Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

Buona domenica a tutti in una fantastica alba.
Poche righe da quarta ginnasio a beneficio di quanti praticano il copia/incolla senza aver mai acquistato un CDS,che siano di stimolo,riflessione per quelli che intendono proseguire il liceo.
C'erano una volta,tanti,tanti anni fa i CDS,si scrive anni 92...94...98 inventati da tale J.P. Morgan,perfetti per quegli anni,non c'era l'Area Euro come la conosciamo oggi.
C'e' pero' una abissale differenza dall'uso ideato dai grandi banchieri di J.P.M. con quelli che gli emettitori di news continuano a citare tuttoggi a protezione dei debiti area Euro.
Nella peggiore delle ipotesi se un Paese area Euro con "precisi accordi" con chi sapete ristruttura il debito ed evita il default i famigerati CDS a protezione valgono 0,000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000011111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111
esempio Grecia con perdite superiori al 55% chi li ha sottoscritti ne puo' fare l'uso che ho in mente ma non posso scrivere.
Buona giornata.
Purtroppo Paolo ora non faccio più "supposizioni" ma guardo il QUANTO .Si evince che qualcosa è cambiato tra noi e l'isola ellenica ed il nostro governo sterile e ce lo dimostrano i CDS ad esempio ;(postati ieri sera trovandoli nelle rete) ed i rendimenti maggiori ( nostri) . Anche senza mai aver comprato un Btp e forse è entrata una volta nella sua vita in banca; mia madre nel 2012 mi confidò (con spread italia a 585) che la Grecia ci avrebbe superato prima o poi.:sad: Ora non posso che dargli ragione ed anche io da quegli anni bui ho imparato che c'è sempre qualcosa che accresce il nostro modo di vedere e giudicare le cose,senza gioire prima del tempo prefissato ed farne un mezzo a nostro uso e consumo,e guardare solo in una direzione .Ricordo le perdite in conto capitale molto cospicue e non immaginavo minimamente di scendere fino a quei livelli ma a me è successo ma ne sono uscito vincente "solo" nel 2014,nonostante qui sul forum si sia fatta una campagna di tenuta dei bond in portafoglio a dir poco allucinante .Ora sull'Italia c'è un altro problema e certamente non si scorge ancora guardando un centro storico di una grossa capitale perchè li sembra il paese dei balocchi e comunque in una strada come via Cavour a Ravenna ci sono più negozi da affittare o in vendita che quelli aperti :clava:.IL problema viene dal tessuto delle piccole imprese (ed un governo non mantiene ciò che promette per il semplice motivo che i soldi sono finiti e gli auti europei non arrivano perchè spesi altrove ) che chiudono i battenti e sappiamo che non sarà più come prima.La globalizzazione fa si che le industrie girano la facciata con nomi esteri ed la nostra manodopera è quasi la più bassa europea;insomma un inaridimento che anche un bambino lo vedrebbe .Un amico che è nel commercio alimentare da 40 anni l'altro giorno mi ha confidato che l'Italia tra qualche anno ,secondo un suo amico (grosso industriale) potrebbe avere problemi a rimborsare i TDS e mettere o attivare le clausole ( adesso i titoli di stato nostri sono acquistati da noi per un 70% circa e 30 % estero).Forse hanno visto :reading: che qualcosa bolle in pentola e non solo i fondi hedge! Io compro debito e lo tengo in portafoglio se mi fido ma se viene a mancare quella cosa diventa un problema anche nel breve -medio periodo purtroppo!:-o Sono sempre positivo per il nostro debito e non vorrei mai che succedesse ma la situazione non è più come prima e nessuno ce lo viene a sussurrare all'orecchio ,buona Domenica. Ps : IL rossetto è già successo
 
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Che gli investimenti sostenibili, quelli chiamati con la sigla Esg, siano il fenomeno del momento sui mercati finanziari è fuori di dubbio. Che stiano regalando agli investitori performance “ammalianti” è altrettanto fuori di dubbio: calcola DWS che dal gennaio 2018 l’indice mondiale delle azioni sostenibili (Msci World Sri) ha battuto l’indice globale delle Borse (Msci World) di 4,7 punti percentuali. E anche guardando un orizzonte temporale più lungo, il trend è lo stesso: il verde batte il marrone in Borsa in media di 0,7 punti l’anno. Ma tutto questo entusiasmo per gli investimenti Esg fa nascere una domanda: possibile che su questa asset class si stia gonfiando una bolla? Possibile che ormai basti il marchio «Esg» per attirare soldi in Borsa a prescindere dai fondamentali, come nel 2000 bastava il marchio «.com»? La domanda se la pongono in tanti. E qualcuno, sul mercato, lo pensa. Ma pesando su una bilancia gli indizi che indicherebbero un crescente rischio di bolla e quelli che dicono il contrario, l’evidenza sembra chiara: il rischio è basso. Per tanti motivi. Il primo lo indica Patrick Artus, capo economista della banca francese Natixis: secondo i suoi calcoli, il ritorno totale degli investimenti Esg (azionari e obbligazionari messi insieme) in infrastrutture verdi è stato in media tra il 4% e il 5%. «Nulla di eccessivo», commenta. Il secondo lo calcola Factor Research sul mercato Usa: le azioni catalogate Esg hanno mediamente un rapporto tra prezzo e utili più elevato rispetto al resto del listino, ma di poco. Nulla di eclatante neppure qui. Anche i cosiddetti Green bond hanno mediamente rendimenti più bassi rispetto ai bond tradizionali (quindi prezzi più cari), perché - secondo una ricerca di Commerz bank - c’è un effetto scarsità. Ma questo effetto potrebbe calare man mano che le emissioni aumenteranno: considerando che quello dei green bond è un mercato quasi raddoppiato tra il 2018 e il 2019 a 172 miliardi di euro, ma ancora minuscolo rispetto al mercato obbligazionario globale, di spazio per crescere ce n’è. Questi numeri, dunque, di per sé non sembrano indicare pericolo di bolla. C’è effervescenza sui mercati, certo, ma da qui a parlare di bolla ce ne passa. Ma è soprattutto il terzo motivo a lasciar ben sperare: se da un lato è vero che gli investimenti sostenibili stanno diventando una moda tra gli investitori, dall’altro è anche vero che questo è un mercato che cresce a ritmi veloci sia come volumi (in tre anni è passato da 22,9 trilioni di dollari a 30,7) sia come tipologia di strumenti finanziari. Se - per fare un solo esempio - le emissioni di green bond aumentano velocemente, ora sta anche nascendo un nuovo tipo di obbligazioni: i «transition bond», quelli che finanziano la transizione energetica e sostenibile delle aziende. La Commissione europea stima che serviranno 260 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno solo per finanziare questa transizione. Di trippa, insomma, ce ne sarà. Morale: nel mondo della finanza verde crescono di pari passo sia la domanda sia l’offerta. Allontanando il rischio di bolla. Di fondo il motivo vero è che c’è una convergenza di interessi tra la politica, la finanza e la società civile. Da un lato la politica spinge: lo dimostrano le iniziative della Commissione europea e di molti Governi nazionali. Dall’altro la finanza è sempre più attratta da questo mondo: l’ultima conferma è arrivata da Larry Fink, numero uno della più grande società di gestione al mondo (BlackRock). In un mercato in grande evoluzione, questa sembra dunque essere una nuova frontiera in continua espansione. Non un fenomeno transitorio. Né - per ora almeno - una bolla. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL Sole 24 Ore di oggi .Pag. 3
 
"Sono i miracoli della monetizzazione di fatto del debito, quella che riduce non solo il costo ma anche la quantità del debito stesso. Fino a pochi anni fa il debito pubblico giapponese era del 240 per cento del Pil, oggi è del 140 nonostante i continui deficit annuali. Si è semplicemente cambiato il metodo di calcolo e si è convenuto che i titoli acquistati dalla banca centrale sono di fatto ritirati per sempre dalla circolazione, in pratica annullati. Soluzioni semplici per problemi che sembravano tragici."

Usa, Giappone e i miracoli della monetizzazione del debito. L'analisi di Fugnoli (Kairos)
 
Buona domenica a tutti in una fantastica alba.
Poche righe da quarta ginnasio a beneficio di quanti praticano il copia/incolla senza aver mai acquistato un CDS,che siano di stimolo,riflessione per quelli che intendono proseguire il liceo.
C'erano una volta,tanti,tanti anni fa i CDS,si scrive anni 92...94...98 inventati da tale J.P. Morgan,perfetti per quegli anni,non c'era l'Area Euro come la conosciamo oggi.
C'e' pero' una abissale differenza dall'uso ideato dai grandi banchieri di J.P.M. con quelli che gli emettitori di news continuano a citare tuttoggi a protezione dei debiti area Euro.
Nella peggiore delle ipotesi se un Paese area Euro con "precisi accordi" con chi sapete ristruttura il debito ed evita il default i famigerati CDS a protezione valgono 0,000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000011111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111
esempio Grecia con perdite superiori al 55% chi li ha sottoscritti ne puo' fare l'uso che ho in mente ma non posso scrivere.
Buona giornata.

Lo so......lo so......dovrei glissare.
Girarmi da un altra parte e fare finta di niente.
Ma quando leggo queste cazz stronerie è più forte di me........devo replicare.
IN GRECIA NONOSTANTE CI FOSSERO GLI ACCORDI CON CHI SAPETE (che poi chi sapete, sono le istituzioni Europee ed il Fmi.....senza tanti misteri) I CDS SONO STATI REGOLARMENTE PAGATI.
 
Inizia,il forum a questo serve,coraggio.

Ho solo contestato quella che ritengo una minchi.ata.......nient' altro.
D'altronde con un mercato dei CDS che copre 2200 miliardi di Euro di debito........lo sanno tutti che chi li compra butta soldi. :rotfl:

Come d'altro canto tutti sanno che chi possedeva quelli Greci ha perso il 55%. :rotfl:
 

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