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Quasi OT

Badante veneta ruba 652.000 euro a novantenne deceduta.
Il direttore della banca è indagato per il reato di favoreggiamento


Ecco ciò che succede a lasciare il cash nel c/c e a non seguire il sentiero segnalato da PB...
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LE BANCHE CENTRALI HANNO IN MANO MOLTO DEBITO, MA NON POSSONO CANCELLARLO
In tutto il mondo, ma nell’Eurozona in particolare, la bassa crescita ha anche voluto dire minor gettito fiscale, contribuendo a far crescere il debito/Pil. La spesa pubblica ha consentito sicuramente di evitare una crisi finanziaria ancora più profonda, ma il prezzo per salvare le banche e stimolare l’economia è stato enorme, e oggi si riflette nei record storici toccati dal debito pubblico sul Pil, con l’effetto collaterale di gonfiare oltre misura i bilanci delle banche centrali. Oggi la Bce detiene il 26% del mercato obbligazionario tedesco, il 21% di quello francese e il 20% di quello italiano, mentre Bank of England possiede il 25% del mercato obbligazionario domestico e Bank of Japan addirittura il 40%. In teoria, osserva l’esperto di Columbia Threadneedle, le banche centrali potrebbero cancellare il debito che hanno in portafoglio, ma dovrebbe essere una mossa concertata di tutte le banche centrali, cosa altamente improbabile con la disarmonia in Europa, la guerra dei dazi tra Usa e Cina e il graduale processo di de-globalizzazione. I rapporti debito/Pil sembrano così condannati a rimanere molto elevati."

Futuro giapponese per l’Eurozona: poca crescita e bassa inflazione


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IL DEBITO ELEVATO POTREBBE PORTARE TURBOLENZE
Questo perché, spiega l’esperto, entrambe le economie dispongono di ampi sistemi bancari, che sono responsabili di circa il 70% dei finanziamenti erogati soprattutto a Pmi, e che hanno accumulato titoli di Stato, sostenendo la crescita del debito/Pil. Non importa quanto la Bce possa ridurre i tassi se le Pmi non accendono prestiti e se i governi non possono spendere per il tetto al 3% dei deficit pubblici. L’esperienza giapponese indica che sarà molto difficile lasciarsi alle spalle la crescita e l’inflazione basse. Un aumento del credito a imprese e famiglie potrebbe favorire progressi, ma servirà molto tempo. Per questo Columbia Threadneedle ritiene che l’Eurozona stia entrando in una fase prolungata di inflazione e crescita contenute, con tassi destinati a restare bassi per i prossimi 10-20 anni e i livelli di indebitamento persistentemente elevati, che fanno anche prevedere una maggiore volatilità. “È il caso di allacciare le cinture di sicurezza”, avverte Burgess, perché il futuro “si preannuncia turbolento”.
 
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LE BANCHE CENTRALI HANNO IN MANO MOLTO DEBITO, MA NON POSSONO CANCELLARLO
In tutto il mondo, ma nell’Eurozona in particolare, la bassa crescita ha anche voluto dire minor gettito fiscale, contribuendo a far crescere il debito/Pil. La spesa pubblica ha consentito sicuramente di evitare una crisi finanziaria ancora più profonda, ma il prezzo per salvare le banche e stimolare l’economia è stato enorme, e oggi si riflette nei record storici toccati dal debito pubblico sul Pil, con l’effetto collaterale di gonfiare oltre misura i bilanci delle banche centrali. Oggi la Bce detiene il 26% del mercato obbligazionario tedesco, il 21% di quello francese e il 20% di quello italiano, mentre Bank of England possiede il 25% del mercato obbligazionario domestico e Bank of Japan addirittura il 40%. In teoria, osserva l’esperto di Columbia Threadneedle, le banche centrali potrebbero cancellare il debito che hanno in portafoglio, ma dovrebbe essere una mossa concertata di tutte le banche centrali, cosa altamente improbabile con la disarmonia in Europa, la guerra dei dazi tra Usa e Cina e il graduale processo di de-globalizzazione. I rapporti debito/Pil sembrano così condannati a rimanere molto elevati."

Futuro giapponese per l’Eurozona: poca crescita e bassa inflazione

Il debito può essere cancellato soltanto se la banca centrale di uno Stato è di proprietà di quello Stato.
Ecco perchè la BCE non può (e non vuole :no:) cancellare il debito, anzi (chissà perchè :wall:) lo fa aumentare... ? :depresso:
 
L'acquisto dell'umore dei consumatori statunitensi sta appannando significativamente
7 ore





L'umore dei consumatori statunitensi si è raffreddato sorprendentemente bruscamente a settembre a causa del conflitto commerciale. La barra della fiducia dei consumatori è scesa a 125,1 da 134,2 di luglio, ha dichiarato il Board Conference dell'Institute nel suo sondaggio mensile martedì. Gli esperti intervistati da Reuters si aspettavano solo un leggero calo a 133,5. I consumatori statunitensi intervistati hanno valutato la loro situazione e le prospettive peggiori. "L'escalation delle tensioni commerciali e doganali alla fine di agosto sembra aver turbato i consumatori", ha dichiarato Lynn Franco, esperto dell'istituto, di fronte alla guerra commerciale USA-Cina. "Sembra che la fiducia diminuisca."

Con la loro spesa, i consumatori sono il pilastro centrale dell'economia americana, poiché i consumi privati rappresentano circa il 70 percento della produzione economica. "Un mercato del lavoro sano e condizioni finanziarie favorevoli continuano a sostenere la spesa delle famiglie", ha affermato l'OCSE. "Ma tariffe più elevate continuano ad aumentare i costi per le imprese". Il loro investimento e le loro esportazioni si sono indeboliti.

Kauflaune der US-Verbraucher trübt sich deutlich ein
 

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