Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 3


Taking into consideration all Basel III transitional regulations, the Common Equity Tier 1 Ratio (fully loaded) was 8.7 per cent.


La strada è ancora lunga, + 0,2% rispetto ad un anno fa. Speriamo che prima o poi si concretizzi qualcosa con le dismissioni.
 
con la senior 2025 che rende sul 4% lordo, questa non è un po' altina?

Appena ho letto il post del negus, è stato il mio stesso pensiero.
Ma è la senior che è totalmente fuori prezzo, non questa..

la unipol lt2 XS0130717134 eur +250 scadenza 2021 sta a 97 e spicci

200 bps per una tier 1 cumulativa non mi sembrano pochissimi, comunque le ho tutte e tre :D (quattro con la lt2 2023).
 
Taking into consideration all Basel III transitional regulations, the Common Equity Tier 1 Ratio (fully loaded) was 8.7 per cent.


La strada è ancora lunga, + 0,2% rispetto ad un anno fa. Speriamo che prima o poi si concretizzi qualcosa con le dismissioni.


L'intreccio RZB/RBI è parecchio complicato da interpretare, per chi detiene i T1...:-R

RBI ha migliori ratios di capitale; RZB ha più distributable profits...:mumble:

Le dismissioni sono lo scenario principale; la fusione è vista come un'alternativa (non so quanto risolutiva...); un aumento di capitale, magari un po' creativo, l'ultima risorsa...:specchio:
 
Ciao Negus,

ti va di fare il punto della situazione e di condividere qui il tuo punto di vista sui prossimi mesi?

Per certi aspetti sembra di essere tornati al triennio 2009-2011, col vix che sbarella.

Qual´e´ la tua view (domanda aperta a tutti !).

:bow::bow::bow:

Ciao bia,

credo che francamente il paragone col 2009-2011 sia improponibile, né vedo all'orizzonte cosa potrebbe scatenare una situazione paragonabile a quel periodo.

Credo piuttosto che dopo tre anni quasi ininterrotti di costante salita degli indici, discesa degli spread e azzeramento della volatilità una correzione fosse prevedibile ed anche auspicabile.

Personalmente sto cercando di impiegare la abbondante liquidità (dovuta ai numerosi rimborsi degli ultimi mesi :sad:) dove ancora vedo del valore inespresso e/o per aumentare la parte difensiva del portafoglio. Non credo ancora che ci saranno a breve inversioni significative sulle borse e sui tassi, ma proprio quel che è successo in questi giorni può far capire che quando inversione ci sarà potrebbe non essere piacevole, un po' per l'effetto gregge, amplificato dai programmi automatici di trading, e un po' per la ridotta liquidità di parecchi titoli che qui trattiamo. Non vorrei rovinare un così lungo periodo di risultati straordinari per un eccesso di avidità. :D

Tra i titoli preferiti per possibilità future di capital gain o buoni rendimenti nell'ordine vedo:

- le azioni, in particolare italiane, che mi sembrano ancora molto sottovalutate;

- i perpetual bancari AT1, coco o non coco: gli spread sono ancora notevoli, nonostante l'incredibile e costante miglioramento della situazione patrimoniale di quasi tutte le maggiori banche (vedi grafico allegato). Fatico poi a comprendere il timore che suscitano le nuove caratteristiche di questi titoli, laddove le procedure europee ormai prevedono un haircut pressocchè automatico per tutti i titoli subordinati (e talora non solo quelli) in caso di bail-in;

- diversi subordinati assicurativi di "seconda fascia", di cui si è molto parlato (giustamente) in questi ultimi tempi. Ad esempio sono convinto che Unipol in un anno o due potrebbe raggiungere un rating investment grade, con conseguente riprezzamento delle sue obbligazioni;

- alcuni titoli in $ e £ con buoni spread, uno fra tutti Telecom It. 7,20% $.

Tra i titoli maggiormente difensivi preferisco nell'ordine:

- legacy tier 1 indicizzati all'IRS: so che la prospettiva di un rendimento dell'1-1,50% fa storcere la bocca a molti, ma l'idea di incassare il 165% (calcolato su un prezzo di acquisto di 60) del tasso decennale tempo per tempo a me sembra particolarmente allettante, senza contare che con orizzonte al 2022 c'è anche la possibilità di una plusvalenza del 65%;

- titoli di stato periferici, italiani in primis, soprattutto inflation linked;

- titoli indicizzati all'euribor con spread accettabili (dal 2% in su).

Sono invece da tempo molto sottopesato, se non completamente fuori, da:

- paesi emergenti;

- obbligazioni high yield;

- titoli distressed in generale, in particolare bancari.

L'eccezionale basso livello dei tassi ha spinto negli ultimi anni diversi investitori, anche istituzionali, ad alzare l'asticella del rischio pur di continuare ad incassare un adeguato flusso di rendimenti, col risultato di comprimere gli spread a livelli secondo me insostenibili nel lungo termine.

Ricordo ancora che qualche anno fa non c'era casa di investimento che non spingesse sulle obbligazioni dei paesi emergenti (in valute forti o locali) spiegando con fior di grafici che il loro profilo di rischio era nettamente migliore rispetto a quello di diversi periferici europei. :specchio:
E d'altronde fa specie vedere la corsa ad emettere carta di lunga durata, a rendimenti ridicoli, da parte di aziende che in altri momenti ben pochi avrebbero anche solo preso in considerazione.

Non c'è dubbio che quando si arriverà davvero ad una fase risk off, un sell off generalizzato colpirà soprattutto queste categorie di titoli (come in parte si è visto anche nei giorni scorsi).
 

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