Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato "volume V" (Gennaio 2013 - Dicembre 2013) (5 lettori)

camaleonte

Forumer storico
Perfetto grazie, mi ricordavo sbagliato.
Quindi è aumentata l'esposzione estera avallando la teoria di Cama che per tenere le valute nazionali basse vengono a comprare tds in Italia. :up:


Caro belindo, ormai posto tanti articoli che nemmeno li ricordo tutti ma, stai
pur certo che ciò che considero importanti, li ho messi a disposizione di tutti e, comunque l'ho letto da qualche parte.
 

belindo

Guest

La quota dei titoli di Stato italiani nei portafogli degli investitori esteri, i "non residenti" nelle statistiche di Banca d'Italia pubblicate oggi, è calata da 676,5 miliardi a 671 miliardi tra il settembre e l'ottobre dello scorso anno.
di Isabella Bufacchi - Il Sole 24 Ore -

Mi ricordavo a una cosa del genere, ma probabilmente il discorso diventa a quando sono aggiornati i dati, qui si riferisce a settembre ottobre 2012 :rolleyes:
 

Baro

Umile contadino
Hai ragione perchè ho dimenticato che la mafia è internazionale...
Mafia o politica o malaffare o inside trading non cambia la situazione, almeno per me. L'orizzonte che abbiamo ora è quello e per stare a galla ne dobbiamo conoscere i movimenti e cercare di utilizzarli per il nostro operare. Il resto sono battaglie perse.
 

spx

TDSfriends ..da una vita
Perfetto grazie, mi ricordavo sbagliato.
Quindi è aumentata l'esposzione estera avallando la teoria di Cama che per tenere le valute nazionali basse vengono a comprare tds in Italia. :up:



Cama, anche nell'articolo in oggetto che riportavo si parla di una % che PER ORA è UFFICIOSA fino al nuovo bollettino Banca d'Italia. Resta il fatto che il flusso di MLD in acquisto dall'ESTERO è aumentato, essendo migliorata la fiducia sul rischio sistema italia.
Si parla di una % ora in mano agli esteri fra il 30 - 32%
 
Ultima modifica:

Baro

Umile contadino
Ma che bei candeloni rossi vedo sul fbtp...sorride l'oro ma piangono i btp...non si può avere tutto...:lol:
 

braga

Forumer storico
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Jean-Claude Trichet e Mario Draghi (Afp)





3 settembre 2012 - 17:05 Solo il 30% del debito italiano è in mano estera. L’appeal dei titoli di Stato italiani non è mai stato così basso. Una ricerca di Morgan Stanley ha sottolineato una tendenza che va avanti da mesi. Sui 1.648 miliardi di euro che rappresentano il valore dei bond italiani circolanti, solo 492 sono detenuti da stranieri. La fetta maggiore, 1.046 miliardi di euro (il 63% del totale), è nei portafogli italiani. Non solo. La Banca centrale europea (Bce) è in possesso di 110 miliardi di euro, il 7% del circolante, in obbligazioni italiane. Una quota destinata ad aumentare una volta che l’istituzione guidata da Mario Draghi ricomincerà a rastrellare titoli di Stato italiani sul mercato obbligazionario secondario.
Le rassicurazioni, i road show e gli inviti agli acquisti non sono serviti. Sul mercato obbligazionario, l’Italia diventa sempre più autarchica. L’ultima occasione in ordine temporale è stato il viaggio del cancelliere tedesco Angela Merkel in Cina, nel quale ha esortato Pechino a sostenere l’eurozona, ricevendo un rifiuto in cambio. La ricerca di Morgan Stanley evidenzia come, senza le banche italiane, non sarebbe stato possibile per l’Italia collocare il proprio debito pubblico.
A fine 2011 il debito pubblico italiano in mani straniere era al 38 per cento. Il dato, evidenziato da Eurostat, è però in costante calo. Stando ai calcoli di Morgan Stanley, la quota è scesa al 30% a fine agosto. Nello specifico, c’è poco da stare allegri. Su 1.648 miliardi di euro di debito pubblico circolante, quelli detenuti da banche estere sono 161 miliardi. Quelli in mano ad altre istituzioni finanziarie estere, più quelli detenuti dai singoli, sono 330. Nel complesso, 492 miliardi di euro di debito pubblico italiano sono all’estero. Tutto il resto, no.
L’autarchia è ormai un fenomeno consolidato in Italia. Le banche italiane detengono 336 miliardi di euro di debito pubblico. Poco, se si guarda all’intero circolante, molto se si effettua un confronto con la quota degli ultimi anni. A fine 2011 nei bilanci delle istituzioni finanziarie italiane c’era il 45% del debito pubblico italiano presente sui mercati finanziari. Ora il livello è salito al 63 per cento. Le prospettive per i prossimi mesi, spiega invece Goldman Sachs, non vedono cambi di rotta: «Da qui a fine anno, anche in presenza di un intervento della Bce, ci aspettiamo che la quota di debito pubblico italiano detenuta dalle istituzioni finanziarie domestiche possa aumentare ancora». La fuga degli stranieri continua.
Come mai si è arrivati a questa situazione? La nazionalizzazione dei mercati obbligazionari non è una novità nell’eurozona. Se non fosse intervenuta la Bce, paesi come Italia e Spagna avrebbero rischiato di perdere l’accesso a questi mercati. Per tal ragione sono arrivate le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Long-Term refinancing operation, o Ltro) di dicembre e febbraio. Così, si sono aperte linee di credito triennali per circa 1.000 miliardi di euro, con le quali le banche italiane (ma anche le spagnole), hanno potuto effettuare il rollover del debito pubblico esistente in portafoglio. Non solo. Hanno anche sostenuto le aste di titoli italiane che sono avvenute nella prima parte dell’anno, contribuendo ad abbassare i rendimenti dei bond in emissione.
Per i Btp a dieci anni il miglioramento è stato notevole. Il rendimento è calato in modo significativo in pochi mesi. Dal 7,16% del 9 gennaio scorso, si è passati al 4,81% dell’8 marzo. Nello stesso periodo il rally positivo aveva coinvolto anche le altre maturity dei bond italiani. Il tasso d’interesse delle obbligazioni con scadenza a due anni passarono dal 5,09% all’1,88%, mentre quelle a 5 anni dal 6,40% al 3,54 per cento. Operazione riuscita per la Bce? Non proprio. Come ha ricordato più volte il presidente dell’Eurotower, la rottura del meccanismo di trasmissione della politica monetaria della banca centrale è stata netta. All’abbassarsi del tasso di rifinanziamento della Bce - l’ultimo taglio a luglio - non ha fatto seguito il sollievo sui tassi retail delle banche dei Paesi periferici. Colpa proprio dell’incredibile mole di titoli governativi italiani comprati dalle banche domestiche. Più comprano Bot e Btp e più questi vanno sotto pressione, più le banche italiane soffrono. Eppure, come ha sottolineato la banca anglo-asiatica HSBC a fine luglio, non c’erano margini per fare in modo differente. «L’Italia non poteva permettersi di scendere sui mercati obbligazionari e non trovare compratori», spiegavano gli analisti. Dato che l’accesso ai due fondi salva-Stati europei, lo European financial stability facility (Efsf) e lo European stability mechanism (Esm), è subordinato alla firma di un memorandum d’intesa da parte del Paese richiedente aiuto, l’avvio delle due Ltro da parte della Bce ha dato respiro all’eurozona a fronte di minori rischi.
Fra pochi giorni Draghi forse svelerà il suo piano per sostenere ancora una volta Roma e Madrid nel caso arrivasse una richiesta di aiuto. Parlando a porte chiuse al Parlamento europeo, ha riferito il parlamentare del PPE Jean-Paul Gauzès, il numero uno della Bce ha rimarcato che l’acquisto di titoli di Stato con scadenza fino a tre anni non costituisce una violazione dei trattati comunitari. Come prevedibile, il sollievo dei bond italiani e spagnoli è stato ampio. Tuttavia, come ha ricordato una nota di Royal Bank of Scotland, «l’intervento della Bce sui mercati obbligazionari servirà a prendere tempo, non a risolvere i problemi di Italia e Spagna». Per quelli, la palla passa ai governi.
[email protected]





 

camaleonte

Forumer storico
Mafia o politica o malaffare o inside trading non cambia la situazione, almeno per me. L'orizzonte che abbiamo ora è quello e per stare a galla ne dobbiamo conoscere i movimenti e cercare di utilizzarli per il nostro operare. Il resto sono battaglie perse.


Come possono definirsi perse le battaglie che non abbiamo mai iniziato con
convinzione? Abbiamo perso ogni genere di sovranità con questi risultati.
I movimenti li osserviamo dalle valute, esportazioni e crescita sono anche
una loro funzione.
 

braga

Forumer storico
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 15 gen - Gia' la
commissione affari economici e monetari si e' espressa
favorevolmente sulla relazione preparata dalla francese
Sylvie Goulard (gruppo liberale). Per il voto di domani i
pronostici danno un voto favorevole con una maggioranza
ristretta, dal momento che la risoluzione (ha soltanto un
valore politico non vincolante ne' la Commissione ne' i
governi) pone i parlamentari tedeschi del Ppe in linea di
collisione con il no della cancelliera tedesca Angela Merkel
agli Eurobond (almeno fino a quando non sara' chiuso il
cerchio sul controllo assoluto delle politiche di bilancio
nazionali e il livello del debito pubblico non sara'
sensibilmente calato).
L'idea principale sulla quale ruotano i suggerimenti del
Parlamento e' che l'emissione congiunta di debito con
responsabilita' condivisa tra gli Stati e il rafforzamento
dell'integrazione delle politiche di bilancio caratterizzato
dalla disciplina e dal controllo europeo "rappresentano due
facce della stessa medaglia". Di fronte alle timidezze dei
governi, anzi all'accantonamento dell'idea di procedere
almeno verso l'emissione di 'eurobills' a breve scadenza per
avviare a piccole tappe la condivisione di debito comune,
gli eurodeputati ritengono che gli Eurobond "possano
costituire un segnale forte per i mercati finanziari,
ridurre l'incertezza a condizione che siano realizzati
progressi" nella vigilanza finanziaria e sui bilanci
nazionali. In sostanza, occorre definire un tabella di
marcia vincolante "analoga a quella prevista per i criteri
di Maastricht" che introdussero la moneta unica. A patto che
sia rispettato pienamente il patto di stabilita'.
Quattro le prospettive da tenere aperte, prospettive che
corrispondono a quattro diverse fasi da percorrere non
necessariamente consequenziali. La prima riguarda le misure
immediate per uscire dalla crisi del debito sovrano a
completamento dell'azione Bce e dell'Esm (Fondo anti-crisi).
L'idea e' istituire un fondo di rimborso del debito sovrano
al quale trasferire in cinque anni degli importi di debito
superiori al valore di riferimento del 60% del pil (non piu'
del 10%) con l'obbligo per gli Stati di rimborsare
autonomamente il debito trasferito entro 25 anni, condizioni
rigorose tra cui deposito di garanzie, impegno ad attuare
piano di risanamento riforme strutturali.

Aps-y-
 

Baro

Umile contadino
Come possono definirsi perse le battaglie che non abbiamo mai iniziato con
convinzione? Abbiamo perso ogni genere di sovranità con questi risultati.
I movimenti li osserviamo dalle valute, esportazioni e crescita sono anche
una loro funzione.
E chi dovrebbe iniziare questa battaglia? La Bce, i singoli Stati, la nostra politica...tu vedi grandi slanci di statisti illustri che stanno dritti sull'altare della ragione imitando i padri fondatori? Vedi generazioni di persone giovani che vogliono emergere a tutti i costi nello studio e nel lavoro? Vedi sussidiarietà nella nostra società? Vedi la Chiesa che si stà disfando delle sue immense proprietà per opere caritatevoli? Io purtroppo non vedo nessuna di queste opzioni e temo che non ne vedrò mai...sono cinico? Può essere ma avendo frequentato ambienti politici per 20 anni non ho visto nessuna idealità nobile da perseguire ma solo l'umano interesse.
 

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