Banche - Basilea 4: alcuni istituti saranno colpiti piu' di altri
Stefan Ingves, presidente del Comitato di Basilea, l'organismo preposto alla messa a punto delle regole sui requisiti di capitale (a cui sono soggette le banche internazionali), a margine della conferenza internazionale dei banchieri centrali a Santiago de Cile, ha dichiarato che il nuovo pacchetto di norme (cosiddetta Basilea 4) avra' un impatto limitato sul sistema bancario nel suo complesso, ma ha specificato che per alcune banche l'effetto potrebbe essere maggiore.
Il Comitato, che si era riunito a Santiago in Cile lunedi' e martedi', ha definito le linee guida di quelle saranno le future regole, che dovranno poi essere approvate nella riunione dei Governatori delle Banche Centrali in programma il prossimo 8 gennaio.
Queste linee guida sono state illustrate da Ingves durante il suo intervento alla conferenza. Il presidente ha innanzitutto chiarito che, per rendere meno volatili le attivita' ponderate per il rischio, una revisione dei requisiti di capitale e' necessaria.
Il primo punto fondamentale si riferisce alla modifica dell'approccio standard per la misurazione del rischio di credito, che sara' molto piu' flessibile di quello attuale e piu' in linea con i modelli interni utilizzati dalle banche. Il nuovo pacchetto di norme, quindi, non comportera' l'eliminazione dei rating interni, ma solo una loro rivisitazione.
La questione riguarda molto piu' da vicino le banche europee rispetto a quelle americane, poiche' esse si affidano per circa la meta' delle volte ai rating interni per calcolare i loro requisiti di capitale, molto di piu' delle concorrenti americane.
La nuova proposta formulata dal Comitato di Basilea prevede che i requisiti patrimoniali generati con l'applicazione dei rating interni non possano scendere sotto il 60% (o in casi estremi addirittura il 90%) rispetto a quelli che derivano dall'utilizzo dei modelli standard (anch'essi soggetti a ulteriori modifiche).
L'introduzione di queste nuove regole potrebbe implicare per le banche europee tra i 50 e i 200 miliardi di capitale addizionale.