Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume V" (Gennaio 2013 - Dicembre 2013) (3 lettori)

braga

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colo

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Era falso quello che molti dicevamo fin da prima dal 1994 su Berlusconi?
Spero che stavolta non servano 20 anni per capire, non tanto gli affari quanto le personalità del duo Grillo Casaleggio. Per me basta rileggere quello che ha detto e scritto il primo da una decina di anni almeno e quello che ha scritto il secondo.
Basta leggere


1) NO non erano falsità
2)per me la setta di disgregherà molto prima (non serviranno 20anni) i grilletti quando saranno in parlamento spero aprano gli occhi e mandino (come dice grillo) affan c..o casaleggio (il boss pericoloso) e il grillo urlante.
 

stefanofabb

GAIN/Welcome
commento mercato titoli di stato

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 07 Marzo 2013 - La seduta di
oggi vede il chiaro recupero dei periferici, influenzati dal
miglioramento dell'outlook di S&P sul Portogallo, ma anche dalle
aste spagnole che sul medio-lungo hanno collocato con rendimenti
in calo anche piu' di quanto annunciato. La tendenza viene
confermata anche nel pomeriggio, con la BCE che conferma i tassi
non escludendo una riduzione nei prossimi mesi. In chiusura, il
BTP decennale scende a 4.60%, mentre lo spread sul Bund stringe
fino a 310pb. Indice EuroMTS costante a 187.82. Scambiati su MTS
Cash e Bondvision volumi pari a 9 miliardi, 105 sul Repo.
 

blackmac

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Le rassicuranti bugie di Draghi | Phastidio.net

Assai più prosaicamente, come vi spiegavamo ieri, i mercati stanno scontando un mutamento di scenario in Eurozona, che poggia su alcuni eventi. In primo luogo, i forti scostamenti negativi dagli obiettivi fiscali che pressoché tutti i paesi hanno fatto segnare implicano che il 2013 vedrà una pausa nel processo di consolidamento fiscale. I tedeschi sono d’accordo, dovendo arrivare con le minori turbolenze possibili alle proprie elezioni politiche, a settembre. Le condizioni per ottenere questo rinvio saranno con buona probabilità molto lasche, anche perché vi sono paesi, come la Francia, che già oggi possono vantare (almeno sul piano negoziale) una correzione strutturale del saldo di finanza pubblica che eccede l’obiettivo minimo.

Il nostro paese è in pareggio di bilancio corretto per il ciclo, quindi ha raggiunto in orario i propri obiettivi di consolidamento fiscale, oltre a disporre di un avanzo primario (eccedenza di entrate sulla spesa pubblica al netto della componente per interessi) che quest’anno dovrebbe collocarsi intorno al 3 per cento del Pil. Quanto al “pilota automatico”, esso è relativo soprattutto al fatto che dal primo luglio scatterà un aumento Iva. Se da un lato questo darà il colpo di grazia ai consumi del paese, dall’altro dovrebbe riuscire a produrre gettito fiscale aggiuntivo. Lo sappiamo, le cose potrebbero andare assai diversamente: ad esempio, il crollo di attività economica potrebbe essere tale che il gettito fiscale diminuirà anziché aumentare ma queste sono speculazioni, e comunque luglio è lontanissimo.

Non confondetevi, e non chiamate il dottor Pangloss per festeggiare, però: non c’è ancora alcun “contagio positivo” dai mercati all’economia reale. Lo ha ammesso oggi lo stesso Draghi. I tassi d’interesse sono ancora stratosfericamente elevati, in Spagna ed Italia, dove è pure in atto un pesantissimo credit crunch su cui la Bce e la Commissione Ue dovrebbero fare una approfondita riflessione, prima che sia troppo tardi. Ma resta che, qui ed ora, non c’è acuzie di finanza pubblica ed i mercati restano tranquilli, dando prova della loro caratteristica miopia. Per panicare e vendere c’è sempre tempo, e comunque il cerino se lo becca sempre qualcun altro.

Sul piano del teatrino politico, questo significa che abbiamo di fronte un periodo non breve di stato confusionale, a cui anche l’ultimo arrivato partecipa attivamente, con i suoi stralunati proclami rivoluzionari, in attesa di andare a sua volta a fracassarsi sugli scogli della realtà. Prendetela come una bollicina spazio-temporale, l’ennesima, in attesa della resa dei conti.
 

camaleonte

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Le rassicuranti bugie di Draghi | Phastidio.net

Assai più prosaicamente, come vi spiegavamo ieri, i mercati stanno scontando un mutamento di scenario in Eurozona, che poggia su alcuni eventi. In primo luogo, i forti scostamenti negativi dagli obiettivi fiscali che pressoché tutti i paesi hanno fatto segnare implicano che il 2013 vedrà una pausa nel processo di consolidamento fiscale. I tedeschi sono d’accordo, dovendo arrivare con le minori turbolenze possibili alle proprie elezioni politiche, a settembre. Le condizioni per ottenere questo rinvio saranno con buona probabilità molto lasche, anche perché vi sono paesi, come la Francia, che già oggi possono vantare (almeno sul piano negoziale) una correzione strutturale del saldo di finanza pubblica che eccede l’obiettivo minimo.

Il nostro paese è in pareggio di bilancio corretto per il ciclo, quindi ha raggiunto in orario i propri obiettivi di consolidamento fiscale, oltre a disporre di un avanzo primario (eccedenza di entrate sulla spesa pubblica al netto della componente per interessi) che quest’anno dovrebbe collocarsi intorno al 3 per cento del Pil. Quanto al “pilota automatico”, esso è relativo soprattutto al fatto che dal primo luglio scatterà un aumento Iva. Se da un lato questo darà il colpo di grazia ai consumi del paese, dall’altro dovrebbe riuscire a produrre gettito fiscale aggiuntivo. Lo sappiamo, le cose potrebbero andare assai diversamente: ad esempio, il crollo di attività economica potrebbe essere tale che il gettito fiscale diminuirà anziché aumentare ma queste sono speculazioni, e comunque luglio è lontanissimo.

Non confondetevi, e non chiamate il dottor Pangloss per festeggiare, però: non c’è ancora alcun “contagio positivo” dai mercati all’economia reale. Lo ha ammesso oggi lo stesso Draghi. I tassi d’interesse sono ancora stratosfericamente elevati, in Spagna ed Italia, dove è pure in atto un pesantissimo credit crunch su cui la Bce e la Commissione Ue dovrebbero fare una approfondita riflessione, prima che sia troppo tardi. Ma resta che, qui ed ora, non c’è acuzie di finanza pubblica ed i mercati restano tranquilli, dando prova della loro caratteristica miopia. Per panicare e vendere c’è sempre tempo, e comunque il cerino se lo becca sempre qualcun altro.

Sul piano del teatrino politico, questo significa che abbiamo di fronte un periodo non breve di stato confusionale, a cui anche l’ultimo arrivato partecipa attivamente, con i suoi stralunati proclami rivoluzionari, in attesa di andare a sua volta a fracassarsi sugli scogli della realtà. Prendetela come una bollicina spazio-temporale, l’ennesima, in attesa della resa dei conti.



Le riflessioni non sono mai inopportune anche se dovessero giungere in ritardo.
Mi chiedo che razza di riflessione debbono fare la BCE e la Commissione Europea! Dovrebbero sapere loro per primi
che le banche durante una recessione non concedono prestiti, per timore che le garanzie date, perdano ulteriormente
valore. Le banche riprenderanno a concedere prestiti solo quando vedono la luce in fondo al tunnel, nel frattempo
però lasciano morire imprese e impresari. E' su questo che mi auguro inizino a riflettere.
 

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