Piedi a Terra
Forumer storico
Dall'ultimo post di pat è chiaro che l'autore non conosce il mondo delle opzioni, e quindi non può capire il nostro discorso.
Vero e' che il sottoscritto non conosce il mondo delle opzioni, future, derivati, isoalpha, etc. ma confida di possedere pazienza e una discreta capacita' di osservazione.
Durante l'ultimo aumento di capitale fondiaria, verso la fine, il prezzo delle azioni si aggirava sui 2-3 Euro e all'ultimo giorno era sceso a 1,40, avvicinandosi al prezzo di sottoscrizione delle nuove azioni a 1,00. All'improvviso, verso fine seduta, sbuco' dal nulla nel book dei derivati (cd. future stock) un market maker che esponeva in vendita 100 contratti a 1,05. Dal lato bid il book era vuoto.
In quel caso specifico, sarebbe stato piu' attendibile il prezzo storico (1,4) o il prezzo del derivato (1,05) per poter stabilire una ragionevole previsione sul fair price di Fondiaria che si sarebbe manifestato il lunedi' successivo con la disponibilita' delle azioni nuove rinvenienti dall'aumento?
Vinse il secondo sul primo, come ben sappiamo (1,005 fu il dato finale).
Questo esempio al solo scopo illustrativo di mostrare come la "calibrazione dei modelli stocastici" (riporto Cren) tenda in linea di principio a non attribuire al dato storico la stessa importanza che invece attribuiamo molti di noi, me compreso, alle serie storiche finanziarie nelle nostre analisi caserecce. La calibrazione di modelli stocastici e' un'operazione determinata da un atteggiamento mutuato dalla scuola della probabilita' soggettivista", non certo di scuola frequentista. I market maker ci investono dei bei soldini che potrebbero anche perdere se le loro proxy fossero attagliate sui soli prezzi del passato e non ci fosse una qualche forma di coerenza (sebbene a noi nascosta) tra la IV e i prezzi.
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