Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3 (7 lettori)

Rottweiler

Forumer storico
Qualche giorno fa ho pubblicato un post “provocatorio” riguardante il “Combined Buffer Requirement” (CBR) per le banche.

Il mio messaggio mirava a rendere gli investitori in subordinate (e in particolare in AT1) consapevoli che a partire dal 1° gennaio 2016 saranno operative altre nuove regole derivanti dalla CRD 4.

In aggiunta, altri requisiti di capitali si potrebbero aggiungere, originati non più dal Pillar 1, ma dal Pillar 2 di Basilea 3 (SREP).

Come sappiamo la materia è pallosissima :vomito:: non è per via del suo fascino che ci si dovrebbe dedicare, ma solo per evitare guai…

Senza pretendere di fornire una trattazione completa, provo a spiegare perché sarebbe saggio familiarizzarsi, almeno un po’, con queste faccenduole...

1)la CRD 4 ha, tra l’altro:

a)imposto alcuni requisiti di capitale per tutte le banche
b)affidato alle autorità nazionali di decidere se e come aggiungere altri requisiti di capitale (vari buffers), tra il 2014 e il 2019.
c)introdotto, direttamente o indirettamente, una serie di parametri (MDA, MREL, SREP, TLAC, G-SII, O-SII, ADI, etc.) che condizioneranno fortemente l’attività delle banche

2)in conseguenza delle decisioni prese in base a 1), ogni singola banca dovrà fare i conti con un livello di capitale minimo richiesto. Si tratterà di un requisito “ad hoc”, che terrà conto di una serie di specificità (nazionali, di business, etc.).

3)diversamente da quanto accadeva nel passato, quando spesso e volentieri interveniva il cosiddetto “fattore reputazionale”, in futuro al ricorrere di certe condizioni (capital breach) scatteranno automaticamente :jack:alcune limitazioni (es.: skip cedola), senza neanche far intervenire il Regolatore.

4)nella seconda metà dell’anno sono attesi non pochi chiarimenti da parte dei Regolatori nazionali a proposito dei requisiti di capitale che si applicheranno a partire dal 2016. Anche quando poco o nulla trapela, banche e Regolatori continuano a trattare sotto traccia…

5)in alcuni Paesi (ad esempio in Italia, dove peraltro è già pubblicato un CET1 ratio minimo richiesto dalla BCE, pur senza precisarne la composizione) le singole banche hanno pubblicato i requisiti di capitale imposti dall’alto. In altri Paesi il dato è segreto. Questo complica molto le cose per chi intenda quantificare la distanza tra i ratio’s dichiarati e quelli capaci di far scattare obblighi o veti.
Tutto questo è destinato a cambiare, ma in futuro le sorprese potrebbero fioccare…

Conclusione: chi investe in maniera avveduta nei AT1 (ma quasi certamente anche nei T1) di una determinata banca dovrebbe non soltanto leggersi il prospetto: dovrebbe anche sforzarsi di ricercare, allorchè siano resi pubblici (e in qualche caso lo sono già…), i requisiti di capitale imposti, anno per anno, a “quella” banca…
 
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apaci2

Ad bestias
Scusate un titolo che non c'entra nulla con i perpetui,sapete cosa sta succedendo a Portugal Telecom? Ho il senior al 4,625 che scade nel 2020 è calato,in una settimana,da 100 a 85.

La storia vuole che i bond di PT siano confluiti con la fusione tutti in Oi. A mercato ci sono titoli del gruppo che rendevano parecchio di più di quelli su etlx. Probabilmente la divulgazione dei conti, avendo alzato un po' di nebbia dalla struttura societaria, hanno fatto scattare il riallineamento (il disallineamento era presente da molto tempo...)
 

antos

Nuovo forumer
La storia vuole che i bond di PT siano confluiti con la fusione tutti in Oi. A mercato ci sono titoli del gruppo che rendevano parecchio di più di quelli su etlx. Probabilmente la divulgazione dei conti, avendo alzato un po' di nebbia dalla struttura societaria, hanno fatto scattare il riallineamento (il disallineamento era presente da molto tempo...)

Grazie.
 

amorgos34

CHIAGNI & FOTTI SRL
Negus : vendi prima possibile e mettiti short ! :lol:

JPM sull'azionario italiano (anche se, a dire il vero, è un amore che dura da un pochetto)

Italy is the best-performing European market ytd. Is this becoming a problem? Recall, last year Italian equities also rallied 20%+ in 1H, beating the other indices, only to give back all of their gains in the second half and end the year in negative territory.


We do not think the rollover seen in 2H ’14 should be repeated in 2H ’15 for the following reasons:


1) Italy is the big beneficiary of the turn in the credit cycle. Italian credit growth is outright positive now, and the indicators of credit demand are moving higher for all the subcategories of debt. Italian Banks’ ROE remains closely correlated to loan growth, as per the bottom chart.


2) Economic activity is improving. Italian money supply readings suggest that Italian composite PMI will move above 55 in the 2nd half of the year. Consumer sentiment is getting better.


3) EPS momentum is picking up. Italian earnings closely follow macro-economic activity. JPM growth projections are consistent with near-20% EPS growth in Italy this and next year.


4) Valuations remain attractive. Italy is still the cheapest large DM country on a cycle-adjusted P/E metric, offering near 100% upside to the long-term median. Clearly, one needs to haircut what the “norm” is these days, but the upside remains significant, in our view. It is also the cheapest country on P/B metric, offering 56% upside to the long-term median.


5) Reforms are progressing. We are in the latter stages of the electoral reform. There is progress on labour front, and on the legal front. The concern is the politics, where MS5 is gaining in polls recently. We believe the near term political risk in Italy remains low, though. Elections are not expected to be called early, and MS5 is unlikely to be a deciding factor when they do.


6) Despite a strong ytd run, Italian equities are still trading at depressed price relatives in the historical context. It is not too late to join the trade, in our view. Furthermore, in contrast to last summer, when Italy was sitting on significant inflows which subsequently suffered a big reversal, not much money has flowed into the region this year. Positioning is not as crowded as it was last summer, as per the middle chart.


Italy remains our top country pick in Europe. What to own? Our key sector pick stays Banks, which comprise almost 30% of MIB. We note that in the latest results, most Italian Banks have surprised positively on capital. In addition, we put together lists of non-Bank stocks that: 1) our analysts rate favourably and 2) that have a very depressed earnings base. Among others, we highlight Generali, Buzzi Unicem, Enel, Snam and Telecom Italia.
 

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