Se non ora, quando?
Dal sito di
Beppe Scienza, un estratto di un articolo del 28 gennaio (considerazioni valide per lo
slow trading):
Dopo Draghi. Le pericolose alternative ai Btp
""Cosa conviene ai risparmiatori, ora che le banche centrali potranno comprare a man bassa titoli di stato? Sull'euro sono probabili tassi compressi ancora per un po' e comunque già ora i Btp triennali rendono l'1,1%, tolte tutte le tasse italiane. Per altro senza inflazione anche un rendimento nullo non è una tragedia.
Molti ripetono che è possibile ottenere di più con le azioni o titoli in valuta. Sì, ma anche molto meno. Così, tanto per provare emozioni, uno potrebbe perdere magari il 30% con la Borsa o con le divise estere. Difficile che a un investitore prudente piacciano scommesse così rischiose.
Ragionando sul reddito fisso, meglio rendersi conto della fortissima asimmetria negli scenari ipotizzabili. Una variazione dei tassi d'interesse per esempio del 3-4% è possibile in su, ma non in giù, perché i rendimenti nominali non possono diventare negativi. Quindi le quotazioni di Btp o altri titoli lunghi possono crollare, ma non impennarsi com'è capitato negli ultimi anni. Morale: i titoli lunghi sono pericolosi.
Con tassi di mercato così striminziti, meglio evitare costi inutili, anzi dannosi. Alla larga dai fondi comuni obbligazionari, perché le commissioni di gestione ne abbattono i rendimenti attesi, portandoli anche sotto lo zero.""
Ciao,
Giuseppe
Beppe Scienza
Be’, che dire… sono buone, anzi ottime raccomandazioni per i nonni
ultrasessantenni andati in pensione con il gruzzoletto che si assottiglia
sempre più a causa dei rendimenti ridotti all’osso.
Che i titoli lunghi non siano per tutti, lo sapeva già da tempo anche
quell’altro Beppe, senza dubbio più famoso e scaltro, che predica il
default da una dozzina d’anni senza peraltro mai azzeccarci, ma che nel
frattempo vede crescere in modo esponenziale i click nel suo blog.
Ma questo in cui scriviamo - con il rispetto dovuto ai nonni - vorrebbe
essere un forum per investitori e traders evoluti, che sanno cogliere la
direzione del vento dopo attente valutazioni dell’andamento economico-
finanziario e politico del momento.
Per i
Btp a lunga scadenza, saltano agli occhi alcuni dati di fatto forse
mai verificatisi in precedenza con tale impressionante concomitanza:
1) L’economia versa da anni in stato comatoso, centinaia di chiusure di
aziende si susseguono ogni giorno sebbene si comincino a intravvedere
timidi segnali di risveglio soprattutto per quanto attiene l’occupazione
(+93.000 unità);
2) Forza cose, i tassi rimarranno a zero per molto tempo scongiurando
in tal modo i pericolosi crolli dei titoli lunghi;
3) Il QE lanciato dalla Bce appare convincente: 60 mld al mese -
praticamente a tempo indeterminato - non sono poca cosa e per vedere
i risultati ci vorrà del tempo (prezioso per il trading). Cominceremo a
preoccuparci solo quando il tempo sarà scaduto;
4) Non vi sono altre possibili soluzioni che affidarsi a un lento riavvio
della crescita rifinanziando puntualmente il debito pubblico (Btp lunghi)
a costi ridotti;
5) Il fattore G (da non confondere con il punto G
) più di tanto non
preoccupa, rappresenta poco più dell’1,5% dell’intera UE e per loro la
via da percorrere ad evitare l’emarginazione e l’irrilevanza, rimane
obbligata: pagare i debiti senza divagare.
Appare pertanto evidente che dalla terribile crisi del settembre ‘92 (Btp
lunghi -50%), non vi siano tante buone ragioni come ora per poter
affermare che l’investimento (e ancor di più il trading), sia percorribile
ad un tasso di rischio tollerabile.
Però - come avverte il bravo prof. Scienza –
tale strategia è vivamente
sconsigliata ai nonni dal cuore debole e dal robusto gruzzolo,
of course….
Ray Stra-pazzo