Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato (17 lettori)

bini73

Nuovo forumer
buongiorno

FBTP parte bello carico a 139,30e il rendimento 30 anni sotto, 2,6
qualche notizia?
non vorrei perdermi una bella apertura del 2046 che venerdi e' andato a 114,99 per poi scappare subito anche a 113,5
 

ang41

belindo
E ho ridato il cipollino :D

E' sempre un piacere tradare questo titolo :up:

Resto dell'idea che la correzione dei BTP non è finita........anche se nel breve una piccola risalita la vedo corretta, tipo fino a 139.10 poi giù di un punto e mezzo almeno.

IMHO

Bini la risalita era prevedibile :) ma se non supera i max precedenti non farti ingannare......................IMHO
 

ang41

belindo
scusa quindi oggi la resistenza FBTP sarebbe 139,6 o 139,12 ?
giustoper avere un riferimento :mmmm:
grazie

139.12 lo ha già rotto......che reistenza è?
Io non uso i pivot automatici, ma seguo la conta dei Elliott e AT classica è diverso, e per me 139.60 è un livello importante che non dovrebbe essere superato nel breve
IMHO
 

braga

Forumer storico
buongiorno
25-10 2015

Rally di Borsa e mini-tassi al test della Fed

Vito Lops25 ottobre 2015
I mercati azionari hanno chiuso la quarta settimana di fila con il segno positivo in un clima che è tornato nuovamente da “appetito per il rischio”. E dire che fino a poco tempo fa in molti profetizzavano un autunno nero, considerati i forti movimenti in uscita dei fondi visti ad agosto dopo il tracollo delle Borse cinesi. A testimonianza di quanto siano ballerine le previsioni degli analisti.
Ma come mai sbagliano così spesso? La ragione principale è che non hanno la sfera di cristallo. La seconda ragione è che ci vorrebbe proprio una sfera di cristallo per provare a intercettare in anticipo le decisioni delle banche centrali che da almeno sei anni stanno condizionando letteralmente il mercato. Nel 2009 infatti - a soli pochi mesi dal fallimento da 640 miliardi di dollari di Lehman Brothers - la Federal Reserve e la Bank of England hanno lanciato i primi piani di quantitative easing (stampando moneta con cui comprare titoli di Stato e bond privati per dare nuova linfa all’economia reale). Nel 2013 si è aggiunta la Bank of Japan e nel 2015 la Bce. Queste misure hanno alimentato uno dei più grandi rally della storia per l’azionario con Wall Street che a metà aprile ha toccato i massimi di tutti i tempi, così come Francoforte e con la Borsa di Tokyo che negli ultimi 12 mesi ha guadagnato il 22%, segnando la migliore performance globale, soprattutto grazie alle misure della Bank of Japan. E che dire della Cina? Certo, ad agosto la bolla azionaria è scoppiata ma da inizio anno il bilancio resta positivo (+5%). Difficilmente sarebbe stato così se non fosse intervenuta a più riprese la People’s Bank of China che venerdì ha tagliato il costo del denaro per la sesta volta da novembre.

In questo clima di tossica dipendenza dalle banche centrali gli investitori attendono nella settimana che si apre domani altre due pronunce. Il 27-28 ottobre la Federal Reserve si riunisce ancora una volta per valutare se è il caso di alzare i tassi (sarebbe la prima volta dal 2006). Gli analisti sono divisi tra chi ipotizza che la stretta possa arrivare a dicembre e chi (la maggior parte) pensa che sarà rinviata al 2016. Considerando il calo dei prezzi delle materie prime (il petrolio è sotto i 50 dollari al barile) e l’assenza di inflazione (prezzi invariati negli ultimi 12 mesi), seppur il tasso di disoccupazione si attesti al 5,1% il quadro non pare ottimale per avviare una stretta. Il 30 ottobre tocca poi alla Banca del Giappone. I recenti rialzi dell’indice Nikkei possono essere letti anche come una pressione verso le autorità nipponiche affinché non smettano di pompare la manna di liquidità .

Mentre la Bce si è già pronunciata giovedì scorso: a dicembre con ogni probabilità il «Qe» sarà potenziato. Questo ha avuto effetti prorompenti e immediati sull’euro (con il dollaro che si è rafforzato del 2,7% sulla divisa unica scesa a 1,10) e sui titoli di Stato dell’Eurozona. Il BTp a 10 anni è sceso sotto l’1,5% e punta ai minimi dell’anno (1,1%). Per la prima volta nella storia il tasso del BTp a 2 anni è andato sotto 0. Un’ottima notizia per il Tesoro in vista delle aste di fine mese che vedranno nella settimana collocamenti per circa 15 miliardi di euro con nuovi minimi attesi: 6 miliardi di BoT a 12 mesi, 1,5 di CTz, e altri 6-7 miliardi tra BTp a 5 e 10 anni. È stata invece annullata l’asta di BTp indicizzati all’inflazione. Di questi tempi, con l’inflazione che resta un miraggio, meglio evitare di vendere questi strumenti. Il rischio di flop è alto.
 

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