un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo


DEUTSCHE BANK IL BUCO CON LA BANCA INTORNO!












Scritto il 5 marzo 2013 alle 11:56 da icebergfinanza
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Come vi confidai alcuni anni fa, se leggete il Sole 24 Ore o altri giornali, lasciate perdere i grandi titoli o le prime pagine, scovate gli articoli migliori e fondamentali nei meandri nascosti del giornale, tra gli articoli dei giornalisti che sanno fare il loro mestiere e non sono primedonne e troverete sempre l’alba della crisi che verrà.
Allo stesso tempo su Icebergfinanza un blog qualunque, dal quale attingono in molti anche dei media italiani, ma fanno fatica a citare la fonte, troverete la sintesi della nuova tempesta perfetta che verrà.
Vi ricordate questo articolo GERMANIA: SOFFIN LA CASA DEGLI SPIRITI! e questo DEUTSCHE BANK: DODICI MILIARDI DI BUONI o questo deutsche bank…un cigno nero lassu’ sopra il cielo o magari questo esclusivo! deutsche bank la mps tedesca: il cigno statene certi sulla stampa italiana saranno in molti nei prossimi mesi a dire ma io l’avevo detto!
Bene ora date un’occhiata a quanto è accaduto in questi giorni… German Regulator Slams Tarullo’s Banking Plan for U.S. – Bloomberg
In November, Federal Reserve Governor Daniel Tarullo proposed ordering 23 foreign banks to adhere to stricter capital requirements to reduce risks to the financial system. Germany’s biggest bank may need to transfer more than $13 billion to meet the planned rules, Goldman Sachs Group Inc. said today, cutting the company to sell from hold.
13 miliardi di ricapitalizzazione per soddisfare i nuovi requisiti patrimoniali ecco cosa ha fatto crollare il titolo venerdi!
Koenig also said that the US calling on banks to prepare for a lack of coordination between regulators in the event of defaults under so-called living wills “went in the wrong direction.” Bafin and global peers should cooperate on making the finance industry more stable, she said.
Avete capito ora perchè la Merkel non voleva che si guardasse sotto la gonna delle banche tedesche e cosi la Bafin!
Co-Chief Executive Officer Anshu Jain said in January that he wants to be “very focused on the US” because of its economic prospects and the presence that Deutsche Bank has built there.
Ovviamente figurarsi se quelli di Goldman non perdevano occasione per tagliare i target a sell riportando l’attenzione sulla capitalizzazione della banca, per noi di Icebergfinanza una non novità visto l’allert che il nostro modellino preferito continua a segnalarci.
Deutsche Bank Cut to Sell at Goldman on U.S. Capital – Bloomberg
State sintonizzati sul buco con la banca intorno
 

GERMANIA…ALTRO CHE PIU’ EUROPA, PIU’ ITALIA!












Scritto il 7 marzo 2013 alle 09:04 da icebergfinanza
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Non è affascinante dite la verità, scoprire che le imprese assicurative tedesche ma non solo sono “costrette” a comprare titoli di Stato italiani per sopravvivere…
Il BTp quindicennale emesso a gennaio è quasi introvabile sul mercato dei p/t. È verosimile che lo “caccino” anche le assicurazioni tedesche, premute dai “tassi zero” sui Bund domestici. In fondo è la versione finanziaria della dantesca «legge del contrappasso»: le grandi assicurazioni tedesche e del nord Europa sono costrette a comprare un po’ di titoli obbligazionari a lunghissima scadenza dei Paesi periferici, italiani inclusi, perché i bond dei loro Stati non hanno rendimenti abbastanza elevati da garantire la loro operatività. È per questa ironica legge che negli ultimi mesi i titoli di Stato italiani relativamente più gettonati sul mercato sono stati proprio quelli a 15 e 30 anni. A comprarli sono proprio le assicurazioni dei Paesi forti: per loro, ironia della sorte, è il modo migliore per sopravvivere nell’era dei tassi a zero. Segno che l’Europa divisa in due, in fondo, nuoce a tutti. di Morya Longo – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/zEO6M
Come ha scritto Dream sul suo IntermarketAndMore
Ma questo cosa significa? Significa una cosa molto importante. Se i tedeschi comprano a piene mani titoli obbligazionari italiani, significa che aumentano il rischio Italia (e Spagna) nei loro portafogli. Morale: mal comune mezzo gaudio. Una buona presenza di nostri bond in queste società tedesche rappresenta la migliore assicurazione per il risparmiatore italiano sulla solvibilità del nostro debito. Non dimentichiamo infatti che fintanto che avremo il sostegno INTERESSATO della Germania (perché gli conviene), allora potremo stare tranquilli, e tutte le ipotesi anche su un haircut alias ristrutturazione del debito, restano semplici esercizi didattici.
Inoltre …
Di troppa salute finanziaria si può morire. I bassi tassi d’interesse che i paesi del nord Europa, Germania in testa, pagano sui loro debiti pubblici mettono in allarme gli assicuratori. Una “opinione” – in realtà è un vero e proprio allarme – resa nota lunedì dall’Eiopa (l’authority europea delle polizze) mostra che tra il 5 ed il 10 per cento delle compagnie del continente avrebbero uno margine di solvibilità negativo nell’ipotesi di un perdurante scenario di bassi tassi d’interesse nel continente.
Ed un numero elevato di altri operatori vedrebbero il loro solvency ratio avvicinarsi pericolosamente al livello minimo. (Sole24Ore)

Come direbbe la nostra Alice nel suo paese delle meraviglie…
” Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe! “
 
Ripudio del debito e inchiesta penale: il metodo islandese


Romina Vinci
A fine 2008 l'Islanda viene travolta dalla crisi e deve nazionalizzare banche i cui debiti sono dive

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La sua superficie è un terzo di quella italiana, la sua popolazione non raggiunge neanche un ottavo degli abitanti di Roma, eppure nel cuore di molti connazionali è diventata una nazione da emulare.
L’eroina in questione è l’Islanda, ed i suoi abitanti sono i valorosi soldati protagonisti di una rivoluzione democratica combattuta contro il potere politico-finanziario neoliberista. Una rivoluzione pacifica, senza spargimento di sangue, taciuta ai più. Non ci sono cluster bombs, né lanciarazzi, tantomeno proiettili all’uranio impoverito, in Islanda è andata in scena una rivoluzione delle idee. La gente si è riversata nelle strade urlando il suo sdegno, armati solo di cassaruole gli islandesi son riusciti a far valere la propria voce. Hanno fatto muso duro a colossi come Gran Bretagna e Olanda, hanno dichiarato default cancellando i debiti contratti a causa di banchieri senza scrupoli, hanno mandato a casa la vecchia classe politica ed eletto un’assemblea di cittadini per riscrivere la Costituzione del Paese. Nell’Estremo nord dell’Europa dunque Davide vince Golia, dando vita ad una rivoluzione democratica che sembra diventare realtà. Ripercorriamone le tappe salienti.
Alla fine del 2008 impazza la crisi americana dei mutui subprime, per l’Islanda il conto da pagare è carissimo: l’intera isola viene travolta dai crolli sulle borse mondiali. Le tre banche principali del paese, Landsbanki, Kaupthing e Glitnir vengono nazionalizzate, i loro debiti in Olanda e Gran Bretagna superano varie volte il Pil dell’Islanda.
Nel 2009 arriva il crollo dell’85% della corona rispetto all’euro, il governo islandese è alla bancarotta. Il paese chiede aiuto al Fondo Monetario Internazionale che approva un prestito di un miliardo e mezzo di euro, accompagnato da un altro miliardo e 700 milioni di alcuni Paesi nordici. Ma il popolo non ci sta, si riversa nelle strade e protesta davanti al Parlamento a Reykjavik a colpi di cassaruole e con lanci di uova. Il 23 gennaio vengono convocate le elezioni anticipate, una promessa che non basta a placare l’ira degli islandesi. La gente torna in piazza tre giorni dopo ed impone le dimissioni del primi ministro Haarden e dei suoi.
Cala così il sipario sul primo governo vittima della crisi finanziaria mondiale. Il nuovo esecutivo di coalizione socialdemocratica, guidato dal nuovo Primo Ministro Jóhanna Sigurardóttir, prepara, sulla base di una legge ampiamente discussa in Parlamento, una manovra di salvataggio di 3 miliardi e mezzo di euro: il pagamento dei debiti sarebbe stato a carico di tutte le famiglie islandesi con una tassazione del 5,5% per quindici anni, per un esborso mensile pari a circa 100 euro a famiglia. Gli islandesi tornano a protestare compatti e rispondono l’ennesimo due di picche. Il capo di stato Ólafur Ragnar Grímsson indice un referendum sulla questione, e malgrado le minacce di Olanda e Regno Unito, la consultazione popolare è compatta: il 93% degli elettori dice no, il debito non deve essere pagato dai cittadini.
Il governo fa default, il debito estero viene cancellato in quanto causato da azioni criminose di banchieri e membri del governo. Viene aperta un’inchiesta per individuare e perseguire penalmente i responsabili della crisi. Arrivano i primi mandati di cattura e gli arresti per banchieri e top-manager, la patata bollente passa all’Interpool che si incarica di ricercare e catturare i condannati, in primis l’ex presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson.
Messa ko da una crisi che ha spazzato via l’infrastruttura finanziaria della nazione, l’Islanda decide di fare tabula rasa e ripartire da zero, sbarazzandosi dei partiti assoggettati ai diktat dei mercati. Nel novembre 2010 prende vita un’assemblea di cittadini chiamata a preparare la nuova costituzione che rivisiti e corregga quella attualmente in vigore, risalente al 1944, anno dell’indipedenza dalla Danimarca. I nuovi membri della Costituente vengono votati direttamente dagli elettori: si tratta di 25 cittadini, scelti tra 522 candidature, liberi da affiliazione politica e dalle più svariate professionalità. Ci sono docenti universitari, avvocati, giornalisti, fisici, matematici, ma anche un sindacalista, un pastore, un regista e persino un contadino.
Viene sancito il potere popolare. L’assemblea dei 25 inizia a lavorare sulla prima bozza di Costituzione nel febbraio del 2011, e lo fa in maniera innovativa, sfruttando il web ed i social network. I costituenti infatti condividono i testi su cui lavorano quasi in tempo reale attraverso Facebook, Twitter, Flickr e YouTube oltre che, ovviamente, sul sito istituzionale del Parlamento. Ne nasce così la prima bozza di costituzione realizzata in parte in crowdsourcing, vale a dire con il contributo ed i suggerimenti dei comuni cittadini, che è stata presentata il 29 luglio scorso al Parlamento. Tra le migliaia di commenti degli internauti islandesi, chiamati a dire la loro su svariati argomenti (dal modello economico alla legge elettorale), sono due i poli su cui si è massicciamente intervenuto nel nuovo progetto costituzionale: il tema dell’ambiente e le garanzie sulla protezione della natura del paese, ed i diritti delle generazioni future.
Si chiama Icelandic Modern Media Initiative, ed è un progetto finalizzato alla costruzione di una cornice legale per la protezione della libertà di informazione dell’espressione. Tra le sue prerogative quella di mantenere il semaforo verde sulla connessione internet, che può essere tagliata solo dietro l’ordine di un giudice. Ma anche vigilare sui dati e provvedimenti del governo, documenti che devono essere e rimanere accessibili a tutti i cittadini. Un’altra linea guida della nuova bozza costituzionale è la tutela delle risorse naturali del paese, con una voce dedicata. L’articolo 33 sancisce il diritto ad un ambiente salubre e ad una natura incontaminata: rappresenta un unicum nel suo genere ed è stato dettato dalla ferita ancora aperta a nord del Vatnajökull, polmone verde islandese distrutto nel 2006 per far spazio ad un grande complesso idroelettrico voluto dalla multinazionale dell’acciaio Alcoa.
La bozza costituzionale dovrà essere sottoposta all’approvazione del Parlamento il prossimo primo ottobre. Il testo finale verrà poi sottoposto a referendum. L’Islanda prosegue imperterrita il suo cammino nel percorso alternativo che l’ha portata ad essere un simbolo ed un emblema di coraggio, che molti sognano di emulare. Sarà solo il medio e lungo periodo però a stabilire se il piccolo battaglione dell’ “Estremo Nord”, che ha sguainato la spada e combattuto contro l’oppressore, riuscirà a crearsi di nuovo una posizione finanziaria estera positiva, così da poter dire di aver vinto non solo una battaglia, ma la guerra.



Per approfondire:






Leggi il resto: Ripudio del debito e inchiesta penale: il metodo islandese | Linkiesta.it
 
L’onorevole Tremonti ed i “Gentili colpi di stato”

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Ricevo da Alex queste considerazioni sulle dichiarazioni di Tremonti all'Ultima Parola - che parla del governo ricattato e del golpe bianco - a cui dedico un post perché, è vero, non si può sorvolare come se niente fosse su dichiarazioni di una tale gravità fatte da un ex ministro, che non è proprio uno de passaggio... (e in fondo un invito ai Grillini)



considerando il profilo di Tremonti, presidente Aspen e altro...
molto interessante
 
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Gorini e Schlanger a San Marino: l'Italia resista contro un governo tecnico, e adotti la separazione bancaria insieme al Congresso USA!






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7 marzo 2013 (MoviSol) - Il 5 marzo la presidente di MoviSol Liliana Gorini e il portavoce di LaRouche Harley Schlanger hanno portato un messaggio di speranza alla Repubblica di S. Marino, ma anche ai cittadini italiani che ascoltavano in diretta streaming la conferenza indetta da Sinistra Unita su "Alle origini della crisi. La separazione bancaria come antidoto alla dissoluzione dell'economia reale".
"So che siete preoccupati per la situazione di ingovernabilità che si è venuta a creare in Italia". ha esordito la presidente di MoviSol, "e che molti di voi sono delusi perché, pur avendo votato noi tutti contro il governo tecnico di Monti, rischiamo di vedercene imposto un altro, magari con Amato o Passera, per 'continuare le riforme' che ci sono state imposte dai mercati, dalla BCE e dall'Unione Europea. Ma pur condividendo le vostre preoccupazioni, vorrei esordire con un messaggio di speranza, che viene dall'economista e leader politico americano Lyndon LaRouche, che ha visto nel voto in Italia un chiaro referendum contro l'austerità e contro il sistema Euro. LaRouche ci invita a resistere per qualche settimana, resistere alle pressioni che ci verranno esercitate dai soliti 'mercati', gli stessi mercati che hanno provocato la crisi, affinché l'Italia adotti altre misure di austerità, benché sia chiaro che quelle già prese hanno solo peggiorato la situazione. Resistere alla tentazione di accettare un altro governo tecnico per paura della reazioni dell'Europa. Unirsi invece a noi di MoviSol e al movimento di LaRouche negli Stati Uniti per far adottare al più presto il ripristino della separazione bancaria, che metterà fine ad ogni garanzia dello Stato per gli speculatori, separando nettamente le banche d'affari dalle banche commerciali. Se lo faremo, ce ne saranno grati anche Grecia, Spagna, Portogallo, Bulgaria e gli altri paesi in cui milioni di cittadini sono scesi in piazza contro l'austerità".

da "La supernova
del credito",
di Bill Gross

Gorini ha proseguito mostrando in anteprima alcuni grafici preparati da Dennis Small per video sull'iperinflazione, tra cui quello ormai famoso sulla "Supernova del credito" di Bill Gross (Pimco), che ha suscitato scalpore negli Stati Uniti, in quanto dimostra che il sistema finanziario si sta auto consumando, poiché se nel 1975 occorrevano 4 dollari di credito per produrre un dollaro di PIL, ora ne occorrono 20, e questo senza nemmeno tenere conto della bolla dei derivati, che è 12 volte il PIL mondiale, ed è la vera causa della crisi attuale. Ha quindi trovato piena conferma la "funzione di collasso dell'economia" ideata da LaRouche fin dal 1995, che già allora metteva in evidenza il tasso di crescita degli aggregati finanziari (derivati, titoli tossici), quello degli aggregati monetari (l'iperinflazione per sostenere la bolla dei derivati) rispetto al collasso dell'economia reale, che è ormai evidente a tutti.
Ai cinquanta presenti, tra cui numerosi consiglieri, un ex ministro delle Finanze di S. Marino, e altri cittadini interessati ad una via di uscita dalla crisi, Gorini ha elencato le iniziative prese da MoviSol, dall'ex candidato alla Presidenza francese Cheminade, e dal movimento di LaRouche negli Stati Uniti per far approvare al più presto la legge Glass-Steagall, tra cui i ben tre disegni di legge per la separazione bancaria e il credito produttivo ispirati da MoviSol durante la scorsa legislatura, invitando i cittadini ad esercitare pressioni su tutti i nuovi parlamentari italiani, di qualsiasi partito, affinchè adottino al più presto questa legge, come unica alternativa all'austerità e alla disoccupazione. Gorini ha auspicato un governo non tecnico, ma politico, che si metta d'accordo su queste misure urgenti (separazione bancaria, abolizione dei trattati europei, a partire dal MES, un nuovo sistema creditizio).
Alessandro Rossi, di Sinistra Unita, ha quindi presentato Harley Schlanger, portavoce di LPAC, annunciando che Sinistra Unita il giorno prima aveva presentato ad una conferenza stampa (ripresa dalla TV di S. Marino) un disegno di legge in cui chiede la separazione bancaria. "San Marino potrebbe dare l'esempio al mondo intero adottando la legge Glass-Steagall e tornando allo scudo" ha esordito Harley Schlanger, che ha entusiasmato il pubblico parlando della "rivoluzione" iniziata da LPAC negli Stati Uniti, non solo con la sua mobilitazione per la legge Glass-Steagall, ma anche contro Obama.
Con la sua mobilitazione durante le vacanze di Natale, LPAC ha infatti ispirato il disegno di legge presentato il 3 gennaio al Congresso da Marcy Kaptur (democratica) e Walter Jones (repubblicano) col numero HR 129, e sostenuto nel frattempo da 30 congressisti, e da undici parlamenti di stato. Quanto a Obama, che finora ha sabotato qualsiasi tentativo di tornare alla Glass-Steagall, Schlanger ha proseguito: "l'articolo pubblicato dal famoso giornalista americano Bob Woodward, famoso per il Watergate contro Nixon, sulle menzogne di Obama, che aveva attribuito i tagli automatici ai repubblicani, mentre li ha promossi la sua stessa amministrazione, dimostra che anche negli Stati Uniti tira un'aria di rivolta contro il falso dibattito sul 'fiscal cliff', che mirava soltanto a evitare una discussione seria sull'unica soluzione alla crisi, il programma a tre punti di LaRouche: 1) Glass-Steagall, 2) un sistema creditizio che sostituisca quello monetario, 3) grandi progetti infrastrutturali a partire da NAWAPA per creare posti di lavoro produttivi e qualificati, basati sulla scienza e l'alta tecnologia". "L'articolo di Woodward ha ricordato a tutti che Nixon, pur essendo stato rieletto, fu costretto a dimettersi due anni dopo, e lo stesso potrebbe accadere ad Obama".
Il portavoce di LaRouche è tornato al grafico della triplice curva di LaRouche mostrato da Gorini per ricordare che LaRouche aveva previsto la crisi, ed anche nel 2007 aveva previsto la crisi esplosa pochi mesi dopo. "La crisi può essere prevista, e può anche essere risolta. Ma la vera questione è: agiranno i cittadini? O si limiteranno a lamentarsi per il fatto che tutti i politici sono corrotti? Nessuno è troppo piccolo per poter agire. Il Rinascimento non fu fatto dalle grandi masse, da ma pochi individui che avevano sviluppato le giuste idee. Oggi abbiamo gli strumenti per vincere, basta che li usiamo".
Ci sono state molte domande dal pubblico, sul pericolo di guerra insito nell'iperinflazione in stile Weimar, su come utilizzare la legge Glass-Steagall di Kaptur e Jones anche a S. Marino ed in Italia, sulla riforma sanitaria di Obama, su Roosevelt e la possibilità di un ritorno ad una politica rooseveltiana di grandi progetti infrastrutturali. Nel trarre le conclusioni, Alessandro Rossi ha ringraziato i relatori che "hanno portato questa ventata di ottimismo in un periodo in cui c'è poco su cui essere ottimisti".
Il giorno dopo un'altra consigliera di Sinistra Unita, Francesca Michelotti, ha invitato Gorini e Schlanger al Palazzo dei Reggenti per assistere dalla tribuna al dibattito in corso, e per mostrare loro alcune sale, dipinti e targhe storicamente importanti, tra cui un busto di Lincoln che aveva appoggiato l'indipendenza della Repubblica di S. Marino con parole simili a quelle pronunciate da Schlanger alla conferenza del giorno prima: non si è mai troppo piccoli per cambiare la storia.


Pubblicato daTataElisaInvia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook
 

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