Programmazione Amibroker Tutorial: matrice di covarianza ibrida usando le volatilità implicite delle opzioni (1 Viewer)

tucciotrader

Trader Calabrese
Nel caso del nostro particolare interesse di studio, si usa la IV estrapolata da BSM come previsione della deviazione standard attesa delle asset class di nostro interesse per combinarle in un portafoglio che abbia la minor deviazione standard possibile.

A questo punto mi defilo e continuo a seguire con interesse il thread, ma in modalità solo lettura. Da quel poco che ho capito questo discorso (in grassetto) non sta proprio in piedi :rolleyes:

IV non ha niente a che vedere con variabilità
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Grazie del contributo.
Detto fuori dai denti, a me e' sempre sembrato che il discorso relativo a frontiere efficienti ed altre menate sia sempre stato un tema abbastanza trascurato nelle comunita' finanziarie web, per un motivo che avrei individuato nella scarsa od eccessiva capitalizzazione dei forumisti.

Ad esempio, un forumista che ha 5000 Euro come capitale di rischio che se ne fa della frontiera efficiente ? :-?

Un altro forumista che come molti trader di cw del passato ha ammassato 10-20 milioni di Euro (valore ottenuti proiettando i guadagni giornalieri di cui si scriveva nel 2000) che se ne fa se puo' seguire,gi ustamente, il valido consiglio di Pgiulia teste' fornito ? :-?

Poiche come par di capire la popolazione dei forumisti e' indubbiamente leptocurtica, ecco che sono davvero pochi coloro che avendo un capitale intermedio da gestire pensano allo studio di Markoviz, matrici di covarianze ibride e quant'altro come possibilita' di un'asset allocation piu' promettente rispetto a mettere il 90% nel conto Arancio e giocarsi il residuo con la marginazione.
 

Cren

Forumer storico
...per un motivo che avrei individuato nella scarsa od eccessiva capitalizzazione dei forumisti.
La diversificazione e la ripartizione del capitale cercano di ottenere un rapporto tra rendimento e rischio che il B&H di un singolo strumento non può offrire.

Recentemente ho fatto alcuni back test sul portafoglio a minima varianza dal 1986 ad oggi: con indici rappresentativi delle quattro asset class principali (azionario USA, titoli di Stato USA, materie prime e oro) il rendimento medio annuo lordo è miseramente scarso (poco più del 3%) e a poco serve consolarsi osservando che il peggior draw down mai sostenuto (2008) è stato di poco superiore al 11%.

Infatti è abbastanza evidente che questo portafoglio è stato battutto per la maggior parte del tempo - e senza dubbio come performance complessiva - dal reddito fisso IG, e questo senza contare le spese di ribilanciamento.

Per il genere di investitore che tu descrivi ben più adatta sarebbe la diversificazione condotta con un portafoglio di obbligazioni a minor CVaR o miglior rapporto YTM / CVaR (dove la "C" non sta per "Conditional" ma per "Credit").

Questo investitore può anche sbizzarrirsi fissando uno YTM minimo da raggiungere (per esempio il miglior rendimento lordo che trova su un conto deposito) e minimizzando il CVaR: dai risultati emerge spesso come gli YTM siano allineati ai rating nella maggior parte dei casi; in questo genere di portafogli il ribilanciamento avviene quando si verifica una migrazione da una classe di rating all'altra (con un po' di buon senso: passare da AA a AA- cambia molto poco!) per uno o più titoli.

Ma è più saggio vendere quei titoli che hanno beneficiato di rialzi consistenti per spuntare qualcosa di più sullo YTM medio ponderato, un controllo mensile è più che sufficiente.
 
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Piedi a Terra

Forumer storico
La diversificazione e la ripartizione del capitale cercano di ottenere un rapporto tra rendimento e rischio che il B&H di un singolo strumento non può offrire.

Recentemente ho fatto alcuni back test sul portafoglio a minima varianza dal 1986 ad oggi: con indici rappresentativi delle quattro asset class principali (azionario USA, titoli di Stato USA, materie prime e oro) il rendimento medio annuo lordo è miseramente scarso (poco più del 3%) e a poco serve consolarsi osservando che il peggior draw down mai sostenuto (2008) è stato di poco superiore al 11%.

Infatti è abbastanza evidente che questo portafoglio è stato battutto per la maggior parte del tempo - e senza dubbio come performance complessiva - dal reddito fisso IG, e questo senza contare le spese di ribilanciamento.

.

Il trading system a varianza minima (in forma di ETF Natixis) sta performando da paura sull'Euroxx quest'anno (1000 punti base di distacco quando avevo guardato l'ultima volta), grazie al peso finanziari = 1%


che tu descrivi ben più adatta sarebbe la diversificazione condotta con un portafoglio di obbligazioni a minor CVaR o miglior rapporto YTM / CVaR (dove la "C" non sta per "Conditional" ma per "Credit").

Questo investitore può anche sbizzarrirsi fissando uno YTM minimo da raggiungere (per esempio il miglior rendimento lordo che trova su un conto deposito) e minimizzando il CVaR: dai risultati emerge spesso come gli YTM siano allineati ai rating nella maggior parte dei casi; in questo genere di portafogli il ribilanciamento avviene quando si verifica una migrazione da una classe di rating all'altra (con un po' di buon senso: passare da AA a AA- cambia molto poco!) per uno o più titoli.

Ma è più saggio vendere quei titoli che hanno beneficiato di rialzi consistenti per spuntare qualcosa di più sullo YTM medio ponderato, un controllo mensile è più che sufficiente.

Qui siamo OT, se tu avessi la cortesia di riportare questo contributo sul credit VAR sul 3d obbligazionario della sezione Bull Flattenere cosi' che lo legga anche GIVEMEL e che anch'io possa avere il tempo di informarmi e documentarmi su questo acronimo per me del tutto nuovo.
 
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Cren

Forumer storico
Il trading system a varianza minima (in forma di ETF Natixis) sta performando da paura sull'Euroxx quest'anno (1000 punti base di distacco quando avevo guardato l'ultima volta), grazie al peso finanziari = 1%
Ok, ma stiamo parlando di due cose diverse: in primo luogo per composizione del portafoglio e in secondo luogo per misura di performance.

La mia riflessione non serviva a smontare la diversificazione condotta sulla minima varianza - anche perchè io non sono affatto un detrattore di questo genere di approcci basati sullo studio delle covarianze - bensì a sottolineare ancora una volta quanto sia difficile battere il reddito fisso cercando di contenere il rischio entro livelli accettabili: per avere un draw down massimo del 11% e una volatilità annua del 5%, senza voler fare alcuna previsione sui rendimenti, mi ritrovo a spuntare un profitto che non solo è basso ma che, per la gran parte del tempo, fa fatica a competere con un piccolo spread sul LIBOR.
 

Piedi a Terra

Forumer storico
Ok, ma stiamo parlando di due cose diverse: in primo luogo per composizione del portafoglio e in secondo luogo per misura di performance.

La mia riflessione non serviva a smontare la diversificazione condotta sulla minima varianza - anche perchè io non sono affatto un detrattore di questo genere di approcci basati sullo studio delle covarianze - bensì a sottolineare ancora una volta quanto sia difficile battere il reddito fisso cercando di contenere il rischio entro livelli accettabili: per avere un draw down massimo del 11% e una volatilità annua del 5%, senza voler fare alcuna previsione sui rendimenti, mi ritrovo a spuntare un profitto che non solo è basso ma che, per la gran parte del tempo, fa fatica a competere con un piccolo spread sul LIBOR.

Se volevi testare il modello a varianza minima come hai fatto
Recentemente ho fatto alcuni back test sul portafoglio a minima varianza dal 1986 ad oggi: con indici rappresentativi delle quattro asset class principali (azionario USA, titoli di Stato USA, materie prime e oro) il rendimento medio annuo lordo è miseramente scarso (poco più del 3%) e a poco serve consolarsi osservando che il peggior draw down mai sostenuto (2008) è stato di poco superiore al 11%.

Infatti è abbastanza evidente che questo portafoglio è stato battutto per la maggior parte del tempo - e senza dubbio come performance complessiva - dal reddito fisso IG, e questo senza contare le spese di ribilanciamento.
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era piu' interessante sotto l'aspetto comparativo che ti affidassi a classi di asset piu' convenzionali rispetto alle quattro che hai individuato di cui 2 sovrapponibili per certi periodi storici (oro e commodities) .

La piu' tradizionale e' la nota ripartizione a 5 asset, con azionario USA, azionario MSCI World, Reits, commodities, e bonds USA.
La domanda delle 100 pistole per "R" :D
Il modello a varianza minima presenta indici di performance aggiustati per il rischio migliori del modello basato sul momentum ?
 

Cren

Forumer storico
La piu' tradizionale e' la nota ripartizione a 5 asset, con azionario USA, azionario MSCI World, Reits, commodities, e bonds USA. [...] Il modello a varianza minima presenta indici di performance aggiustati per il rischio migliori [...]?
Se mi trovi i cinque ticker, possiamo vedere come si comporta.
 

Piedi a Terra

Forumer storico

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Cren

Forumer storico
Ma che mi fai fare? :D

Se mi inserisci il ITC0TR12 è chiaro che tutto il peso di un portafoglio a minima varianza finisce lì sopra, col risultato di ricalcarne la performance.

Sporadicamente l'algoritmo alloca qualcosa sulle altre asset class cercando di sfruttare qualche covarianza negativa, e questo spiega gli sporadici draw down di entità infinitesimale, ma non potrà mai osare di più se nel paniere c'è un asset come ITC0TR12.
 

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