L'oro scivola a 1.615 dollari l'oncia.
La quotazione è tornata su livelli di agosto (in dollari) e sui livelli di maggio (in euro ovvero 1.210 euro l'oncia).
La decisione di alleggerire le posizioni sull’oro, presa alla fine del 2012 da due guru dell’investimento come George Soros e Louis Moore, mostra che sul mercato si stanno ridimensionando le aspettative di un proseguimento del rally avviato 12 anni fa.
Dalle comunicazioni obbligatorie diffuse giovedì, è emerso che il Soros Fund Management, nel quarto trimestre del 2012, ha ridotto del 55% rispetto al terzo trimestre, la sua posizione nel fondo SPDR Gold Trust, il più grande fondo al mondo focalizzato su questo asset. Moore ha optato per una soluzione più radicale, il Bacon’s Moore Capital Management ha venduto l’intera quota nell’SPDR fund ed ha ridotto quella in Spdr Physical Gold Trust, un altro strumento di investimento in oro.
Bloomberg scriveva venerdì che i grandi fondi hedge hanno circa dimezzato le posizioni long sull’oro da ottobre a oggi: nel corso di questi mesi sono arrivati segnali sempre più convincenti sull’esplosiva forza dell’industria cinese e conferme sulla ripresa in atto negli Stati Uniti.
Gli strategist di UBS hanno ridotto di quasi il 7% il target a un mese sul future dell’oro, nel report, si afferma che la serie di indicazioni macroeconomiche incoraggianti diffuse da inizio anno “tolgono brillantezza agli asset difensivi “.
Graficamente, abbiamo segnalato nel Focus sui Mercati Finanziari di venerdì il pericoloso scricchiolio del trend di lungo periodo intravvisto con il cedimento della media che sorregge la trendline ascendente dal 2008..
Si tratta di un primo segnale di allerta che ci deve tenere ben desti, anche se a proteggere ancora la tendenza rialzista c'è l'importante supporto statico in area 1.550/1.520 usd.
In ogni caso, la progressiva e inevitabile uscita di capitali dall'oro che, ricordiamo, negli ultimi mesi ha generato soltanto perdite, gioca ancora una volta a favore degli asset più rischiosi e in particolare dei bond periferici. Per cui confermiamo a maggior ragione la bontà degli investimenti nei nostri titoli di Stato.