per me la prova di una situazione non così disastrosa è il fatto che la DB abbia acconsentito al pagamento della cedola che poteva tranquillamente bloccare anche in presenza di coupon pusher
.........
......
il problema però è che la tua descrizione sarebbe andata bene anche per SNS fino a qualche gg. fà, la quale, anzi, non aveva neppure skippato una cedola.
.........
.....
Ciao Tobia,
ciao, e benvenuto, a Sean:
continuando nello sforzo di trarre da questa vicenda il massimo insegnamento per il futuro e senza pretendere di decidere se e in che misura SNS e DNB abbiano delle responsabilità (la class action in fieri tratterà proprio di questo), proviamo a ragionare su certi meccanismi per capirli sempre meglio.
Se giudichiamo i due eventi in sè (pagamento cedola e call), mi sembra di poter dire che la seconda richiede sempre l'autorizzazione della DNB, mentre per la prima il coinvolgimento della DNB non appare automatico. Infatti, guardando (in generale) i prospetti, credo non si citi mai la necessità di una autorizzazione del supervisore. Tutt'al più si cita (ma solo in alcuni casi: penso soprattutto agli assicurativi) l'obbligatorietà del deferral, quando, ad esempio, il pagamento potrebbe portare certi indici al di sotto di certi livelli di guardia.
Invece, è normale che il salto della cedola possa essere imposto dall'ente di sorveglianza (nazionale o europeo) nell'ambito di un piano di ristrutturazione.
Tornando fuggevolmente al caso di SNS, se la società e la DNB hanno mancato nell'informare il mercato, allora credo che le loro responsabilità non si limitino, ad esempio, al pagamento della cedola 523.
In futuro, quindi, temo potremmo ritrovarci con altri emittenti "costretti" da qualche coupon pusher a pagare cedola sino ad un momento prima del disastro. Se avremo dei dubbi sullo stato di salute dell'emittente, dovremo quindi cercare riscontri altrove, e prima di tutto in una lettura paziente dei bilanci.