Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3

SWISS RE potrebbe investire con la Cina in Angbang
PECHINO - Il riassicuratore svizzero Swiss Re è legato ad una possibile acquisizione della compagnia assicurativa olandese Vivat, che fa ancora parte del gruppo cinese Anbang Insurance. Lo svizzero discuterà di questo con le autorità in Cina, secondo le fonti. (Telegraf)
 
Salvini e Di Maio pronti a rivedere la Manovra. Deficit, ipotesi del nuovo tetto a 2,1 per cento
Ecco perché, nel rispondere a Bruxelles, lunedì, il governo per la prima volta valuta di fare un passo indietro. La mediazione di Buffagni e Giorgetti

di Valerio Valentini

19 Ottobre 2018 alle 17:26

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Stefano Buffagni e Luigi Di Maio (foto LaPresse)


Il tutto entro lunedì a mezzogiorno, quando l'esecutivo grilloleghista dovrà rispondere alla Commissione europea, che ieri ha di fatto bocciato la bozza del documento programmatico di bilancio come irricevibile. Eccessivo, anzi “senza precedenti”, lo scostamento rispetto ai patti: quel 2,4, dunque, non può reggere. Ai due leader, impegnati intanto in una sfida a distanza fatta di frecciate e sbugiardamenti reciproci sul pasticciaccio relativo al decreto fiscale, lo stanno spiegando, con parole sempre più chiare, i rispettivi consiglieri economici.



Che Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia lavorino da settimane per persuadere Matteo Salvini a correggere la manovra, è cosa nota. Ma ormai anche nel M5s lo sforzo di Stefano Buffagni, sottosegretario agli Affari regionali ma uomo forte fidati di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio sulle più svariate partite, è sempre più evidente. “Come Giorgetti è lombardo, come Giorgetti è un commercialista. E come Giorgetti, in fondo in fondo, è un democristianone”, sorride in Transatlantico Luca Carabetta, deputato pentastellato. Un modo per dire, senza dirlo, che ormai c'è un asse di sottogoverno che spinge i leader bellicosi ad una certa ragionevolezza. E' stato tenuto fuori dal Mef, Buffagni, anche in virtù di baruffe interne. Ma i ripetuti incidenti che si sono succeduti, in queste settimane, nei dintorni di Via XX Settembre, lo hanno accreditato agli occhi di Di Maio e di altri esponenti di punta del Movimento. E ora, pur preferendo restare nell'ombra, Buffagni predica prudenza: “Coi mercati non si scherza. Dobbiamo evitare di arrivare al downgrade restando su posizioni oltranziste”, va ripetendo da giorni.



Di Maio e Salvini hanno preso tempo: aspettavano di leggere il contenuto della lettera della Commissione. Ieri, quando è stata diffusa, l'hanno trovata - al di là delle dichiarazioni di facciata - più dura di quanto credessero. “Non c'è margine di trattativa: lunedì a mezzogiorno i mercati sono aperti, e la soglia critica dei 400 punti base è vicina”, ripetono i grillini. “D'altronde anche Paolo Savona aveva detto che, di fronte a uno spread senza controllo, rivedere la manovra non sarebbe stata un'abiura”, fanno eco i leghisti. E insomma alla fine anche i due leader potranno piegarsi alla realtà dei mercati.



Il momento giusto per il ripensamento potrebbe essere già domani, alle 13, quando il governo si riunirà in un consiglio dei ministri d'urgenza. Ufficialmente, per mettere una pezza sul decreto fiscale. “Ma è chiaro che si parlerà anche della manovra”, spiega un uomo di governo della Lega. Il nuovo tetto? “Il 2,1 potrebbe essere un buon compromesso”. Bisognerà riscrivere la manovra, magari rimandando l'avvio del reddito di cittadinanza al secondo semestre del 2019. Di Maio farà fatica a digerire questa soluzione: ma sa anche lui che è meglio fare un passo indietro, scaricando comunque la colpa sui tecnoburocrati europei, piuttosto che far saltare il governo per aria.
 
Bel tipo questo francesino/ungherese , ieri in tono tipicamente mafioso/intimidatorio .,,.. aveva sottolineato al governo italico e quindi agli italiani che lui fino a novembre 2019 ci sara’ , mi ha un po ricordato un noto mafioso che in processo ricordava al giudice gli orari e la strada con cui i figli andavano a scuola
in finale delle sue parole sottocitate sarebbe da incorniciare come una bufala alla pari di quella del ns occhialuto ministro

** Da Roma, Pierre Moscovici si sforza di placare la tensione tra governo e Commissione parlando di "obiettivi condivisi" e garantendo che Bruxelles non teme un rischio contagio da parte dell'Italia sul resto della zona euro.
 
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