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Germania: produzione industriale in calo a ottobre, deluse le attese
Battuta d'arresto inaspettata per la produzione industriale
della Germania. A ottobre si è registrato un calo dello 0,5%
rispetto al mese precedente, quando la produzione industriale
era invece salita dello 0,1% (dato rivisto al ribasso dal
precedente +0,2%). Il dato delude le attese degli analisti che
si aspettavano invece una accelerazione con un +0,3%. Milano,
Finanza.com
 
(ANSA) - ROMA, 7 DIC - il presidente del Consiglio Giuseppe Conte "sta facendo una eccellente opera di mediazione" con l'Ue sulla manovra e "secondo me porteremo a casa la legge di bilancio con dentro quota 100, reddito e pensione di cittadinanza, aiuti agli imprenditori ed eviteremo la procedura di infrazione". Lo ha affermato il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, ospite di Radio 24.

Di Maio, eviteremo procedure infrazione - Economia
 
marketinsight.it - FRANCIA - SI RIDUCE IL DEFICIT DELLA BILANCIA COMMERCIALE A OTTOBRE
Nel mese di ottobre in Francia la bilancia commerciale ha segnato
un deficit pari a 4,052 miliardi di euro, inferiore sia al dato
rilevato in precedenza (-5,424 miliardi rivisto da -5,663
miliardi) che alle attese fissate su un deficit di 5,750
miliardi.
Leggi la notizia sul sito marketinsight.it
 
Buongiorno.

"
Hudson sostiene che il lungo declino e la caduta di Roma siano cominciati non, come sostiene Gibbon, con la morte di Marco Aurelio, ma quattro secoli prima, dopo che Annibale devastò la campagna italiana durante la Seconda Guerra Punica (218-201 a.C.). Dopo la guerra, i piccoli contadini dell’Italia non recuperarono mai la propria terra, che veniva sistematicamente incamerata dai grandi oligarchi terrieri, come Plinio il Vecchio ha evidenziato. [Naturalmente, oggi sono le piccole e medie imprese italiane che vengono accaparrate dalle multinazionali oligarchiche e pan-europee].



Ma tra gli studiosi moderni, come sottolinea Hudson, “Arnold Toynbee è praticamente l’unico a dare importanza al ruolo del debito nella concentrazione della ricchezza romana e della proprietà terriera” (p. xviii) – e quindi nello spiegare il declino dell’Impero Romano…



“Le società della Mesopotamia non erano interessate all’uguaglianza” ha dichiarato all’intervistatore, “ma erano civilizzate. E possedevano la sofisticazione finanziaria sufficiente per capire che, dal momento che gli interessi sui prestiti aumentano esponenzialmente, mentre la crescita economica nella migliore delle ipotesi segue una curva a S, è inevitabile che i debitori, se non sono protetti da un’autorità centrale, finiranno per essere eterni debitori. Pertanto i re della Mesopotamia salvavano regolarmente i debitori che stavano venendo sommersi dai debiti. Sapevano che era una misura necessaria. Più e più volte, secolo dopo secolo. Proclamavano “complete amnistie”.

L’Italia, l’Unione europea e la caduta dell’impero romano

la storia forse non ha senso eppure l'uomo il senso lo cerca, un po' affannosamente, in quest'epoca in cui le certezze positiviste sembrano tramontare
in luogo della trascendenza si è abbracciata la fede nel progresso, capace come non mai di dispensare benefici a larghe fette dell'ecumene, eppure, ora che le nuove generazioni specchiatesi e nei genitori e nei nonni indubbiamente messi nelle condizioni migliori di quanto non lo siano gli stessi giovani, si interrogano sul consistenza di questa fede lineare, su questa religione intesa nel senso lattanziano di "legare, unire", non trovano nulla per cui vale la pena combattere, e men che meno sostenere
penso, davvero, che l'onda lunga del dopoguerra abbia esaurito definitivamente i suoi effetti, che l'economia e la finanza, libera dal nemico comunista abba fatto scempio come gli antichi barbari scendevano dalle pianure asiatiche con il solo scopo di saccheggiare: gli unici bastioni difensivi sono e stanno per essere eretti da qualche fermento sociale traboccante da crepe sociali sempre più vistose, alcuni politilogi danno per la metà del prossimo decennio la fine del "sogno europeo" con un brusco risveglio frammentario, sarà vero?
 
Rapporto Censis: Italia verso un'economia individuale, la società è in crisi
"Andiamo da un'economia dei sistemi verso un ecosistema degli
attori individuali, verso un appiattimento della società. In un
ecosistema di attori ciascuno afferma un proprio paniere di
diritti e perde senso qualsiasi mobilitazione sociale". E'
una delle considerazioni generali del 52° Rapporto Censis sulla
situazione sociale del Paese, in cui emerge una società in
crisi. "Gli italiani - si legge nella nota Censis - sono
incapsulati in un Paese pieno di rancore e incerto nel
programmare il futuro. Ogni spazio lasciato vuoto dalla
dialettica politica è riempito dal risentimento di chi non vede
riconosciuto l'impegno, il lavoro, la fatica dell'aver
compiuto il proprio compito di resistenza e di adattamento alla
crisi". Milano, Finanza.com
 
Rapporto Censis: spesa per innovazione in calo, Italia è quinta per investimenti ricevuti da Ue
La spesa pubblica destinata in Italia alla ricerca è scesa da
poco meno di 10 miliardi di euro nel 2008 a poco più di 8,5
miliardi nel 2017. Nel periodo è passata da 157,5 euro per
abitante a 119,3 euro. Lo rileva il 52° Rapporto Censis,
diffuso oggi. L'Italia è il quinto paese per finanziamenti
europei ricevuti, dopo Germania, Regno Unito, Francia e Spagna.
E il quarto per numero di progetti finanziati: il 9,5% dei
quasi 92.000 progetti che hanno ricevuto il contributo. Milano,
Finanza.com
 
Rapporto Censis: potere d'acquisto famiglie sotto il 6% rispetto al 2008, aumenta forbice nei consumi
Il potere d'acquisto delle famiglie italiane è ancora
inferiore del 6,3% in termini reali rispetto a quello del 2008.
E i soldi restano fermi, preferibilmente in contanti. E' ciò
che emerge dal 52° Rapporto Censis sulla situazione sociale del
Paese. La forbice nei consumi tra i diversi gruppi sociali si è
visibilmente allargata negli ultimi anni: nel periodo 2014-2017
le famiglie operaie hanno registrato un -1,8% in termini reali
della spesa per consumi, mentre quelle degli imprenditori un
+6,6%. Milano, Finanza.com Queste cose devono far riflettere!..evidentemente il disagio sociale lo si scorge a tratti ancora nelle regioni italiane di maggior produzione industriale e più marcata in quelle periferiche.Fino a qui non fa una piega ma se si prende la forbice delle persone indigenti e che non riescono a mantenere il costo personale e che si privano di cure sanitarie necessarie si va a scemare!
 
Stati Uniti: tasso di disoccupazione stabile al 3,7% a novembre
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti rimane stabile a
novembre al 3,7%, centrando le attese degli analisti. Si tratta
del livello di disoccupazione più basso degli ultimi 49 anni.
Milano, Finanza.com
 

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