Titoli di Stato Italia Trading Titoli di Stato

Dal blog di Emilio Mola

Cari salviniani e leghisti,
una cosa vi dev’essere chiara: entro la fine dell’estate (se non addirittura della primavera) Salvini non sarà più al governo. Non sappiamo chi ci sarà, ma di certo non lui.

A settembre il governo dovrà trovare:
- 5,6 miliardi per rifinanziare Quota100;
- 8 miliardi per rifinanziare il Reddito di Cittadinanza;
- 30-40 miliardi per finanziare la Flat Tax (che non può più rinviare);
- 23 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA al 25,6%;
- 10 miliardi per coprire il buco dovuto alla mancata crescita (0,2% se va bene anziché 1%).

Solo per citare le spese principali.

Sono circa 100 miliardi. Un’enormità. E no, l’Europa non c’entra niente. Sono il costo delle politiche di Salvini e Di Maio (eh già andare in pensione prima e far alzare lo spread ha un prezzo che qualcuno deve pagare, chi se lo sarebbe mai aspettato eh?); sono soldi che non ci sono e sono soldi che noi italiani dovremo tirar fuori: o con l’aumento delle tasse o con drammatici tagli allo Stato Sociale. Oppure con la rinuncia, da parte di Salvini e Di Maio, ad alcune di quelle promesse.

Ma sono tutte e 3 scelte che porteranno i partiti al governo a perdere consenso.
E ve lo immaginate Salvini che rimane lì a pagare e farci pagare il prezzo delle sue politiche? No che non ve lo immaginate. E infatti lui non ci pensa proprio a rimanere lì.
Salvini troverà una scusa, una qualsiasi scusa (Tav, processo, quello che volete), per rompere il governo e defilarsi prima che gli italiani scoprano quale sarà il conto da pagare.

Si piazzerà fuori, all’opposizione, a fare la guerra a quel governo che si sacrificherà per salvare il Paese dalla bancarotta facendo pagare agli italiani il conto che Salvani ha lasciato prima di scappare. Il quale Salvini non dirà “sono scappato prima che gli italiani scoprissero che gli ho lasciato 100 miliardi da pagare”. Dirà “sono stato mandato via dai poteri forti, dal Pd, dall’Europa, da Soros, dalle banche bla bla perché bla bla prima gli italiani bla bla”.

E sapete qual è il bello? E’ che voi, pur sapendo tutto questo, starete dalla sua parte. E scenderete in piazza inferociti contro il governo che dovrà aggiustare i conti sfasciati da Salvini, e al fianco di Salvini. Che dirà: “Avete visto? Mi hanno mandato via per mettervi le mani in tasca. Perché con me non sarebbe mai successo”.

E voi gli crederete. Perché siete gli stessi che credono alla storia del leghista antimeridionale che diventa all’improvviso il più grande patriota italiano. Perché non dovreste credere al resto?

Emilio Mola

Politica: Cari salviniani e leghisti, di Emilio Mola
 
Il nostro Baroni prima dell'exitus... :benedizione:

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Mi sbaglierò, ma chi acquista in questa fase farà un buon affare. I ripugnanti sovranisti non riusciranno da soli nella loro impresa, il bluff sarà smascherato in breve. il prossimo esecutivo perciò sarà certamente meno peggiore di quello passato, comunque più positivo rispetto alla tenuta e al rendimento dei nostri titoli di Stato.

I danni devastanti (ma temporanei) inferti ai risparmiatori dai sovranisti dimissionari:
Rendimento BTp 10 anni:
Italia 1,77%
Spagna 0,24%
Portogallo 0,27%
Slovenia -0,12%
Bulgaria 0,45%


Intesa Sanpaolo -4,34%
Banco BPM -8,48%
Banca Mediolanum -4,30%
Banca MPS -7,62%
Banca Bper -6,48%
Unicredit -6,50%
UBI Banca -7,11%










 
Spread, una crisi e tre scenari: ecco cosa può succedere

Il parere degli esperti sui risvolti della crisi italiana: l’ipotesi migliore per lo spread sembra essere quella di una solida coalizione di centrodestra al Governo
Dopo la mozione di sfiducia presentata da Salvini nei confronti di Conte, il Governo 5Stelle-Lega sembra essere ormai arrivato agli sgoccioli. Con la crisi aperta gli investitori tornano a chiedersi quali saranno le conseguenze per gli asset italiani, sia azionari che obbligazionari, con un occhio particolare all’andamento dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund con scadenze a 10 anni è tornato a salire in maniera piuttosto repentina. Il trend rimarrà questo? Dipenderà, ovviamente, dall’evoluzione della crisi di Governo.

INCERTEZZA, IL PUNTO FONDAMENTALE
In particolare, secondo Vincenzo Longo, market strategist per Ig Group, sarà fondamentale per l’andamento dello spread italiano la lunghezza del periodo che ci separerà dalle prossime elezioni. Per provare a semplificare una situazione in divenire, che diventerà più chiara solo nei prossimi giorni, abbiamo ipotizzato tre possibili scenari. Il primo è quello di nuove elezioni in autunno, il secondo di un governo di transizione incaricato di approvare la manovra finanziaria per arrivare a nuove elezioni in primavera, il terzo è basato su un rimpasto con l’asse della coalizione spostato verso la Lega a scapito dei 5Stelle.

PRIMO SCENARIO: VOTO IN AUTUNNO
“Un ritorno alle urne in autunno significherebbe ridurre il periodo di incertezza e ciò avrebbe un impatto positivo sugli asset italiani – spiega Vincenzo Longo – Inoltre un Governo sostenuto da una coalizione stabile di centrodestra, che al momento sembra in forte vantaggio nei sondaggi, verrebbe apprezzato dagli operatori perché porterebbe politiche per la crescita”. E cosa comporterebbe questa ipotesi per lo spread? Al netto di movimenti dovuti alle dichiarazioni del momento e di una salita temporanea, secondo Longo non ci sarebbero grandi oscillazioni: “Non sarebbe inverosimile aggiornare i minimi di maggio 2018 e vedere uno spread intorno ai 130 punti base”.

SECONDO SCENARIO: VOTO IN PRIMAVERA
Il secondo scenario, che contempla tra l’altroun aumento dell’Iva a fronte dell’impossibilità di fare una manovra più incisiva e politica, avrebbe ripercussioni maggiori sullo spread. “In caso di elezioni in primavera il periodo di incertezza sarebbe più prolungato e la campagna elettorale più lunga – afferma Longo – e lo spread potrebbe oscillare tra i 200 e i 230 punti. Uno scenario intermedio per i mercati, che però certamente eviterebbe lo scontro con l’Europa sulla manovra”.

TERZO SCENARIO: RIMPASTO
La terza ipotesi, quella di un rimpasto a favore della Lega, secondo Longo sarebbe quella che i mercati accoglierebbero con più dubbi: “Pur avendo più ministri – commenta Longo – i 5Stelle sarebbero più agguerriti e le riforme resterebbero bloccate. In questo caso lo spread si avvicinerebbe a 300 punti base grazie, bisogna ricordarlo, al tetto fornito dall’atteggiamento più accomodante della Bce contro possibili attacchi speculativi”.

VONTOBEL: NUOVO GOVERNO POSITIVO PER LO SPREAD
Un’ipotesi, quella di un governo di centrodestra a guida Lega, che viene letta positivamente a anche da Gary Kirk, founding partner and portfolio manager di TwentyFour Asset Management (Vontobel). Secondo Kirk, al netto di “una certa volatilità a breve termine nei Btp”, sul lungo periodo “un governo più convenzionale, che non debba promettere politiche diverse per soddisfare una coalizione sostenuta da destra e sinistra, potrà essere di supporto per i Btp italiani”.
Financialounge
 
Per gli amanti dell'analisi tecnica osservate come il CCI fosse in area ipercomprato superiore al minimo precedente senza però aver raggiunto nuovi massimi significativi. In sintesi si è bruciato molto carburante per muoversi poco . Sembra che qualcuno appositamente abbia tirato il freno a mano per far fare poca strada ma generare ipercomprato per poi far precipitare indietro i prezzi anche solo per riequilibrare l'oscillatore.

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Come primo giorno di crisi........non male.

Prossimo scalino verso il basso, quando dalle consultazioni uscira chiaramente che non ci sono maggioranze possibili e l'unica strada percorribile sono le elezioni.
 
Date un'occhiata ai prezzi dei tds degli altri paesi dell'Unione...

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Proverete un senso di disgusto per chi predica disennatamente la fuoriuscita dall'Euro, il distacco dall'Unione Europea per ridursi ad un staterello irrilevante con una moneta immediatamente svalutata... :pollicione: la mitica Liretta-DueVeli

Peggio, molto peggio degli schiavisti confederati del 1860 che ovviamente persero causando però un milione di caduti.
:clava:

Il Papa: "Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento, porta alle guerre. Sono preoccupato perche' si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934
 
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