...per un motivo che avrei individuato nella scarsa od eccessiva capitalizzazione dei forumisti.
La diversificazione e la ripartizione del capitale cercano di ottenere un rapporto tra rendimento e rischio che il B&H di un singolo strumento non può offrire.
Recentemente ho fatto alcuni
back test sul portafoglio a minima varianza dal 1986 ad oggi: con indici rappresentativi delle quattro
asset class principali (azionario USA, titoli di Stato USA, materie prime e oro) il rendimento medio annuo lordo è miseramente scarso (poco più del 3%) e a poco serve consolarsi osservando che il peggior
draw down mai sostenuto (2008) è stato di poco superiore al 11%.
Infatti è abbastanza evidente che questo portafoglio è stato battutto per la maggior parte del tempo - e senza dubbio come
performance complessiva - dal reddito fisso IG, e questo senza contare le spese di ribilanciamento.
Per il genere di investitore che tu descrivi ben più adatta sarebbe la diversificazione condotta con un portafoglio di obbligazioni a minor CVaR o miglior rapporto YTM / CVaR (dove la "C" non sta per "C
onditional" ma per "C
redit").
Questo investitore può anche sbizzarrirsi fissando uno YTM minimo da raggiungere (per esempio il miglior rendimento lordo che trova su un conto deposito) e minimizzando il CVaR: dai risultati emerge spesso come gli YTM siano allineati ai
rating nella maggior parte dei casi; in questo genere di portafogli il ribilanciamento avviene quando si verifica una migrazione da una classe di
rating all'altra (con un po' di buon senso: passare da AA a AA- cambia molto poco!) per uno o più titoli.
Ma è più saggio vendere quei titoli che hanno beneficiato di rialzi consistenti per spuntare qualcosa di più sullo YTM medio ponderato, un controllo mensile è più che sufficiente.