ROMA (MF-DJ)--Prende forma la Cassa dell'Adriatico dalla fusione tra Tercas, Cassa di Pescara (Caripe) e Carifano sotto l'egida del Credito Valtellinese (CreVal).
Lo scrive il "Messaggero" precisando che il nuovo polo avrebbe 200 filiali e masse per 6,5 mld. Dai primi giorni della scorsa settimana sono avviate concretamente le trattative per dare un assetto definitivo alla banca con sede a Teramo, commissariata dal 4 maggio 2012 a causa di "gravi irregolarita' e violazioni normative". B.Imi, advisor della fondazione di Teramo, e Kpmg, consulente della banca valtellinese, stanno negoziando le modalita' dell'integrazione. red/gug
(END) Dow Jones Newswires
September 10, 2013 02:37 ET (06:37 GMT)
Carige, c'è l'ipotesi di cedere anche le banche minori
GENOVA
La procura di Genova ha chiesto chiarimenti agli ispettori di Bankitalia in merito alle relazioni inviate la scorsa settimana, dopo le ispezioni effettuate presso Banca Carige. Relazioni in merito alle quali è stato aperto un fascicolo di indagine (ex articolo 45 del codice di procedura penale), senza ipotesi di reato e a carico di ignoti. Sotto la lente degli inquirenti potrebbero esserci alcune violazioni delle norme antiriciclaggio, così come le politiche di espansione della banca. Intanto, lunedì 16, il cda di Carige si riunirà per iniziare l'analisi del contenuto della relazione degli ispettori, su cui il consiglio ha tempo fino ai primi di ottobre per presentare la proprie controdeduzioni.
«Abbiamo chiesto chiarimenti a Bankitalia - ha detto il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce - per capire alcuni aspetti che, nella nota di accompagnamento, sono solo accennati e che magari potrebbero essere utili per noi».
In merito all'espansione di Carige fuori dai confini liguri, sembra assumere sempre maggior peso l'indicazione data dai tecnici della Banca d'Italia nella loro relazione. Dove si legge che il nuovo cda dovrà approvare, entro il 31 ottobre, «un nuovo piano industriale che definisca la mission del gruppo». Via Nazionale scrive di attendersi che Carige «proceda con sollecitudine all'uscita dal settore assicurativo». Ma anche che «andrà valutata, in particolare, l'opportunità di razionalizzare l'articolazione del gruppo - ad esempio con riguardo alle banche rete extra-Liguria - nonché della rete distributiva». Insomma, potrebbe non bastare la vendita della Sgr (ceduta ad Arca) e delle assicurazioni (sul mercato). Per la ricapitalizzazione da 800 milioni imposta da Bankitalia, Carige dovrebbe anche cedere gli istituti acquisiti fuori regione.
Nel mirino ci sono la Banca del Monte di Lucca (con 25 filiali), partecipata al 60% da Carige e, col 20% ciascuno, da Fondazione C.R. Lucca e da Fondazione B.M. Lucca; la Cassa di Risparmio di Carrara (37 filiali), controllata per il 90% da Carige e partecipata, col 10%, da Fondazione C.R. Carrara; Banca Cesare Ponti (9 filiali), controllata al 100% dall'istituto genovese. Vi è poi un'altra acquisizione, questa non recente né esterna alla Liguria, che potrebbe entrare tra gli asset da cedere: la savonese Carisa (50 filiali), di cui Carige controlla il 95,9% e la Fondazione Agostino De Mari il 4,1%. Su alcuni di questi istituti potrebbe concentrarsi l'interesse delle fondazioni che ne possiedono ancora quote. Magari coadiuvate da gruppi imprenditoriali locali, interessati all'acquisizione.
Altro discorso aperto è la richiesta di Bankitalia di un ad per Carige. Il nuovo cda, che si insedierà il 30 settembre, dovrà lavorare in quella direzione. L'iter sarà quello della cooptazione di un manager adatto a quel ruolo, alla quale, probabilmente, seguirà l'uscita di un consigliere nominato dagli azionisti.