Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume V" (Gennaio 2013 - Dicembre 2013)

Il braccio di ferro tra finanza di carta e oro fisico


SOLO SUL WEB— 30 luglio 2013

a cura di Gabriele Roghi, responsabile della consulenza agli investimenti di Invest Banca

Cominciamo la nostra prospettiva sul metallo giallo trattando dapprima dell’oro fisico e più in particolare da chi lo rende disponibile: le compagnie minerarie. Se si comparano i prezzi attuali sui quali si attesta l’oro con i costi medi di estrazione, intorno agli 800 dollari l’oncia, per i gruppi minerari il margine di profitto risulta molto elevato, quindi il processo di estrazione continuerà sicuramente. Queste compagnie però hanno un problema – non di convenienza o meno nell’estrarre – che riguarda piuttosto l’oro finanziario: le operazioni di vendita in derivati non hanno reso loro profittevole il rialzo del prezzo del metallo giallo degli ultimi anni. Come è evidente da quanto detto, per queste compagnie (ma non solo) l’oro fisico e l’oro finanziario sono due mondi distanti tra loro. Un’altra conferma a quanto sottolineato è la corsa all’acquisto di oro fisico in tutto il mondo sia da parte di cittadini sia di molte banche centrali, nonostante il prezzo finanziario sia in discesa.
Passando ora all’oro finanziario, i movimenti sugli ETP, che si dice giustifichino la discesa del prezzo dell’oro, costituiscono in realtà secondo la nostra opinione dei tentativi di scoraggiare l’acquisto di quello fisico. I cittadini di tutto il mondo continuano a richiedere il metallo giallo mettendo a rischio le cosiddette bullion bank che hanno venduto prodotti legati all’oro per decine di volte l’entità in loro possesso. Quindi nei loro magazzini blindati è presente ben poco oro fisico sebbene i prodotti da loro venduti, e sui quali hanno guadagnato ampie commissioni, riconoscano la possibilità di ritirare il sottostante (che basterebbe solo per il 2-5% dei sottoscrittori). Sono queste le motivazioni delle richieste di rimpatrio dell’oro detenuto oltreoceano, come quella recente della Germania che ha chiesto agli Usa la restituzione delle riserve (inviate decenni or sono per metterle al riparo dal pericolo comunista) e si è sentita prometterne la restituzione per il 2020. Pare che i tedeschi siano i soli a poter affermare che il primo ad arrivare a prendere il poco oro giacente sarà l’unico ad ottenere qualcosa. Per guardare al nostro Paese, l’oro della Banca d’Italia è tutto a Roma o, per caso, quantità considerevoli si trovano alla Federal Reserve Bank di New York? In quest’ultimo caso converrebbe chiederne la riconsegna entro il 2019 per riuscire a vederne ancora.
Se diamo uno sguardo ai mercati emergenti, esaminando i dati degli ultimi mesi non sembra affatto che al rallentamento della loro economia corrisponda un movimento di uguale segno nella domanda di oro fisico, anzi. Arrivano proprio in questi giorni le notizie di una possibile restrizione interna in India agli acquisti di oro fisico da parte degli indiani (segno che la domanda nel Paese è forte) mentre la Cina continua ad incoraggiare i propri cittadini ad accumulare oro fisico d’intesa con la politica della sua banca centrale, in modo da riassorbire completamente la produzione interna. Ricordiamoci che la Cina è il primo produttore mondiale di oro oltre ad esserne anche il maggiore compratore globale.
La stessa cosa può dirsi di quanto avviene in Russia.
Sembra di assistere ad un braccio di ferro tra dollaro e finanza di carta da un lato ed oro fisico ed economie reali che stanno emergendo dall’altro. Non vediamo rallentamenti in questo trend, i Paesi emergenti continueranno ad accumulare oro fisico, mentre l’oro finanziario scivolerà sempre più in basso proprio grazie all’azione di chi cerca di difendere lo status quo. Il dollaro finirà per essere una valuta di riserva sempre più svuotata di valore.
Concludiamo ponendo ancora l’accento sulla differenza che intercorre tra economia reale e finanziaria: laddove l’economia reale mostra tratti deflattivi, osserviamo al contrario un’inflazione “finanziaria” su alcune asset class che appaiono sovra-quotate (dal listino giapponese alle obbligazioni high yield una volta definite “junk” ma che oggi rendono meno di molti emittenti sovrani che non sono affatto spazzatura). Tutto questo è la conferma che le azioni di politica monetaria sono finalizzate al sostegno della finanza e delle sue falle e che le banche centrali non hanno sostenuto per nulla l’economia reale.
 
News
30/07/2013 08.36
Germania: indice Gfk fiducia consumatori oltre le attese
L'indice Gfk che misura la fiducia dei consumatori in Germania si attesta nel mese di agosto a 7,0 punti, al di sopra delle previsioni degli analisti, fissate su un indice pari a 6,9 punti.
(CC)

(FTA Online News)
 
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 30 lug - Dati
macroeconomici Indice Case-Shiller sui prezzi delle case per il
mese di maggio alle 9 (le 15 in Italia). Precedente sulle 20
citta': +2,5%. Fiducia dei consumatori Conference Board per
il mese di luglio alle 10 (le 16 in Italia). Precedente: 81,4
punti. Consensus: 81,3 punti. Appuntamenti societari
Trimestrale Pfizer prima dell'apertura di Wall Street.
Trimestrale Genworth Financial dopo la chiusura di Wall Street.
Discorsi e relazioni Primo giorno di riunioni del FOMC, il
comitato di politica monetaria della Federal Reserve. Buon giorno
 
L'incognita dell'instabilità

di Stefano Folli30 luglio 2013


[COLOR=#393939 !important]Che la sentenza della Cassazione arrivi stasera stessa oppure domani ovvero al termine di un breve rinvio, peraltro poco probabile, la sostanza non cambia. Le conseguenze saranno rilevanti sul piano politico: soprattutto – è ovvio – nel caso in cui la Corte dovesse confermare la condanna del primo e del secondo grado di giudizio, con annessa interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi.

[COLOR=#393939 !important]In questo caso ci troveremmo davanti a una situazione senza precedenti: il personaggio che, nel bene e nel male, ha dominato la scena italiana per circa un ventennio, si troverebbe escluso dal Parlamento per decisione non degli elettori ma della magistratura. Un evento che porta con sé un'evidente carica destabilizzatrice. E ci vuole tutto l'ottimismo del presidente della Camera per affermare che «i casi giudiziari di un singolo non devono interferire nella vita delle istituzioni». Sarebbe magnifico se così fosse, ma la realtà italiana è un'altra.[/COLOR]​


[COLOR=#393939 !important]Vero è che in questo momento la prudenza è d'obbligo. Tutti sono cauti. Lo è Berlusconi, al di là della conversazione pubblicata da "Libero", perché non può apparire come l'imputato pronto a dar fuoco alle polveri per ricattare i giudici; e infatti dice che non sarà lui a far cadere Letta, semmai la crisi dipenderà dalla convulsioni del Pd. Peraltro il centrosinistra è altrettanto prudente, almeno per adesso. Lo è perché non sa come maneggiare l'eventuale condanna definitiva dello storico avversario. In quel caso la spinta emotiva, prima ancora che politica, a porre fine all'alleanza con i berlusconiani sarebbe formidabile: ma potrebbe essere distruttiva per un partito già in difficoltà per le beghe interne e che si troverebbe senza un partner di ricambio utile a garantire il governo del paese. A meno di non mettersi totalmente nelle mani di Grillo e dei suoi amici che attendono speranzosi sulla riva del fiume.[/COLOR]
[COLOR=#393939 !important]A maggior ragione è prudente il vertice istituzionale. E si capisce: la stabilità è un bene troppo prezioso per vederlo compromesso in pochi giorni. Certo, non basta un governo stabile per dare soluzione ai problemi: ci vuole anche quel coraggio che in questi primi mesi non sempre si è visto. Ma dopo le elezioni di febbraio ci è voluto un piccolo miracolo politico del Quirinale per dar vita alla grande coalizione e al momento, come è noto, non esistono alternative credibili o anche solo possibili all'attuale maggioranza. Prima di dire addio a tutto questo, si farà di tutto perché prevalga il buon senso. Basta seguire gli interventi pubblici di Letta per rendersene conto.[/COLOR]
[COLOR=#393939 !important]Naturalmente tutti sanno che la stabilità si puntella se Berlusconi riuscirà in un modo o nell'altro a cavarsi d'impaccio. Ci possono essere alcune soluzioni tecniche intermedie in grado di evitargli almeno l'interdizione, riducendo la pena da scontare. Potrebbe trattarsi di un compromesso che non farebbe di Berlusconi un eroe (agli occhi dei suoi seguaci), ma nemmeno un condannato da consegnare al vituperio dei suoi nemici.[/COLOR]
[COLOR=#393939 !important]Al momento nessuno sa come finirà la partita a scacchi. Le ragioni della stabilità sono forti, ma non fino al punto di cancellare l'autonomia dei magistrati. Il problema è che, in caso di condanna, la dinamica degli eventi potrebbe essere più impetuosa della volontà dei singoli. Sia Berlusconi sia Epifani, ad esempio, si troverebbero a fare i conti con le passioni della loro base. Un Berlusconi condannato diventerebbe un martire per i suoi, ma sarebbe al tempo stesso un alleato inaccettabile per buona parte della sinistra. Governare insieme potrebbe rivelarsi un compito proibitivo sia per il Pd sia per il Pdl. Destinati peraltro a subire profonde trasformazioni se Berlusconi dovesse uscire dal palcoscenico politico per reincarnarsi in una sorta di predicatore.[/COLOR]​

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Mercati finanziari: attesa per Fed, Bce e non-farm payrolls










Scritto il 30 luglio 2013 alle 09:21 da cmcmarkets
I dati di mercato in arrivo e le decisioni e dichiarazioni di Fed e Bce in uscita nei prossimi giorni hanno congelato l’attività dei mercati finanziari durante la sessione asiatica e americana. Le quotazioni sono rimaste stabili, le valute si sono mosse in spazi ristretti e le materie prime hanno tenuto le posizioni in attesa di novità potenzialmente in grado di sparigliare le carte.
La riunione della Federal Reserve che si conclude mercoledì, quella della Reserve Bank of Australia, i non-farm payrolls venerdì e i dati su commercio e inflazione cinese settimana prossima hanno dato ai mercati il motivo giusto per prendersi una pausa.
Per la sessione odierna il tema sarà quello di una leggera prevalenza del dollaro. Il cambio euro-dollaro si è mosso in spazi ristretti tra 1,325 e 1,33 e, in chiusura dei mercati asiatici, si è avvicinato alla base del range. Allo stesso modo il dollaro-yen si muove in un range limitato intorno a quota 98 mentre il cable è sceso da 1,54 in direzione di 1,534.
L’eccezione è il dollaro australiano. Il mercato ha interpretato le parole del governatore della RBA in senso espansivo anche se una rilettura del comunicato non indica cambiamenti nella posizione della banca centrale. Nella sessione di Q&A dopo la riunione ha indicato che le attese dell’istituto sono per un livello dei tassi di interesse più basso, esacerbando la caduta dei rendimenti innescata dai deboli dati sui permessi edilizi. Nel giro di 24 ore il dollaro australiano ha perso, nei confronti di quello Usa oltre 2 centesimi.
Michael McCarthy, senior analyst CMC Markets Australia
 
Buongiorno, giornata lavorativa molto intensa e poco tempo per il trading.
Adesso dovrebbero esserci le aste BTP quindi vediamo come è andata, per me non esistono dubbi.

Diverso il disocorso del Berlusca, ma a che ora partorianno i cassattari?
 

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