere “cose” che i popoli non avrebbero mai ritenuto possibili.
Certo la situazione attuale non è tollerabile. Non si può permettere che i cittadini siano portati ad una tale disperazione e povertà da voler preferire l’inferno.
Serve più Europa. L’impegno prioritario dovrebbe mostrare maggiore decisione nel consesso europeo per rendere più efficaci e solidali le scelte politiche ed economiche dell’Unione.
La sintesi finale è perfetta.
Inoltre aggiungerei la grossa preoccupazione sulla volontà italiana di fare le riforme attese che aspettiamo da anni tipo:
1) riforma della pubblica amministrazione e della politica;
2) riforma della giustizia civile;
3) riforma del costo del lavoro e della tassazione delle aziende oneste;
non ultima....
4) premiare il merito e aiutare i giovani nell'inserimento lavorativo.
Un paese vecchio come il nostro riuscira' a fare queste cose ?
Da solo no sicuramente....
Ma quindi siete convinti che quelle riforme che tanto aspettiamo le potremmo fare SOLO con più europa?
Ma quanti anni ci vorranno perchè l'EUropa unita abbia la forza di gestire i singoli paesi anche dal punto di vista delle riforme, con una specie di unione politica quando a fatica si riesce a farne una bancaria?
Intanto noi in tanti anni abbiamo costruito zero....a questo punto non ci sono altre soluzioni. Imho
etf gold settimanale. il target a 96 è sempre attivo, quindi la mia uscita in pari di qualche giorno fa si è rivelata corretta.
il rettangolo azzurro grande identifica la neckline del testa-spalla che mi aveva fatto predire il target a 96. tirato il fibo corrispondente i prezzi non sono riusciti a superare prima la resistenza posta sul 38,2 e nei giorni più recenti nemmeno la resistenza posta sul 23,6% ed infatti settimana scorsa gran candelone rosso.
quindi ora andremo a rifare la spalla nel cerchio di sinistra ed i prezzi cercheranno un'area supportiva da cui ripartire.
ovviamente c'è sempre l'ipotesi del ddmin eventuale a 101.
questo, ovviamente, sempre secondo la mia modesta opinione.
La sintesi finale è perfetta.
Inoltre aggiungerei la grossa preoccupazione sulla volontà italiana di fare le riforme attese che aspettiamo da anni tipo:
1) riforma della pubblica amministrazione e della politica;
2) riforma della giustizia civile;
3) riforma del costo del lavoro e della tassazione delle aziende oneste;
non ultima....
4) premiare il merito e aiutare i giovani nell'inserimento lavorativo.
Un paese vecchio come il nostro riuscira' a fare queste cose ?
Da solo no sicuramente....