Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

di Rob Jones *

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 feb - Gennaio e'
stato un mese movimentato per i mercati azionari europei con
la geopolitica che e' tornata ad essere un problema dopo gli
spaventosi attacchi terroristici a Parigi.
L'indice MSCI Europa NR ha guadagnato un notevole +7,23% e ha
sovraperformato significativamente rispetto ad altre regioni
a livello globale, sulla scia dell'annuncio del QE da parte
di Mario Draghi. La BCE acquistera' soprattutto Titoli di
Stato per un totale di 60 miliardi di euro al mese fino alla
fine del 2016.
L'annuncio e' arrivato con l'inflazione
dell'Eurozona precipitata a -0,6% rispetto all'anno
precedente, spingendo al ribasso l'euro. Inoltre, sono
migliorati anche numerosi indicatori economici, con il PMI
dell'area euro che ha dato segnali di crescita.

Questo sentiment positivo ha ridotto l'impatto della vittoria
del partito anti-austerita' Syriza in Grecia, il cui
obiettivo di rinegoziare il debito pubblico ellenico aveva
alimentato timori su un'uscita forzata di Atene
dall'Eurozona. La Grecia, pero', e' ancora un Paese
problematico per gli investitori, che dovrebbero continuare
ad aggiustare la loro esposizione in un contesto di mercato
altamente volatile, in cui assistiamo ad una costante raffica
di notizie contrastanti, in quanto il Governo greco e i suoi
partner europei tentano di trovare un compromesso. Molte
delle voci sono allarmanti come lo erano durante il picco
della crisi del 2011, con la paura per una disgregazione
dell'Eurozona causata dalla Grecia. Sebbene siamo consapevoli
che questa minaccia non sia trascurabile, riteniamo che un
compromesso generale all'interno dell'Eurozona sul riassetto
del debito e uno stimolo pro-crescita sia l'esito piu'
probabile. In questo caso siamo di fronte a previsioni di
tipo piu' politico che economico, e ovviamente questa e'
un'ulteriore area di estrema complessita'!
Il benchmark ha evidenziato rendimenti maggiori in Svezia,
Germania, Svizzera e Italia. L'euro piu' debole ha comunque
spinto la Banca Nazionale Svizzera ad abbandonare la soglia
minima del tasso di cambio del franco svizzero nei confronti
della moneta unica e, di conseguenza, la valuta si e'
apprezzata del 30% prima di svalutarsi nuovamente. Come
conseguenza il mercato svizzero e' precipitato. Il prezzo del
petrolio ha continuato il proprio trend al ribasso arrivando
fino a 48 dollari a barile, in quanto l'OPEC ha deciso di
mantenere inalterata la produzione. I produttori di shale gas
sono andati ulteriormente sotto pressione, avendo impostato
le loro produzioni sulla base di prezzi piu' elevati. Negli
Stati Uniti, i mercati hanno ritracciato sulla scia di
deludenti dati sugli utili societari. Nonostante cio', i
numeri sulla creazione di nuovi posti di lavoro sono rimasti
solidi.
In una situazione cosi' incerta abbiamo continuato a
investire con un certo grado di bilanciamento. Da un lato
abbiamo le predominanti e potenti forze deflattive che hanno
guidato incessantemente verso il basso i rendimenti dei bond
assimilabili a quelli delle azioni che assicurano un flusso
costante di dividendi. Forse il miglior esempio di questo
fenomeno a gennaio e' stato il continuo sovraperformare dei
titoli nel comparto beni di prima necessita', nonostante
valutazioni storicamente elevate. Dall'altro lato, siamo
coscienti degli effetti positivi dello stimolo monetario e
infatti nell'Eurozona gia' si osservano segnali di ripresa.
In effetti, i dati che arrivano dalla maggior parte delle
principali economie europee continuano a mostrare un
andamento incoraggiante. Il settore dell'auto e' stato un
beneficiario illustre di questo sentiment pro-ciclico.
Guardando alle prossime settimane, gli investitori europei
dovranno decidere se i primi segnali di ripresa sono
sostenibili e possono avere un vero effetto reflazionistico
oppure se la mancanza di accordo tra i politici del Vecchio
Continente rendera' vani ancora una volta i progressi fatti.
Speriamo di avere piu' chiarezza su questo punto nei prossimi
mesi.

* Co-Head of European Equities di Union Bancaire Prive'e -
UBP

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(RADIOCOR) 19-02-15 11:30:33 (0237)
 
Il 46 non è partito come pensavo...ma lo farà a breve penso...sono investito al 100% su questo titolo...(so benissimo che non si dovrebbe fare) ma o la va o la spacca...cioè se arriva in area 118 esco con gain grandioso e mi ritiro per un pò senza investire , se dovesse scendere di brutto causa Libia e Ucraina cedolo e integro lo stipendio ...ragionamento puro e duro...

stiamo a vedere...comunque con questa impennata abbiamo rotto gli schemi di cui si parlava vero? quindi si dovrebbe puntare a 140 di fbtp...e oltre
 
Il 46 non è partito come pensavo...ma lo farà a breve penso...sono investito al 100% su questo titolo...(so benissimo che non si dovrebbe fare) ma o la va o la spacca...cioè se arriva in area 118 esco con gain grandioso e mi ritiro per un pò senza investire , se dovesse scendere di brutto causa Libia e Ucraina cedolo e integro lo stipendio ...ragionamento puro e duro...

stiamo a vedere...comunque con questa impennata abbiamo rotto gli schemi di cui si parlava vero? quindi si dovrebbe puntare a 140 di fbtp...e oltre
Bene però il 46 non ha molta correlazione col fbtp...se fosse stato correlato con i valori di fbtp di ieri confrontati con oggi dovrebbe essere almento a 114,50
 
Niente timori;solo notizie schedulate

fbtp -0,6 IN 5 MINUTI
138.31

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 19 feb - La lettera del
governo greco, che chiede all'Eurozona un'estensione
dell'accordo di assistenza finanziaria, e' un segnale
"positivo" e "apre la strada a un compromesso". E' il
giudizio del presidente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker. "Juncker - ha sintetizzato Margaritis
Schinas, portavoce della Commissione - ha avuto numerosi
contatti tutta la notte e ha visto dei segnali postivi questa
mattina nella lettera, che apre la strada a un compromesso
ragionevole nell'interesse della stabilita'".
Red-Ppa-

(RADIOCOR) 19-02-15 13:13:38 (0314)
 

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