Com’è noto, da tre anni sono rimasto incollato ai Btp
(diverse scadenze) per gran parte del ptf; ovviamente,
nelle fasi ritenute più opportune, ho usato la porta girevole
mantenendo però più o meno la stessa percentuale.
Ero e sono fermissimamente convinto che non vi siano
ragioni plausibili che giustifichino un rating e uno spread
così ravvicinato alla blasonata Germania per alcuni paesi UE con
un’economia e patrimoni pubblici e privati nemmeno avvicinabili ai nostri,
inoltre siamo in deflazione e i tassi Bce rimarranno al tappeto per anni.
Considerazioni che fanno propendere per il prosieguo
della discesa dei rendimenti allineandosi
a quelli dei paesi (virtuosi?) sopra citati.
Qualora poi le elezioni in Grecia non dovessero decretare
la maggioranza assoluta al radicale Tsipras, probabilmente
non si verificheranno neppure i temuti ritracciamenti.
Altra cosa è poter sfruttare con una quota non rilevante,
i recenti provvedimenti varati da Draghi.
Come sostiene disinvoltamente il vecchio raider Soros,
ad un abbassamento degli argini corrisponde quasi sempre
un significativo innalzamento dei corsi azionari.
Quindi niente derivati, ma un semplice switch
del 10-20% dai Btp a una dozzina di azioni accuratamente
selezionate o ancora meglio all’intero stock del FTSE,
un’operazione quindi tutt’altro che azzardata.
Le diversificazioni elaborate e planetarie le lascio ad altri:
è vero, proteggono dai rischi, ma spesso si rimane al palo,
almeno questa è la mia esperienza dal rovinoso 1992….
Ray Stra-pazzo