di Martin Skanberg *
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 14 ago - La svalutazione
operata da Pechino negli ultimi giorni ha scatenato un acceso
dibattito sulle motivazioni alla sua base. Una possibile
interpretazione lega gli interventi di questa settimana a
considerazioni politiche, con la Cina che cercherebbe di far
si' che il tasso di cambio sia maggiormente guidato dal
mercato, elemento che permetterebbe di ottenere l'ammissione
dello yuan nel basket dei Diritti Speciali di Prelievo (SDR)
del Fondo Monetario Internazionale.
Nonostante cio', i mercati si sono concentrati sulla
possibilita' di ulteriori forti cali dello yuan; siamo
d'altronde consapevoli che il cambiamento della politica
monetaria cinese potrebbe anche indicare fondamentali piu'
deboli e un peggioramento dello stato di salute
dell'economia. Il rallentamento della crescita del PIL e'
testimoniato anche dai segnali ricevuti dalle imprese, che
suggeriscono una contrazione considerevole dei dati
commerciali, con i livelli delle esportazioni e delle
importazioni significativamente piu' bassi. Di conseguenza,
il premio per il rischio globale dovrebbe essere rivisto al
rialzo, in linea con una crescita globale piu' debole.
Potremmo assistere a un'accelerazione delle tensioni dei
Mercati Emergenti, che probabilmente continueranno ad avere
un impatto negativo sui prezzi delle materie prime e
dell'energia.
Rischio di pressioni deflattive - Una conseguenza e' che
potremmo assistere a un ritorno delle pressioni deflattive.
Queste sono evidenti anche dai piu' bassi prezzi alla
produzione in Cina, attualmente in calo del 5% anno su anno.
Il contagio ai Mercati Emergenti, la guerra valutaria e le
potenziali conseguenze sull'area dell'Asia Pacifico
rappresentano un rischio piu' ampio per l'azionario europeo.
Non possiamo escludere un periodo piu' lungo di svalutazioni
competitive, poiche' l'idea generale e' che lo yuan sia
sottovalutato del 5-10% rispetto al dollaro, anche se il gap
e' molto piu' significativo rispetto ad altre valute di
Mercati Emergenti.
D'altra parte, un altro scenario e' che la pressione
deflativa importata nell'Eurozona e nel Regno Unito potrebbe
spingere la Banca Centrale Europea (BCE) a estendere la sua
politica di allentamento monetario: cio' sarebbe
probabilmente positivo per il sentiment circa l'azionario
dell'area euro. Inoltre, il rischio di una svalutazione
estrema sarebbe cancellato, se l'intenzione delle autorita'
cinesi si rivelasse solo quella di creare un tasso di cambio
piu' flessibile.
L'esposizione dell'Eurozona alla Cina e' moderata - Circa il
6% delle esportazioni totale dell'Eurozona sono dirette alla
Cina, mentre circa il 10% delle importazioni provengono dal
gigante asiatico (fonte: Citibank). Sebbene tali percentuali
non siano trascurabili, il livello generale e' abbastanza
moderato e sottolinea come il commercio interno all'area euro
sia molto piu' importante per il PIL dell'Eurozona. Ulteriori
svalutazioni sarebbero un ostacolo per il potere di
determinazione del prezzo delle esportazioni, ma importazioni
piu' economiche potrebbero controbilanciare questo effetto e
dare sostegno ai consumi nell'area euro.
Inoltre, dobbiamo assicurarci di mantenere una prospettiva
sulla svalutazione cinese. Data la debolezza dell'euro contro
il dollaro nell'ultimo anno, la moneta unica si e' deprezzata
di circa il 2% rispetto allo yuan negli ultimi 12 mesi e di
circa il 9% negli ultimi due anni. Di conseguenza, le
societa' esportatrici dell'Eurozona godono comunque di una
spinta positiva sul fronte valutario, agli attuali livelli.
Per quanto riguarda l'esposizione azionaria dell'Eurozona,
non sono disponibili dati dettagliati. Si stima che circa il
12% delle vendite ponderate per la capitalizzazione di
mercato (riferite alle societa' dell'Eurostoxx 50) siano
dirette alla regione Asia Pacifico, con solo il 2% di esse
indirizzate direttamente alla Cina. Va notato che queste
cifre includono solo le vendite dirette e non riflettono
pienamente il valore aggiunto delle vendite interne
all'Eurozona che potrebbero poi diventare esportazioni verso
la Cina. Tuttavia, possiamo stimare che l'esposizione degli
utili societari sia a un livello lievemente piu' alto (circa
al 6%). Di nuovo, cio' dimostra la dipendenza dal commercio
locale europeo (59% circa). Per questo, ci aspettiamo un
impatto solo moderato dalle oscillazioni dei tassi di cambio
sui mercati dell'Eurozona.
Lusso e auto tra i settori piu' colpiti - Detto cio', nel
mercato dell'Eurozona ci sono alcuni settori e societa' che
hanno un'esposizione significativa alla Cina. Tra questi, i
beni di lusso, il settore tecnologico, dell'automotive, dei
beni strumentali e dei materiali (in particolare settore
minerario e chimico). Per questi comparti, i profitti
convertiti in euro saranno colpiti, ma e' anche possibile che
emergano degli svantaggi competitivi sulle transazioni, a
causa di una competizione rivitalizzata - cio' e' quello che
potrebbe accadere ad alcune societa' industriali e chimiche
che devono affrontare una forte competizione cinese. Sebbene
ci sia una forte dispersione tra le societa' dell'Eurozona,
ci sono molti settori domestici che hanno, per definizione,
un'esposizione nulla o limitata alla Cina, come il settore
bancario, assicurativo, dei viaggi, dei media, delle utility
e dei servizi di telecomunicazione, per citarne alcuni.
Preferire i titoli esposti all'Eurozona - Per quanto riguarda
il nostro posizionamento, abbiamo una preferenza netta per i
titoli esposti all'Eurozona, inclusi quelli del settore
bancario, in cui lo slancio sta migliorando grazie alla
ripresa economica. Nel frattempo, la resistenza dei
consumatori nell'Eurozona e' ben supportata dagli stimoli
offerti dai tassi di interesse bassi o negativi, dal basso
prezzo del petrolio, dal crescente impulso del credito
bancario e dalla domanda ancora inespressa legata alla
ripresa dell'Europa periferica. Al contrario, abbiamo una
esposizione limitata ai beni del lusso e al settore
automotive, che dovrebbe rivelarsi un beneficio se questi
comparti continueranno a essere in ritardo rispetto al
mercato.
Come sempre, continuiamo a essere attenti per trovare
opportunita' legate al disallineamento dei prezzi, e la
futura volatilita' azionaria indotta dal mercato valutario
potrebbero in effetti comportare oscillazioni molto
significative, che possono essere sfruttate da gestori attivi
come Schroders.
* gestore azionario europeo, Schroders
"Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse
con il titolo "Parola al mercato" non possono in alcun caso
essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o
la promozione di alcuna forma di investimento ne'
raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di
finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse
nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa' a cui
appartiene il soggetto espressamente indicato come autore.
L'agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor declina ogni
responsabilita' in ordine alla veridicita', accuratezza e
completezza di tali analisi e invita quindi gli utenti a
prendere atto con attenzione e la dovuta diligenza di quanto
sopra dichiarato e rappresentato dalla societa'".
(RADIOCOR) 14-08-15 09:35: