vbrm
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1) il Dow Jones è solo sotto del 3,5% dai massimi di sempre (la famosa bolla);
2) un po' come se il nostro indice invece di lottare con quota 16.000 (dopo bel recupero) fosse sopra 40.000 (quarantamila ) : cioè al 3% dai massimi;
3) la disoccupazione americana stenta ed è più che doppia rispetto a quando il DOW era ai livelli massimi, Bernanke ha giustificato un mostruoso QE3 adducendo le difficoltà e le incertezze dell'economia che stenta a ripartire.
Negli ultimi anni mi sono sempre più venuto convincendo dell'importanza della natura ciclica del mercato azionario, e dell'utilità di alcuni indicatori (CAPE o P/E10, Q ratio) per capire la posizione nella quale ci troviamo al momento.
I valori di questi indicatori per il mercato USA sono ancora molto elevati rispetto alle medie storiche, e farebbero pensare alla necessità di un forte ridimensionamento delle quotazioni (secondo alcuni, S&P500 a 400) nel giro di qualche anno, prima della fine del bear market iniziato nel 2000 e dell'inizio del prossimo bull market.
Su questo, ampia bibliografia a richiesta
Volendo, le motivazioni macroeconomiche per una correzione di questo tipo ci sono tutte perchè i problemi del debito governativo che abbiamo iniziato ad affrontare in Europa, negli USA sono ancora tutti lì, potenziati da un trentennio di allegre politiche espansive.
Le conseguenze operative di queste premesse per me sono esposizione azionaria molto guardinga, con attenzione alla qualità delle aziende ed alle valutazioni, bassa esposizione agli USA, e disponibilità di liquidità per cogliere future valutazioni più favorevoli.
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