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(Teleborsa) - "Poiché l'inflazione odierna è un sottoprodotto di uno squilibrio tra domanda e offerta, il nostro compito al FOMC è di portarle a un migliore equilibrio. Raggiungeremo questo obiettivo adottando una politica monetaria sufficientemente restrittiva da riportare l'inflazione al nostro obiettivo. Non ci siamo ora, quindi prevedo che saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi". Lo ha affermato il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Raphael Bostic, in un articolo pubblicato sul sito web della banca centrale statunitense.

"Avrò bisogno di vedere gli indicatori di un allentamento generalizzato dell'inflazione", ha aggiunto.

"Ci sono barlumi di speranza - ha proseguito Bostic - Dopo che il ritmo degli aumenti dei prezzi delle merci è accelerato ogni mese tranne uno per 19 mesi, ha rallentato a luglio, agosto e settembre, gli ultimi tre mesi per i quali sono disponibili i dati, secondo il PCE price index, l'indice preferito del FOMC".

A partire da marzo, il Federal Open Market Committee della FED ha alzato i tassi sei volte, da un intervallo compreso tra lo zero e lo 0,25%, a un intervallo compreso tra il 3,75 e il 4%. A giugno, il Comitato ha iniziato a ridurre le disponibilità di titoli della FED, restringendo il bilancio, un altro strumento per ritirare denaro dall'economia e quindi rallentare l'inflazione.





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Emissione News: 2022-11-15 19:47:01
 
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Deve confermare che si comprerà € e si vende §.IL Fib può arrivare a resistere fino a 26000 punti e lo spread Btp-bund a 200. La svolta sarebbe nella fine del conflitto ucraino.E' ancora un po presto ma siamo sulla strada giusta,buona notte.

Buongiorno Stefano e a tutti.

Prima di incrementare pesantemente il 67 a 71,19, ho dovuto convincermi che il $ avesse raggiunto il picco max nei confronti dell'€, perchè la parità o quasi non era affatto scontata: nella mente avevo anche il valore di 0,8 come €/$. Come pure, se dovrò vendere i miei Btp attendo che il cambio €/$ si stabilizzi nella fascia tra 1,20 e 1,30. Sia chiaro che non è una regola, perchè dovrò considerare molto altro ancora, in primis la geopolitica con tutto ciò che ne deriva...
 
Buongiorno Stefano e a tutti.

Prima di incrementare pesantemente il 67 a 71,19, ho dovuto convincermi che il $ avesse raggiunto il picco max nei confronti dell'€, perchè la parità o quasi non era affatto scontata: nella mente avevo anche il valore di 0,8 come €/$. Come pure, se dovrò vendere i miei Btp attendo che il cambio €/$ si stabilizzi nella fascia tra 1,20 e 1,30. Sia chiaro che non è una regola, perchè dovrò considerare molto altro ancora, in primis la geopolitica con tutto ciò che ne deriva...
La penso anche io cosi. Buon giorno a te.
 
Buongiorno Stefano e a tutti.

Prima di incrementare pesantemente il 67 a 71,19, ho dovuto convincermi che il $ avesse raggiunto il picco max nei confronti dell'€, perchè la parità o quasi non era affatto scontata: nella mente avevo anche il valore di 0,8 come €/$. Come pure, se dovrò vendere i miei Btp attendo che il cambio €/$ si stabilizzi nella fascia tra 1,20 e 1,30. Sia chiaro che non è una regola, perchè dovrò considerare molto altro ancora, in primis la geopolitica con tutto ciò che ne deriva...
Buona giornata. Il cambio euro dollaro tra 1,20 e 1,30 è quello che riflette i differenziali dei prezzi tra Europa e Usa. A quel cambio il potere di acquisto sarebbe analogo. Ma, come si fa a far tornare il cambio a quei livelli? Premesso che la rivalutazione riduce l'inflazione importata (penalizza però l'export), per far risalire l'euro è inevitabile aumentare i tassi e battere l'inflazione. Il che va contro le idee dei paesi mediterranei dell'area euro di limitare il prossimo (e/o i prossimi) adeguamenti della BCE. Ciò premesso, funziona meglio la politica aggressiva della FED (a oggi sembra di si) o quella più moderata della BCE? A fine mese vedremo l'evoluzione dell’inflazione europea. Però sogno anche io l'euro a 1,20 coi tassi USA attuali, per diversificare sui Treasury bond USA.
 

Teleborsa
13:32:04
BCE, Visco: "Livello tassi ancora contenuto, ma politica sia meno aggressiva"
(Teleborsa) - La strada intrapresa dalla BCE con il progressivo irrigidimento della politica monetaria è "necessaria per mantenere ancorate le aspettative d'inflazione e contenere il rischio di una spirale prezzi-salari che amplificherebbe gli effetti negativi dell'inflazione sulle nostre economie". E' quanto affermato dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in una una Lectio magistralis su "Inflazione e politica monetaria" in occasione della "Prima Lezione Ugo La Malfa" alla Camera dei Deputati.

"Alcuni fattori ci confortano riguardo alla possibilità che la crescita dei prezzi si riporti sull'obiettivo del 2 per cento entro la fine del
2024", ha sottolineato Visco, citando la crescita moderata dei salari ed il fatto che le aspettative di inflazione di lungo termine restano ancorate.

"Al momento non vi sono quindi evidenti segnali né di una forte rincorsa tra prezzi e salari né di un rilevante "disancoraggio" delle aspettative d'inflazione. I rischi restano tuttavia significativi e questo spiega perché l'azione della politica monetaria non possa che proseguire nella direzione intrapresa", ha affermato il governatore, ribadendo che oggi "non si possa fare altro che muoversi sulla base delle evidenze e aspettative" e che le decisioni "andranno prese nei prossimi mesi con la massima attenzione, ma senza formulare a priori sentieri più o meno realistici lungo i quali procedere".

Citando la doppia esigenza di "riportare al più presto l'inflazione sotto controllo" ed evitare "il rischio che rialzi dei tassi troppo rapidi e pronunciati finiscano per amplificare il rallentamento dell'attività produttiva", il numero uno di Palazzo Koch ha indicato che "le prospettive di crescita per l'area si stanno infatti deteriorando, riflettendo la perdita di potere d'acquisto dei redditi. Va quindi trovato il giusto equilibrio tra il rischio che l'inflazione resti elevata troppo a lungo e quello che il peggioramento della situazione economica finisca per ricondurre la crescita dei prezzi nel medio periodo al di sotto dei valori coerenti con l'obiettivo".

"L'alto livello raggiunto dall'inflazione - ha avvertito Visco - costituisce un onere pesante per le famiglie, soprattutto quelle meno agiate, che spendono una parte consistente del loro reddito per l'acquisto di beni alimentari ed energetici, nonché per le imprese, che vedono erodere la loro competitività".

Per Visco i tassi di riferimento dell'Area Euro "sono ancora al di sotto del livello coerente con il raggiungimento del nostro obiettivo di inflazione nel medio termine. La necessità di continuare l'azione restrittiva è quindi evidente, anche se le ragioni per attuare un approccio meno aggressivo stanno guadagnando terreno".

"Sul piano domestico - ha proseguito il Governatore - l'aumento dei costi dell'energia può essere sì ridistribuito tra percettori di reddito, con interventi mirati e temporanei a sostegno delle famiglie e delle imprese più colpite, ma possibilmente non tra generazioni attraverso slittamenti continui nel consolidamento del debito pubblico", in quanto si tratta di "una 'tassa' sulla nostra economia che non è possibile rinviare al mittente e che non può essere eliminata attraverso vane rincorse tra prezzi e salari. Oltre a continuare a mirare a ridurne gli eccessi mediante misurate risposte a livello europeo, essa va contenuta nel tempo con la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e gli investimenti in energie rinnovabili. Resta in ogni caso cruciale la responsabilità delle parti sociali".




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