LA STRETTA FINALE
Mps, trattativa a oltranza tra il Tesoro e UniCredit Il nodo resta il capitale
Luca Davi
L’intesa tra UniCredit e Mef sulla cessione di Mps, come da previsioni, ancora non si vede. Le distanze tra le parti, a quanto risulta da fonti vicine al dossier, e in particolare sul capitale da iniettare e sulle attività del gruppo senese che dovrebbe passare a UniCredit, non si sono ancora colmate. E così da più fonti ieri emergeva come la trattativa tra le parti apparisse in salita o quanto meno in stallo.
Si vedrà tuttavia a breve se le schermaglie tra Tesoro e piazza Gae Aulenti si riveleranno parte del gioco negoziale tipico di questi casi. Mercoledì prossimo è la data entro cui UniCredit chiede di tracciare un accordo quadro e avere chiarezza sul futuro, che dovrà essere con o senza Mps. La banca vuole insomma fare presto. L’attenzione è ovviamente massima anche da parte del Governo, che nel contempo sta però lavorando alla nuova Legge di Bilancio. Interpellato ieri a Bruxelles sul tema Mps, e nello specifico rispondendo alla domanda se il deal arriverà entro fine mese, Draghi ha fatto capire di essere lontano dalla partita. «Non posso rispondere perché non lo so», ha detto il premier. Il nodo principale da sciogliere (si veda Il Sole 24Ore di giovedì) rimane quello dell'aumento di capitale. UniCredit rivendica il rispetto delle condizioni condivise a fine luglio, e in particolare la neutralità dell’operazione sul capitale. Da qua la richiesta di un aumento superiore ai 7 miliardi, da effettuare prima della cessione di Siena. Da parte del Governo, invece, secondo indiscrezioni circolate ci sarebbe la disponibilità fino a 5 miliardi.
per me chiudo e i sub voleranno