GALLI SU RIFORMA MES: “POTENZIALE PISTOLA A TEMPIA ITALIA”
Ma la polemica continua e, a far drizzare le antenne è anche un articolo dell’Huffington Post, dal titolo inquietante:
Perché la riforma del Mes è una potenziale pistola alla tempia dell’Italia.
di
Laura Naka Antonelli
[...] L’articolo riprende alcune parole proferite non da un sovranista qualsiasi ma da
Giampaolo Galli, economista dell’Osservatorio sui conti pubblici di Carlo Cottarelli.
Proprio lui, ricorda il sito, ha parlato di pistola alla tempia, in occasione di un suo intervento alla V e XIV Commissione della Camera del 6 novembre scorso:
“La riforma in itinere sposta decisamente l’asse del potere economico nell’Eurozona dalla Commissione al Mes”. Poi (Galli) passa alla ‘pistola’: “Il punto fondamentale è che nella riforma emerge l’idea che un Paese che chiede aiuto al Mes debba ristrutturare preventivamente il proprio debito, se questo non è giudicato sostenibile dallo stesso Mes. Si noti che la novità non sta tanto nella possibilità che un debito sovrano venga ristrutturato ma nell’idea che che la ristrutturazione diventi una precondizione pressoché automatica per ottenere i finanziamenti”.
L’Huffington Post nell’articolo riprende altre dichiarazioni di
Giampaolo Galli:
“In sintesi, nota l’economista, la precondizionalità della ristrutturazione del debito
è la vera ‘pistola’ alla tempia dell’Italia:
“Una ristrutturazione preventiva sarebbe un colpo di pistola a sangue freddo alla tempia dei risparmiatori, una sorta di bail-in applicato a milioni di persone che hanno dato fiducia allo Stato comprando titoli del debito pubblico. Sarebbe un evento di gran lunga peggiore di ciò l’Italia ha vissuto negli ultimi anni a causa dei fallimenti di alcune banche”.
Patuelli su Mes: riforma? Potremmo non comprare più Btp
Le parole riprese dal sito mettono in allarme e forse anche in imbarazzo lo stesso numero uno dell’Abi, associazione bancaria italiana,
che lancia la bomba debito Italia, non nascondendo la frustrazione per il fatto di non essere stato informato, dice lui, su niente e da nessuno. Da Antonio Patuelli arriva anche la minaccia di sferrare
un duro colpo al doom loop: quell’abbraccio mortale tra banche e BTP, in generale tra le banche e i titoli di stato del loro paese.
Il numero uno dell’associazione dice di non essere stato informato dal governo M5S-PD sulle trattative in corso per la riforma del Mes e di non essere venuto a conoscenza, in particolare, della modifica delle “
clausole di azione collettiva” (Cacs) che si vogliono introdurre, e che renderebbero più facile l’eventuale ristrutturazione del debito pubblico.
“
Guardate, io non ne so niente; ho solo letto i giornali stamattina. Ma sono materie sulle quali il mondo bancario italiano non è stato messo al corrente da parte delle istituzioni. Non ci hanno detto nulla. L’impatto è per il tesoro italiano, e su noi per conseguenza. Ma a noi non hanno comunicato nulla. Leggo solo i giornali; le cose c
he ho letto di più sono sull’Huffington Post di stanotte. Io non ho avuto notifica alcuna – insiste Patuelli – coinvolgimento alcuno, leggo, guardo gli atti, le responsabilità sono istituzionali, non c’è una compartecipazione, un tavolo in proposito”. Detto questo, se effettivamente la clausola renderà più facile la ristrutturazione del debito sovrano, a questo punto,
“non li compreremo più”, ha detto Patuelli, riferendosi ai titoli di stato italiani.
“Voglio dire: siamo liberi di comprare quello che vogliamo, non abbiamo vincolo di portafogli.
Noi abbiamo in questa fase circa 400 miliardi di debito pubblico italiano. Come investitore il mio problema è che cosa la Repubblica fa per tutelare il debito pubblico. Il problema è il debito pubblico italiano, che non è il debito delle banche”. La frase di Patuelli torna ad alimentare i timori sul debito pubblico italiano e sulle conseguenze nefaste che ha provocato e potrebbe ancora provocare. La domanda è: cosa accadrebbe se le banche italiane, nel peggior scenario possibile, decidessero di
scaricare la mole dei BTP che detengono? Le conseguenze sulla stabilità e sostenibilità del debito pubblico sarebbero drammatiche.decidessero di
scaricare la mole dei BTP che detengono?
Le conseguenze sulla stabilità e sostenibilità del debito pubblico sarebbero drammatiche.
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Laura Antonelli (da non confondere
) è la solita catastrofista impenitente.
Il nostro debito pubblico è come il sangue del Cristo:
magnifico ac preziosissimum
(Baroni dixit, e forse ha ragione)...