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IL PARTNER FRANCESE PARLA IL DIRETTORE GENERALE DI GROUPAMA: «NOMINE, BENE LA GOVERNANCE VOLUTA DA NAGEL E PAGLIARO»
«Fiducia nei manager Mediobanca»
Lefèvre: l' Italia per noi resta importante, mi vedrete spesso in Piazzetta Cuccia Nel 2012 faremo l' aumento da 500 milioni di euro. Ma il nostro gruppo per ora non si quota
MILANO - «Siamo e restiamo azionisti stabili di Mediobanca. E io parteciperò attivamente alla governance dell' istituto. Tanto è vero che ieri sono stato anche nominato componente del comitato di controllo interno». Pierre Lefèvre, direttore generale per le attività internazionali di Groupama e presidente della filiale italiana, è entrato venerdì nel consiglio di Mediobanca. La decisione del suo ingresso in sostituzione di Jean Azéma è di fine luglio, quindi precedente all' uscita di scena di quest' ultimo che risale a pochi giorni fa, quando il consiglio a Parigi ha revocato il mandato ad Azéma e ha affidato la guida della compagnia a Thierry Martel. Azéma non partecipava da tempo alle riunioni in Piazzetta Cuccia: l' avvicendamento significa un cambio di attenzione? «Azéma in effetti è intervenuto solo qualche volta ai consigli di Mediobanca e di recente gli impegni non gli avevano più permesso di partecipare. Così sono stato incaricato dalla compagnia di sostituirlo in modo "naturale", proprio per consentire una partecipazione più attiva alla governance dell' istituto. Io sarò dunque presente, prenderò parte alla vita del governo societario della banca: non c' è un cambiamento di fondo, tutto ciò rientra nell' impegno dell' azionista e nel ruolo dell' amministratore che ha responsabilità nella governance della società». Cambia il vostro impegno in Mediobanca ora che avete vincolato nel patto l' intera quota pari quasi al 5%? «No, siamo soci stabili da almeno 10 anni. Abbiamo portato l' intera quota nel patto per sostituire quella in uscita di Emilio Botin. Non cambia, semmai conferma, le strategie». Eppure, dopo il «tramonto» dell' ingresso in Premafin-Fonsai, si era parlato di un vostro possibile disinvestimento. «Solo rumors, non si è mai parlato di uscire da Mediobanca. All' epoca abbiamo fatto una proposta per l' aumento di capitale di Premafin che non è stata approvata dalla Consob. Ci siamo ritirati. Nulla cambia per quanto riguarda Mediobanca». Dopo Premafin sono cambiati i rapporti con Vincent Bolloré? «No, abbiamo pochi rapporti con Bolloré». Molti pensano che il vostro investimento in Piazzetta Cuccia sia correlato a scelte di crescita nel nostro Paese. «Siamo soci di Mediobanca perché abbiamo molta fiducia nel management che ben conduce l' istituto. Abbiamo fiducia che creerà valore a medio termine». Cosa pensate dei recenti cambiamenti nella governance? «Penso vadano nella giusta direzione. Prendiamo il comitato nomine: è corretto siano i manager a decidere perché hanno la migliore conoscenza del gruppo e le migliori capacità per scegliere le persone che devono ricoprire ruoli di vertice». Prima lo stop in Premafin e ora l' uscita di Azéma: tutto ciò può modificare le vostre strategie in Italia? «La nuova squadra dirigente è nel gruppo da molti anni, a garanzia di continuità del lavoro svolto. Nei prossimi tre anni ci concentreremo sulla crescita organica per linee interne. L' Italia, dove nel 2007 abbiamo rilevato la Nuova Tirrena e siamo molto soddisfatti, è uno dei nostri mercati più importanti: nella prima metà del 2011 abbiamo registrato una crescita di oltre il 15% nei rami danni, superiore al mercato. Questo settore è il nostro vero core business e nella graduatoria nazionale siamo la settima assicurazione». Il cambio della guardia a Parigi era atteso? «Non avevamo ricevuto indicazioni prima. Lunedì scorso il consiglio si è riunito e ha preso atto di divergenze di opinione sulla guida della compagnia». Quali? «Non partecipo al consiglio quindi non posso rispondere a questa domanda. L' indicazione sulle strategie è comunque sempre stata trasparente verso il consiglio». Quali saranno le vostre priorità? «Dopo gli ultimi mesi la priorità sono migliorare l' andamento operativo e rafforzare la situazione patrimoniale». Con l' aumento di capitale da 500 milioni di cui si è parlato? «Partirà nel primo semestre 2012 e comunque all' interno del gruppo sarà complessivamente un trasferimento di risorse». E la quotazione? «È evidente che non è il momento migliore per entrare in Borsa. La quotazione è rinviata. Nei prossimi tre anni svilupperemo un piano che prevede contenimento dei costi per 400 milioni e miglioramento di andamento tecnico e redditività». Fra le voci sull' uscita di Azéma ci sono un calo del margine di solvibilità e investimenti in bond greci. «Il margine di solvibilità al 30 giugno è stabile al 130%. Preferisco non rispondere sui rumors ma vorrei porre l' attenzione sul fatto che negli ultimi giorni la decisione Ue sul debito sovrano ha avuto un impatto positivo sulle Borse e le banche hanno visto un miglioramento sostanziale della valorizzazione. Speriamo che le decisioni abbiamo riflessi determinanti sulla volatilità dei mercati perché abbiamo bisogno di stabilità. Noi come tutti». Sergio Bocconi RIPRODUZIONE RISERVATA