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La BoJ scatena il caos nel mercato con un enorme aggiustamento del "controllo della curva dei rendimenti".
 

Picco nella finestra di sconto della Fed Suggerimenti sull'uso della crisi bancaria incombente
 





Teleborsa
09:28:04
Giappone, sorpresa dalla Bank of Japan che si rivela più hawkish
(Teleborsa) - Mossa a sorpresa dalla Banca centrale del Giappone che ha deciso di modificare la soglia di tolleranza nell'oscillazione dei rendimenti dei titoli governativi nipponici a 10 anni, ampliandola dallo 0,25% allo 0,5% (dall'attuale range compreso tra il -0,25% e lo 0,25%). Ciò consente ai tassi di interesse a lungo termine di aumentare ulteriormente, una mossa volta ad alleviare alcuni dei costi dello stimolo monetario prolungato.

L'aggiustamento - si legge nel comunicato dell'istituzione - intende "migliorare il funzionamento del mercato e incoraggiare una formazione più fluida dell'intera curva dei rendimenti, mantenendo allo stesso tempo condizioni finanziarie accomodanti".

La decisione della Bank of Japan (BoJ) è stata letta dagli addetti ai lavori come un primo segnale di un'inversione di tendenza delle politiche ultraespansive dell'istituto guidato da Haruhiko Kuroda, il cui mandato volge al termine. Gli analisti si aspettano che questa dell'istituto giapponese possa essere solo il primo di una serie di interventi sul mercato.
La BoJ ha comunicato di lasciare invariata la sua politica monetaria accomodante mantenendo i tassi stabili a -0,1%, considerando quindi prematuro alzare il costo del denaro nonostante il tasso di inflazione core, in Giappone, abbia superato il target del 2% della Bank of Japan, per sette mesi consecutivi, salendo al record degli ultimi 40 anni, al 3,6%.

La banca centrale ha, inoltre, fatto sapere che aumenterà drasticamente gli acquisti di obbligazioni a 9 mila miliardi di yen al mese rispetto ai precedenti 7,3 mila miliardi di yen.

La mossa a sorpresa della Banca centrale giapponese ha innescato una caduta dei governativi locali e un netto apprezzamento dello yen che si è portato ai massimi da agosto nei confronti del dollaro e al top da due mesi contro l'euro.

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Emissione News: 2022-12-20 09:26:46
 

Websim.it
10:46:27
GREEN BOND - Recovey Plan: all'Italia più della metà dei green bond UE

A un anno dall'emissione del primo green bond per il finanziamento del Next Generation EU (meglio noto come Recovery Fund o Recovery Plan) da 750 miliardi di euro, sette membri hanno attinto 13,5 miliardi di euro da questi strumenti per finanziare le misure nazionali, con oltre la metà della somma spesa dall'Italia.

E' quanto emerge dal primo rapporto sull'allocazione dei green bond di Next Generation EU, pubblicato venerdì dalla Commissione Europea, secondo cui dal primo collocamento del 19 ottobre 2021 sono estate emesse obbligazioni verdi Ue per un totale di 28 mld.

I green bond sinora collocati andranno a finanziare 823 misure, corrispondenti a quasi 184,9 mld (oltre il 30% dei fondi Next Generation EU impegnati fino ad oggi).

L'Italia è al primo posto per finanziamenti da green bond eligibili con 70,3 mld (al secondo posto la Spagna con 27,2 mld), con le quote maggiori nei settori trasporti puliti e infrastrutture (28,3 mld), efficienza energetica (15 mld) ed energia pulita e reti (10,7 mld).

Per quanto riguarda i 13,5 mld utilizzati fino a questo momento, il 50,7% è appannaggio dell'Italia, il 37,5% della Francia e l'8,3% della Grecia.

Le quote maggiori dei proventi dei green bond sono stati spesi dai sette Paesi per i trasporti (55,6%) e l'efficienza energetica (33,4%), mentre all'adattamento ai cambiamenti climatici è andato il 6% e a alle energie pulite e alle reti il 2,1%.

Il rapporto mostra un forte allineamento delle misure finanziate dai green bond con la tassonomia Ue, che nel caso di Next Generation EU non include il nucleare e il gas. Sono state infatti classificate come "totalmente allineate" o "in linea con le principali condizioni della tassonomia" il 57,9% delle misure che saranno finanziate con le obbligazioni verdi, per un totale di 107,1 mld.
Alcuni strumenti quotati alla Borsa di Milano consentono di giocarsi il lungo e irreversibile progetto strategico della transizione energetica nel segmento obbligazionario. Tra questi, segnaliamo:


ETF Franklin Liberty Euro Green Bond UCITS
Isin: IE00BHZRR253

Nell'ultimo mese: -0,25%
Da inizio 2022: -17,15%
L'obiettivo dell'ETF, gestito in modo attivo, è di fornire esposizione al mercato europeo dei green bond massimizzando al contempo i rendimenti assoluti. Il prodotto investe almeno il 70% del suo valore patrimoniale netto in obbligazioni definite green bond e la restante parte in obbligazioni allineate alla sostenibilità del clima (climate-aligned). Lotto minimo 1,0. Commissioni totali 0,30% annuo. Non distribuisce dividendi. Leggi il documento KID.
Il 27,90% è riferito a titoli emessi dalla Germania. Il 4,20% è emesso dall'Italia, al quinto posto, preceduto anche da Olanda, Francia e Spagna. Un anno fa era al settimo post. Per il 42% si tratta di titoli emessi da Paesi Sovrani.
Nella tabella seguente i primi cinque titoli in termini di peso specifico:
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Emissione News: 2022-12-20 10:45:35
 

Teleborsa
11:06:04
Confcommercio: calo PIL e inflazione al 12% a fine anno, crescita difficile anche in 2023
(Teleborsa) - Da una parte segnali di rallentamento e di possibile inversione del ciclo economico, dall'altra indicazioni confortanti dal mercato del lavoro e dalle aspettative delle famiglie e delle imprese. È il quadro che emerge dalla "Congiuntura Confcommercio" di dicembre. Sul fronte dei consumi, l'analisi dell'Ufficio Studi confederale evidenzia che l'elevata inflazione impatta sul potere d'acquisto delle famiglie. E se gli interventi di sostegno del governo neutralizzano in buona parte, specialmente per le fasce più deboli, la riduzione del valore reale dei redditi correnti, poco o nulla possono sul calo della ricchezza in forma liquida. Di conseguenza, emergono comportamenti di acquisto e consumo più prudenti, soprattutto per quanto riguarda i beni.

Non a caso anche a novembre i consumi sono in rallentamento, come emerge dall'ICC Confcommercio, giù dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2021. Male, in particolare, alimentari, mobili, elettrodomestici, automotive e abbigliamento. Date queste dinamiche, l'Ufficio Studi stima per dicembre una riduzione del Pil dello 0,7% congiunturale e una crescita dello 0,2% su base annua. Per quanto riguarda infine l'inflazione, dicembre non dovrebbe portare l'attesa inversione di tendenza, con un incremento mensile dello 0,6% e annuo dello 12%. Per l'attesa svolta bisognerà aspettare la tarda primavera del prossimo anno, con conseguenze negative sulle prospettive di crescita per il 2023.

Nel mese di dicembre il Pil è visto in riduzione dello 0,7% in termini congiunturali, con una crescita dello 0,2% sullo stesso mese del 2021. Nel complesso del quarto trimestre si stima un calo dello 0,7% sul periodo precedente ed un incremento dell'1,0% sull'ultimo trimestre del 2021. La crescita nel 2022 si dovrebbe attestare tra il 3,7 e il 3,8%.

A novembre 2022 l'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha evidenziato un calo dello 0,7% sullo stesso mese del 2021. La riduzione è la sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+2,3%) e di una flessione di quella relativa ai beni (-1,7%). Nel confronto con i primi undici mesi del 2019 l'ICC risulta ancora inferiore del 4,6%. Per i servizi il calo si attesta all'11,9%. Anche a novembre 2022 la domanda è più vivace per i servizi, in particolare quelli collegati al tempo libero, pur se in generale per molte componenti, nonostante l'andamento positivo del 2022, la domanda è ancora su livelli molto lontani da quelli del 2019, che presumibilmente potranno essere raggiunti solo all'inizio del 2024.

Relativamente ai beni, si conferma anche a novembre una forte tendenza alla riduzione dei volumi d'acquisto. Ridimensionamenti significativi della domanda, nel confronto su base annua, si registrano per elettrodomestici (-8%) e mobili (-5,7%). I modesti segnali di recupero registrati a ottobre dal settore dell'automotive sembrano essersi già esauriti, visto che a novembre c'è un calo dello 0,2% su base annua degli acquisti da parte dei privati. Prosegue poi il calo dei consumi alimentari (-3,7% su base annua) determinata dalla decisa crescita dei prezzi. Per abbigliamento e calzature, infine, l'incremento di novembre (+2% tendenziale) è solo un modesto recupero dopo il dato fortemente negativo di ottobre.

Per dicembre 2022 la stima è di una variazione dello 0,6% in termini congiunturali e del 12% su base annua. Nella media del 2022 la variazione si attesterebbe all'8,2%. L'eredità lasciata dall'anno che sta per chiudersi e le incertezze che caratterizzano molti mercati delle materie prime consolidano le aspettative di una prima parte del 2023 ancora difficile sul versante dei prezzi. Si rafforzano, pertanto, i timori di un progressivo deterioramento della domanda e delle prospettive di crescita del Paese.



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Emissione News: 2022-12-20 11:06:00
 
(Teleborsa) - La Banca centrale europea (BCE) intende eliminare le misure di allentamento sul collaterale implementate durante la pandemia, ma non ritiene necessario apportare modifiche specifiche legate al cambiamento climatico. "L'attuale revisione non ha trovato evidenze empiriche che rendano necessarie modifiche allo scarto di garanzia sulla base di considerazioni relative al cambiamento climatico, perché lo scarto attuale è già sufficientemente protettivo nei confronti dei rischi finanziari legati al clima", si legge in un comunicato di Francoforte sulla più recente revisione del suo quadro di controllo del rischio per le operazioni di credito garantite.

Il 24 marzo 2022 il Consiglio direttivo ha annunciato la sua decisione di irrigidire gradualmente le regole sul collaterale, allentate durante la pandemia. La BCE ha inoltre comunicato che implementerà un nuovo programma di valutazione per le operazioni di credito basato sui suoi livelli di tolleranza al rischio pre-pandemia. A seguito della revisione, la BCE ha deciso diverse misure per migliorare la coerenza complessiva del quadro di controllo dei rischi che entreranno in vigore dal 29 giugno 2023.

Tra le misure previste ci sono: l'aumento degli scarti di garanzia per le attività negoziabili e non negoziabili per tornare al livello di tolleranza al rischio pre-pandemia della BCE; la riassegnazione degli strumenti di debito emessi dall'Unione Europea (obbligazioni UE) dalla categoria di scarto di garanzia II alla categoria di scarto di garanzia I, la stessa utilizzata per gli strumenti di debito emessi dalle amministrazioni centrali (ciò riflette la maggiore liquidità delle obbligazioni dell'UE a seguito delle emissioni nell'ambito degli strumenti NextGenerationEU e SURE); l'eliminazione graduale la distinzione tra jumbo e altri covered bond.

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Emissione News: 2022-12-20 13:52:33
 

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