Dopo aver esaminato il messaggio ***8220;tecnico***8221; nel report JPM, proviamo ad esaminare quello operativo che ne consegue.
La mia impressione è che l***8217;analista di JPM (Henriques) abbia esagerato nel dare per scontate decisioni, da parte delle banche, che scontate non sono.
Ecco dove, a mio avviso, l***8217;Henriques si è lasciato andare ad affermazioni eccessivamente drammatiche:
*la possibilità che i subordinati (T1 e T2) contribuiscano alla loss absorption dal 2015 ne renderà molto meno probabile il richiamo.
*per lo stesso motivo saranno molto meno probabili esercizi di LME
*la deadline 2015 renderà i sub come gli unici candidati al taglio di nominale, prima della scadenza 2018, quando il taglio si potrà applicare ad altri assets. La finestra 2015-2018 sarà di grande vulnerabilità per i sub.
*nessun strumento non-step sarà callato alla prima call; lo stesso avverrà per molti step.
In definitiva, secondo Henriques gli attuali sub potrebbero essere destinati ad un buffer (prescritto dalla direttiva) di titoli votati al sacrificio: il buffer escluderebbe i senior, per dare loro maggiore credibilità.
La RRD, considerata sarebbe quindi uno ***8220;hugely negative development for the asset class***8221;, e avrebbe rango di ***8220;game changer***8221;.
Il quadro dipinto da Henriques si presta, a mio parere, ad alcune obiezioni:
*non si capisce perché downgradino i T1 e non i T2, visto che sono accomunati dallo stesso destino
*si lascia intendere che il taglio del nominale (permanente!) possa diventare un intervento di quasi ordinaria amministrazione per emittenti che sperimentano delle difficoltà. Se le cose stessero così, diventerebbe difficilissimo per una banca emettere nuovi subordinati. Diverso se il taglio si rendesse necessario in situazioni di estrema difficoltà. Domanda per Henriques: se lo cose stanno così, quali banche e a quale tasso emetteranno mai i nuovi sub?
*la particolare severità nei confronti dei T1 sembra nascere dalla convinzione che questi strumenti fossero destinati, prima della RRD, ad una utilità nulla per la banca. Non è così, visto che quasi tutti avevano la possibilità di diventare T2. Se un T1 costa di più di un T2 (per non dire di un senior***8230
, non si vede perché la banca non lo debba ritirare. Ovviamente non in momenti di mercato ***8220;chiuso***8221;, come l***8217;attuale.
*il requisito di un buffer di titoli in grado di assorbire le perdite (LAC o PLAC) non mi sembra sia prevedibile dal 2015, ma dal 2018. Non si vede quindi perché il periodo 2015-2018 debba diventare così critico.
*l***8217;aspetto reputazionale per Henriques sarebbe morto e sepolto. La possibilità che le banche più importanti seguano l***8217;esempio svizzero (anche là è stato imposto un livello elevatissimo di capitalizzazione: UBS e CS si sono adeguati emettendo CoCo bonds, e continuando a callare) non sfiora il ***8220;nostro***8221;.
Si potrebbe continuare***8230;
In definitiva mi sembra che l***8217;uomo di JPM abbia perfettamente ragione nel metterci in guardia a proposito di questa evoluzione normativa: è vero che questi strumenti diventeranno più pericolosi e che le call saranno, in generale, meno probabili. Però, per convincerci di tutto questo l***8217;Henriques non aveva necessità di utilizzare un approccio quasi terroristico.
Voi che impressione ne avete tratto?
P.S. Il report ricorda che Unicredit ha affermato, nel corso delle recenti tenders, che le future call saranno effettuate ***8220;secondo i migliori interessi della banca***8221;. Un***8217;altra banca d***8217;affari aveva commentato più o meno così:***8221;Ma se hanno intenzione di continuare a callare, perché avrebbero dovuto scrivere una frase del genere?***8221;. Lo ricordo perché abbiamo sempre considerato Unicredit attenta alla ***8220;reputazione***8221;, mentre quella frase risulta inquietante***8230;