camaleonte
Forumer storico
"Il corso brillante dei Treasuries nelle ultime settimane, anche nella parte tra i 10 e i 30 anni, ha suscitato parecchie perplessità sui mercati azionari. Ma come, ci si è chiesti, ci raccontiamo dalla mattina alla sera che la ripresa sta accelerando e sarà forte e poi vediamo i trentennali che salgono come se invece si stesse rallentando. Come è possibile?
Per qualche tempo si è cercata una risposta in positivo nell’inflazione più bassa del previsto. Rischiamo la deflazione, ci si è detti, e quindi è giusto che i governativi salgano, portandosi dietro tutto il resto.
Succede però che da tre mesi, a guardare i numeri per davvero, l’inflazione esce più forte delle attese. Mentre pensiamo di essere all’uno e di rischiare di andare a zero, il dato annualizzato degli ultimi tre mesi, come nota perfidamente David Rosenberg, è del 2.3. Rosenberg, che nelle sue previsioni sull’andamento dei prezzi ha un passato pluridecennale impeccabile, è convinto che vedremo il 3 per cento già l’anno prossimo. Con il 3 d’inflazione (solo l’inizio di un lungo trend, a suo parere) la tesi che Bernanke va esponendo nei suoi costosissimi pranzi con grandi gestori (non vedrò mai più i Fed Funds al 4 per cento), trova Rosenberg in disaccordo.
In realtà, una possibilità da considerare seriamente è che l’inflazione risalga nel 2014, nel 2015 e oltre con i Fed Funds che la inseguono solo in parte. I tassi reali, che sono prematuramente risaliti nell’estate scorsa, sono oggi azzerati sul decennale e potrebbero diventare negativi su tutta la curva nei prossimi anni.
Con una Fed che rimane strategicamente molto più espansiva di quanto non pensino i mercati, con una Banca del Giappone che potrebbe ampliare il suo Qe nei prossimi mesi e con una Bce che il 5 giugno non si limiterà ad abbassare i tassi ma ci regalerà qualche altra misura (un Ltro o un acquisto di titoli che non sia ancora un Qe), le condizioni per i mercati azionari, in un anno che già vedrà un’accelerazione della crescita, saranno eccellenti."
Azioni, bond, cambi. Troppa calma, rischio di correzioni improvvise
Per qualche tempo si è cercata una risposta in positivo nell’inflazione più bassa del previsto. Rischiamo la deflazione, ci si è detti, e quindi è giusto che i governativi salgano, portandosi dietro tutto il resto.
Succede però che da tre mesi, a guardare i numeri per davvero, l’inflazione esce più forte delle attese. Mentre pensiamo di essere all’uno e di rischiare di andare a zero, il dato annualizzato degli ultimi tre mesi, come nota perfidamente David Rosenberg, è del 2.3. Rosenberg, che nelle sue previsioni sull’andamento dei prezzi ha un passato pluridecennale impeccabile, è convinto che vedremo il 3 per cento già l’anno prossimo. Con il 3 d’inflazione (solo l’inizio di un lungo trend, a suo parere) la tesi che Bernanke va esponendo nei suoi costosissimi pranzi con grandi gestori (non vedrò mai più i Fed Funds al 4 per cento), trova Rosenberg in disaccordo.
In realtà, una possibilità da considerare seriamente è che l’inflazione risalga nel 2014, nel 2015 e oltre con i Fed Funds che la inseguono solo in parte. I tassi reali, che sono prematuramente risaliti nell’estate scorsa, sono oggi azzerati sul decennale e potrebbero diventare negativi su tutta la curva nei prossimi anni.
Con una Fed che rimane strategicamente molto più espansiva di quanto non pensino i mercati, con una Banca del Giappone che potrebbe ampliare il suo Qe nei prossimi mesi e con una Bce che il 5 giugno non si limiterà ad abbassare i tassi ma ci regalerà qualche altra misura (un Ltro o un acquisto di titoli che non sia ancora un Qe), le condizioni per i mercati azionari, in un anno che già vedrà un’accelerazione della crescita, saranno eccellenti."
Azioni, bond, cambi. Troppa calma, rischio di correzioni improvvise