un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

Gli unici 3 minuti che vale la pena sentire da Davos


Mitici islandesi! Hanno lasciato fallire le banche. Fai delle cazzate? Fallisci. Non dovrebbe essere questa, semplicemente, la legge del mercato? Non si capisce perchè la gente dovrebbe pagare di tasca sua le cazzate e gli errori fatti dai CEO delle banche attraverso tasse o austerity.



"Perchè dovremmo considerare le banche come delle chiese?" dice il Primo Ministro islandese, "perchè se fallisce una compagnia telefonica la lasciamo fallire e se fallisce una banca la dovremmo salvare aumentando le tasse sui cittadini, con l'austerity o aumentando il debito pubblico?".











"Quello che abbiam fatto è stato NON seguire nessuna delle ortodossie finanziarie che tutto l'occidente invece ha visto prevalere negli ultimi 30 anni. Abbiamo introdotto currency controls (!), abbiamo lasciato fallire le banche, abbiamo spinto sull'aiuto ai poveri, e a distanza di 5 anni in Islanda la disoccupazione è praticamente inesistente, la crescita è buona e ormai ci siamo già lasciati alle spalle il momento in cui siamo diventati famosi a livello mondiale per il fallimento delle banche."


DA-cX6_1RSg



Inviato da iPhone

Pubblicato daMaurizio Barbero *****************
 
MONTEPASCHI: CALVI COME MUSSARI? SINDONA COME MARIO ......?

Nessun commento:


Ti è stato inviato tramite Google Reader

MONTEPASCHI: CALVI COME MUSSARI? SINDONA COME MARIO ......?


roberto_calvi.jpg
Sindona_avvelenato-300x240.jpg


Ora dopo ora lo scandalo che coinvolge una delle principali banche italiane con 12 miliardi di euro di crediti inesigibili e incagliati nel bilancio sta assumendo proporzioni non immaginabili.
SE FINO A POCHE ORE FA FIORANI POTEVA ESSERE PARAGONATO A MUSSARI E FAZIO A MARIO DRAGHI...stessa banca (antonveneta) e due banche che la volevano (la popolare di lodi di fiorani e il Montepaschi di Mussari) ORA COMINCIA A FARSI AVANTI UN DUBBIO ...

OVVERO CHE LE SOMIGLIANZE POTREBBERO ANDARE PIU' VERSO UN ROBERTO CALVI (il banchiere dello scandalo ambrosiano trovato misteriosamente morto a londra) CON GIUSEPPE MUSSARI E UN MICHELE SINDONA (avvelenato in cella) CON MARIO DRAGHI.

GLI INTERESSI IN GIOCO SONO ENORMI..E ANCHE QUESTA VOLTA NON MANCA LA CHIESA...(come potrebbe...lei è sempre e ovunque ci siano soldi)
Infatti nel possibile scandalo di tangenti miliardarie c'è di mezzo anche Botin di santander seguace dell'Opus Dei 8e la pista dell'opus dei non si ferma a lui...).
Ma abbiamo anche la pista di MARIO MONTI (vicino ai gesuiti) E IL SUO STRANO RUOLO CON LA CHIESA CATTOLICA CHE SPINGE LE SUE ITALIOTE PECORELLE A VOTARE IL PARTITO DI CASINI, FINI CALTAGIRONE, MONTEZEMOLO E MARIO MONTI..)
e la MAFIA .....ANCHE QUESTA VOLTA C'E' BASTA GUARDARE ALL'ISOLA SICILIANA E A QUALCHE IMPRENDITORE NEL CAMPO DEI GIORNALI E DEGLI APPALTI...
1-960x639.jpg
Mario+Draghi+personaggio+2012+TV.jpg



Inviato da iPhone


Pubblicato daMaurizio Barbero *****************Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook




Reazioni:



Monte dei Pacchi: nell'informazione indipendente già da secoli sapevamo della mega-stecca su Antoveneta...Adesso ci arrivano anche i mass-media...

Nessun commento:
 
Mario Consoli: le radici della perdita di sovranità monetaria



1. Nel 1981, anno del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, con la lettera di Andreatta si esonera quest’ultima dall’acquisto in toto o parziale dei titoli di Stato, per farli andare sui mercati internazionali. 2. Nel 1991 con Guido Carli il tasso di sconto diventa deciso dalla Banca d’Italia. 3. La terza mossa decisiva è quella delle privatizzazioni effettuata da Prodi and co, che hanno privatizzato di fatto la Banca d’Italia. In quanto agli speculatori internazionali, rimando alla lista delle banche dealer sul sito del Tesoro – http://www.dt.tesoro.it/export/site...i_in_titoli_di_Strato_-_Dal_6_Luglio_2012.pdf - tradotto erroneamente in italiano con specialiste in titoli di stato, ma più correttamente banche “spacciatrici”…In quanto alla Federal Reserve non è vero che sia nazionale, Lincoln e Kennedy hanno stampato dei biglietti di Stato…In Italia anche tanti governi, di cui l’ultimo fu di Aldo Moro…Un biglietto di stato significa che non costa interessi allo stato e non è messo al passivo nel bilancio dello Stato. In quanto al dogma diffuso che la responsabilità del debito pubblico dipenda dalle ruberie e dagli sprechi della classe politica, basta andare a leggere quanto l’Italia ha pagato di interessi sui titoli di stato dal 1990 ad oggi: una cifra pari alla somma del debito pubblico attuale. La nostra classe politica per quanto abbia rubato e sprecato, sono inezie rispetto all’emorragia degli interessi sui titoli di stato ai prestatori internazionali. La Bank of England del 1788, l’Inghilterra aveva 13 milioni di sterline di debito pubblico, dopo 90 anni si è arrivati all’incremento dell’800%, con il passaggio al concambio moneta-titoli di stato; altro dato nel 1981 il debito pubblico nostrano era del 50% oggi è del 120%: la relazione è immediata, basta incrociare i dati. L’austerità serve oltre ad onorare gli interessi, a risucchiare i risparmi, anche quelli occulti, da trasferire nel circuito della speculazione finanziaria.
 
io comunque andrei piano troppe supposizioni posso far perdere lucidita'


a monte, vorrei sapere quando, e con quale scopo sono sorte le fondazioni (tipo la nostra manodori)) e quando o chi incrinò il piedistallo
 
se ti interessa ,sam,puoi guardare chi c'e' dentro alla fondazione monte paschi,gia' dal 1600 all 'epoca dei tulipani.ops dei derivati,gia' da allora.leggi il post di stamattina. saprai benissimo il vecchio nome anton veneta.
 
Dagospia: Monte dei Paschi non è obbligata a restituire i soldi allo Stato Italiano, e gli interessi li potrà pagare con altre obbligazioni senza scadenza

ma senti senti senti... chi l'avrebbe mai detto?! Presente il "prestito" statale al 9% di 3,9 miliardi di euro... quello il cui importo ricorda tanto l'ammontare della seconda rata dell'IMU pagata dagli italiani.. dai, i cosidetti "Monti Bond" ... quelli dati per cercare di evitare di dover emettere nuove share e così rischiare di far perdere alla Fondazione in mano ai politici PD il controllo della banca....


DAGOREPORT

I bond supposta di Mario Monti. Monte dei Paschi non è obbligata a restituire i soldi allo Stato Italiano, e gli interessi li potrà pagare con altre obbligazioni senza scadenza.


Tutto questo per consentire al PD di comandare ancora senza soci scomodi.


Non ci credete? è tutto nero su bianco basta saper leggere l'art 8 e l'art.9 del decreto qui allegato...


http://www.sanita.ilsole24ore.com/pdf2010/Sanita2/_Oggetti_Correlati/Documenti/Gazzetta-Ufficiale/SALVA_INFRAZIONI_UE_DLINGU.pdf




Inviato da iPhone

Pubblicato daMaurizio Barbero *****************Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook




Reazioni:
 
M
Mario Consoli: le radici della perdita di sovranità monetaria

Nessun commento:

1. Nel 1981, anno del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, con la lettera di Andreatta si esonera quest’ultima dall’acquisto in toto o parziale dei titoli di Stato, per farli andare sui mercati internazionali. 2. Nel 1991 con Guido Carli il tasso di sconto diventa deciso dalla Banca d’Italia. 3. La terza mossa decisiva è quella delle privatizzazioni effettuata da Prodi and co, che hanno privatizzato di fatto la Banca d’Italia. In quanto agli speculatori internazionali, rimando alla lista delle banche dealer sul sito del Tesoro – http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/elenco_specialisti/Elenco_Specialisti_in_titoli_di_Strato_-_Dal_6_Luglio_2012.pdf - tradotto erroneamente in italiano con specialiste in titoli di stato, ma più correttamente banche “spacciatrici”…In quanto alla Federal Reserve non è vero che sia nazionale, Lincoln e Kennedy hanno stampato dei biglietti di Stato…In Italia anche tanti governi, di cui l’ultimo fu di Aldo Moro…Un biglietto di stato significa che non costa interessi allo stato e non è messo al passivo nel bilancio dello Stato. In quanto al dogma diffuso che la responsabilità del debito pubblico dipenda dalle ruberie e dagli sprechi della classe politica, basta andare a leggere quanto l’Italia ha pagato di interessi sui titoli di stato dal 1990 ad oggi: una cifra pari alla somma del debito pubblico attuale. La nostra classe politica per quanto abbia rubato e sprecato, sono inezie rispetto all’emorragia degli interessi sui titoli di stato ai prestatori internazionali. La Bank of England del 1788, l’Inghilterra aveva 13 milioni di sterline di debito pubblico, dopo 90 anni si è arrivati all’incremento dell’800%, con il passaggio al concambio moneta-titoli di stato; altro dato nel 1981 il debito pubblico nostrano era del 50% oggi è del 120%: la relazione è immediata, basta incrociare i dati. L’austerità serve oltre ad onorare gli interessi, a risucchiare i risparmi, anche quelli occulti, da trasferire nel circuito della speculazione finanziaria. guarda video video m videoARIO CONSOLI -ecco come e per colpa di chi non siamo più sovrani della nostra moneta - YouTube
look il video.clicca you tube
 
Ultima modifica:
samir ti riporto chi vi era gia' dal 1600 nel monte paschi
- DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI – Libero pensiero -
“Coloro che non possono ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo”
George Santayana. 1930
A proposito di Monte dei Paschi di Siena.
Sono sempre stato un europeista convinto.
Mi sento europeo e sono orgoglioso di esserlo.
Sono un profondo sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, perché considero l’Europa un continente che ha prodotto nei secoli una immensa tradizione evolutiva in campo economico, culturale, artistico, scientifico, che ha dato un enorme contributo al miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone.
Non questa Europa, si intende.
La grande truffa degli oligarchi reazionari consiste nell’aver inventato uno scontro tra europeisti e non europeisti, spingendo la gente –in maniera perversa e subliminale- a pensare che la BCE e il sistema bancario attuale “sia l’Europa”.
Non è così.
C’è anche un’altra Europa.
Ed è quella per la quale mi batto.
Caduti nella trappola dell’Alzheimer sociale, ben rappresentato dalle trovate mediatiche di Silvio Berlusconi, gli italiani, oggi, sbigottiti, sono testimoni del terremoto finanziario prodotto dalle scelte amministrative del Monte dei Paschi di Siena, come se fosse una sorpresa, uno scandalo, qualcosa di cui stupirsi.
Considero questo “scandalo” uno splendido simbolo della enorme possibilità che tutti noi europei abbiamo in questo momento per poter ritrovare il Senso di una nuova identità europea, che prima di tutto deve essere esistenziale e culturale, economica e politica e poi, di conseguenza, anche finanziaria.
Perché l’Europa, cioè la prima costituzione degli Stati Uniti d’Europa, è nata dalla finanza, e con il suo fallimento, si spera che gli europei ritrovino la ragione. E’ nata così l’Europa.
E fu proprio il Monte dei Paschi di Siena a inventare tutto ciò, molto ma molto tempo fa.
Perché le speculazioni finanziarie sui derivati non sono affatto una invenzione tecnologica, ingegnosamente scoperta dagli analisti finanziari americani, bensì sono un’idea finanziaria del Monte dei Paschi di Siena, che si è espressa 375 anni fa e che allora portò l’Europa alla catastrofe, seminando miseria, povertà e fame.
Se chiedete “quando è nata l’Europa?” vi sentirete dare risposte molto diverse. C’è chi sostiene con il Trattato di Lisbona, chi con quello di Maastricht, chi nel 2001 con il varo dell’euro, chi con il Trattato di Roma del 1957, chi con il manifesto di Ventotene del 1943 a firma Altiero Spinelli, chi con Napoleone Bonaparte, chi con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1789,.
Forse hanno ragione tutti, sono stati piccoli tasselli intersecantesi l’uno con l’altro.
Ma il punto dolente rimane quello della “mancanza di memoria storica” a dimostrazione dell’autentica tragedia che noi tutti stiamo vivendo oggi in conseguenza dell’assassinio della Cultura e dell’Informazione.
Perché se fosse rimasta alta la bandiera della memoria storica collettiva, allora, i popoli avrebbero impedito a questi burocrati oligarchi criminali di fondare gli Stati Uniti d’Europa sulla finanza, dato che era stato già fatto quasi 400 anni fa portando il continente alla catastrofe.
C’era, quindi, un precedente storico poderoso, fulminante, sul quale interrogarsi, da analizzare, sondare, elaborare, per trarne una lezione utile.
Tutto è avvenuto grazie al Monte dei Paschi di Siena, nel cuore dell’Europa mercantile, nei primissimi anni del secolo XVII, quando la banca senese “inventa” i derivati e provoca, guida, determina, la più grande catastrofe economica che si sia mai realizzata nella Storia della Civiltà: il crollo della borsa di Amsterdam il 9 febbraio del 1637.
Ecco come andò.
Nei primi decenni del ‘600, grazie all’eccitazione mercantile dovuta alla scoperta dell’America e all’introduzione sui mercati europei di ingenti quantitativi di oro, argento e derrate alimentari, provenienti dal nuovo continente in via di espoliazione, gli europei creano “la borsa valori delle merci e dei preziosi” di cui Amsterdam diventa il centro propulsore. Il Monte dei Paschi di Siena, la più solida e antica banca europea (fondata nel 1472) diventa il più forte istituto di credito finanziario dell’epoca, luogo di incontro della finanza vaticana e delle rendite finanziarie delle oligarchie aristocratiche europee che lì si incontrano per scambiarsi i loro titoli e creare le grandi rendite patrimoniali europee. Nel 1593, il Monte dei Paschi di Siena finanzia Johannes Van Bommel, un grande mercante dell’epoca, il quale importa dalla Turchia i bulbi di tulipano, investendo nella loro coltivazione. Qualcosa di inspiegabile però accade. Anche se da allora sono trascorsi 400 anni, seguita a rimanere un mistero della mente umana. I tulipani diventano ben presto una specie di feticcio della neo-nata classe borghese mercantile, dando vita a una gigantesca febbre collettiva che invade tutta l’Europa. Gli storici e gli antropologi inglesi hanno addirittura coniato il termine “tulipomania” parola che, da qualche anno, indica una specie di malattia dello spirito che porta gli individui a speculare in borsa su “qualcosa di evanescente che non esiste”. Poco a poco, in tutto il continente si diffonde la mania dei tulipani che diventano ben presto un vero e proprio social status. Dovunque, da Lisbona fino a Roma, da Glasgow fino alla lontana Varsavia, gli europei si gettano nell’investimento di azioni dei bulbi di tulipano e in tutto il continente si aprono agenzie di cambio locale, gestite in appalto dal Monte dei Paschi di Siena. Al mattino si apre la contrattazione ad Amsterdam e alle 15 partono a cavallo i corrieri con i risultati del giorno, attraversando tutta l’Europa per andare a negoziare i titoli nelle diverse capitali. Ben presto, l’Europa comincia a diventare piccola e le capitali entrano in veloce contatto tra di loro, dando vita alle prime società di trasporto continentali. Nel 1605 la domanda di bulbo di tulipano raggiunge livelli vertiginosi di costo. Vengono attribuiti nomi curiosi e strani ai bulbi e le famiglie di possidenti investono ingenti quantità di denaro su questo fiore. Nel 1623, un certo bulbo di tulipano, di un colore magari raro, arriva a costare il corrispondente di oggi di circa 50/70 mila euro. Il record viene toccato dal “semper Augustus” che viene contraccambiato nel 1630 per la cifra vertiginosa di 100.000 fiorini, pari a 250.000 euro odierni. In quell’anno, un certo Messer Cucinotti, ragioniere plenipotenziario di Monte dei Paschi di Siena nella sede di Amsterdam ha un’idea che seduce l’intera Europa: “la speculazione sui derivati finanziari” che lui inventa e codifica, in uno splendido testo di follia delirante finanziaria (si trovano i testi dell’epoca nella “Biblioteca pelagia di parte guelfa” a Firenze) con il termine “commercio del vento” o altrimenti detto “commercio finanziario delle nuvole”. Il Monte dei Paschi di Siena stampa dei contratti di assicurazione sul titolo dei bulbi e poi li assicura presso una loro filiale a Londra, la quale ne rivende –a prezzo maggiorato- il potenziale profitto di lì a sei mesi. Chi acquista quel titolo, lo rivende a un altro prezzo maggiorato e così via dicendo, per cui uno stesso titolo di possesso di un bulbo tocca il record nel 1632 di 186 proprietari della stessa azione a prezzi completamente diversi: la stessa azione vale 1 oppure 8 oppure 75 a seconda di quando è stata acquistata e da chi. La banca senese dà prestiti per acquistare bulbi di tulipano e raccoglie in garanzia proprietà immobiliari e terre coltivate, creando una massa finanziaria speculativa che nel dicembre del 1635 raggiunge una cifra pari a 15 volte l’intera ricchezza reale europea. Finchè alla fine del 1636 alcuni aristocratici, bisognosi di danaro in contanti per finanziare spedizioni navali o costruirsi un castello cominciano a vendere e si arriva al 9 febbraio del 1637 quando l’ondata di vendite si abbatte sul mercato provocando la più gigantesca catastrofe finanziaria che sia mai stata registrata nella storia. Il tutto avviene a una velocità inusitata per quei tempi, in pochissime settimane. E il mercato dei tulipani crolla. Migliaia e migliaia di famiglie si trovano sul lastrico perché il Monte dei Paschi di Siena attraverso le guardie reali olandesi requisisce le loro proprietà immobiliari date in garanzia per titoli di bulbi di tulipano che sulla carta valgono milioni ma che in realtà si rivelano semplice carta straccia. Nel solo mese di giugno del 1637, nella città di Amsterdam 15.000 persone travolte dal dissesto. La città di Arnheim diventa un enorme cimitero e così la città di Hannover, di Besancon, la lontanissima L’vov al confine tra la Polonia e l’Ucraina. L’Europa è travolta dal crollo della finanza sui derivati. Le famiglie rovinate abbandonano le loro terre che rimangono incolte provocando penuria e carestia nella popolazione. Nasce così la immensa ricchezza patrimoniale del Monte dei Paschi di Siena, che riesce a non fallire grazie all’intervento del Vaticano che accordandosi con il re d’Inghilterra dichiara “diabolici” i contratti stipulati dagli aristocratici di mezza Europa e confisca i beni dati in garanzia, identificati come “oggetti del diavolo”, di cui la banca diventa legittima proprietaria.
L’Europa finisce in miseria.
Nasce allora quella che con parole di oggi potremmo definire “la decrescita felice” e che gli storici chiamano “genesi dei movimenti pauperistici europei”, una miriade di movimenti autonomi dei cittadini che si contrappongono all’idea della finanza, del concetto di investimento di danaro, al consumo, agli status symbol ed esaltano l’austerità identificando nella povertà una scelta. Il Monte dei Paschi di Siena chiude tutte le sue filiali in Europa e rientra in Italia con un guadagno complessivo netto in 30 anni corrispondente alla cifra di oggi di circa 100 miliardi di euro che viene suddiviso tra le grandi famiglie aristocratiche delle signorie toscane e il Vaticano.
Il movimento pauperistico e la denuncia del lusso e del consumo viene capeggiato dal filosofo Baruch Spinoza, il quale aveva soltanto 5 anni quando c’era stato il crollo ma che era cresciuto in Olanda vivendo nell’atmosfera tragica del baratro finanziario nel quale era precipitata tutta l’Europa. Gli studiosi, i filosofi, gli intellettuali dell’epoca si confrontano e dibattono sulla follia collettiva che ha provocato la più grande tragedia sociale mai registrata nel nostro continente, e da questo humus intellettuale nasce l’Etica di Spinoza, colonna portante del pensiero libertario europeo, testo fondamentale che diventerà, di lì a breve, il pane quotidiano di Voltaire e dei grandi pensatori illuministi. Quando esplode “la più grande bolla finanziaria dell’ultimo millennio” viene travolta anche il Regno di Gran Bretagna, perché a Londra falliscono decine e decine di piccole società di assicurazioni (che stavano allora nascendo) gestite da famiglie aristocratiche in vista e sostenute da un parlamento corrotto. Per far fronte ai giganteschi ammanchi, il governo inglese aumentò la tassazione ai produttori agricoli del 30% provocando malumori e rivolte, che cominciarono a crescere e dilagare fino alla rivoluzione condotta da Oliver Cromwell nel 1648: la prima rivoluzione popolare europea.
Ecco che cosa ha prodotto 375 anni fa l’Europa Unita della Finanza.
Fine della storia.
C’era quindi un precedente.
Noto a tutti coloro che hanno studiato la Storia d’Europa. Noto a tutti gli studiosi di Storia Economica. Noto a tutti coloro che hanno costruito, recentemente, l’Europa. La prima fondazione degli Stati Uniti d’Europa, quella realizzata attraverso la borsa valori delle merci di Amsterdam nei primi decenni del 1600 è fallita. E’ esplosa, perché fondata sulla finanza, sulle banche, sulla speculazione, sui derivati, sul monopolio delle grandi famiglie aristocratiche e del Vaticano.
La Storia ci insegnava, quindi, che era l’ultima cosa da fare, l’ultima strada da seguire.
Possiamo dunque meravigliarci e stupirci che la stessa banca che ha provocato tale catastrofe nel 1637 provocando il suicidio (secondo gli storici) di circa 150 mila persone –una cifra allora immensa- il crollo di intere città e una depauperizzazione del territorio, che ha affamato l’Europa per circa 50 anni, abbia oggi fatto la stessa cosa? No.
Non mi stupisce.
Perché lo statuto della Banca del Monte dei Paschi di Siena il 9 febbraio del 1637 è lo stesso del 25 gennaio 2013. Non è cambiato.
Questa è la lezione che va appresa, oggi, e che serve (e ci serve) per interrogarci sulla necessità di ritornare a leggere la Storia, a praticare la Cultura ma, soprattutto, a riannodare le fila della memoria storica collettiva, sottraendosi all’Alzheimer sociale voluto, imposto, e ottenuto da Berlusconi e dal berlusconismo.
Lo statuto è lo stesso.
Una fondazione detiene il 39% delle azioni dell’istituto.
Anche grazie a Mario Monti, tale fondazione non paga le tasse. Il suo governo ha scelto di esentarla “perché dedita alla beneficenza riconosciuta”.(decreto ministeriale del 29 maggio 2012).
La fondazione ha un consiglio di amministrazione.
I membri del consiglio vengono scelti non sulla base di una competenza tecnica bancaria rigorosa bensì secondo i seguenti canoni, noti, conosciuti e accettati da tutti, compresi tutti gli impiegati che ci lavorano (e che adesso non si lamentino): 16 persone vengono elette dal sindaco di Siena, attualmente un burocrate funzionario del PD, nei 25 anni precedenti un burocrate del PDS e del PCI; 10 membri vengono scelti da un “consorzio locale di imprenditori” che altro non è che il gruppo di tre logge massoniche senesi, una delle quali molto nota per essere stata molto vicina a quella del grossetano Licio Gelli; infine 2 consiglieri che operano anche come arbitri interni, scelti ed eletti dal Vaticano, uno di provenienza Ior e l’altro di provenienza territoriale cattolica confessionale, cosiddetti “azionisti curiali”.
Questo non è uno scoop, magari lo fosse!
Questo è il segreto di Pulcinella.
Ed è necessario, quindi, porsi delle domande.
Perché mai una banca deve avere un consiglio di amministrazione dove i consiglieri sono eletti da un sindaco? Che cosa ne sa un sindaco di tecnica bancaria? Quali sono le responsabilità del consiglio comunale? La scelta dei candidati è pubblica? E’ votata dall’intero consiglio comunale? Perché la curia vaticana deve fornire dei consiglieri di amministrazione? Non è forse l’Italia uno stato laico? Perché mai viene dato per scontato –come se fossero stati eletti- che a Siena, nel cuore della regione Toscana, le logge massoniche locali hanno addirittura la posizione ufficiale e riconosciuta di veri e propri committenti che forniscono i nomi dei consiglieri per andare a occupare dei posti nell’amministrazione di una banca accanto a dei nominati dal sindaco? Quali sono i rapporti tra i consiglieri eletti e il territorio? Come è possibile che una fondazione di tal fatta non paghi tasse ma nel suo bilancio ufficiale, nella sezione relativa alla cosiddetta “beneficenza nel territorio” (da cui l’esenzione dalle tasse) si trovano sponsorizzazioni annuali a pioggia dell’ordine di centinaia di milioni di euro a favore di onlus, cooperative, piccole società editoriali e mediatiche che in teoria si sarebbero dovute occupare della diffusione della cultura e che non hanno mai fornito uno straccio di fattura? Com’è possibile che una banca partitico-massonica-curiale (per statuto) abbia goduto, in extremis, lo scorso dicembre, di un ennesimo finanziamento da parte dello Stato dell’ordine di 3,9 miliardi di euro senza che sia stata richiesta nessuna garanzia?
Queste sono le domande che i cittadini elettori dovrebbero porsi pretendendo delle risposte adeguate.
E la stessa cosa per ciò che riguarda le fondazioni bancarie controllate dai leghisti e dai pidiellini nelle valli lombarde
E’ su questo che si gioca la partita della campagna elettorale, non sui programmi. Per loro, per il PD PDL Udc FLI Lega Nord, ciò che conta è garantirsi un numero di deputati e senatori eletti che garantiranno la prosecuzione di un simile stato di cose.
Le forze politiche che dichiarano di rappresentare i cittadini (e non gli interessi di bassa clientela omertosa) devono impegnarsi a chiedere IMMEDIATAMENTE al nuovo governo l’abolizione delle fondazioni bancarie, la trasparenza dei bilanci e il divieto di investire i soldi dei correntisti in derivati finanziari senza prima averli informati per avere il loro consenso.
La impietosa logica dei mercati li sta smascherando.
Siamo ormai alla guerra per bande.
I banditi ci hanno rubato il territorio impedendoci di fare impresa.
Riprendiamocelo.
Nessuno è in grado di fornire inoppugnabile documentazione bancaria relativa alla reale quota di investimenti delle prime 100 banche italiane. Tradotto in termini sintetici vuol dire che in Italia le banche private non sono tenute a spiegare a nessuno come e dove e quando operano sul mercato e il loro management è composto da esponenti della politica e non da esperti tecnici in meccanismi finanziari bancari. Quando hanno bisogno di soldi in contanti li chiedono allo stato che paga passivamente.
E così, Monte dei Paschi di Siena si è presa a Natale i soldi dell’Imu.
Per investirli in bulbi di tulipani.
E infine la domanda di tutte le domande: perché mai bisogna salvare la banca?
Hanno un ammanco? Che falliscano.
Come la stessa banca ha spinto a fare alle migliaia e migliaia di piccole e medie imprese alle quali ha negato credito per seguitare a ballare il consueto minuetto che va avanti dal 1472.
Sono contro la nazionalizzazione di Monte dei Paschi di Siena, perché questa non è una nazione normale e non c’è quindi alcuna garanzia al riguardo. Basta con il medioevo in Italia.
Il crollo finanziario dell’Europa nel 1637 provocò una nuova coscienza collettiva che ispirò il grande Spinoza a fondare la necessità dell’Etica come elemento unificante della cultura europea.
Il comportamento del Monte dei Paschi di Siena è indice di una idea a-etica dell’esistenza, basata sul principio tale per cui se qualcosa riesce e va in porto (oppure funziona) allora è giusto. E’ la base strutturale della mancanza dello Stato di Diritto e della mancanza di valori e di principi ideali. L’atteggiamento etico, invece, comporta l’idea di muoversi per eventi, idee, azioni che si sa dentro di sé, con certezza, che sono giuste. E ci si batte per quelle. E’ su questa base che è stato abolito lo schiavismo: perché era giusto farlo. Queste sono le due europe.
Il Monte dei paschi di Siena appartiene a un’Europa degradata che sta crollando.
“Ce lo chiede l’Europa” è un mantra che va strappato dalla bocca di Mario Monti e noi abbiamo il dovere di riappropriarci di questo termine, coniugandolo con l’idea Etica che ha fatto grande questo continente
L’Europa delle nazioni e degli uomini liberi. Quella vera. Quella che funziona in modo equo, che si occupa delle esistenze e dei diritti civili, del lavoro e dell’istruzione, della diffusione di cultura e dell’investimento produttivo.
La parte vera dell’Europa che nell’attuale parlamento italiano non ha voce.
Dipende da tutti noi fare in modo che la Storia svolti da una parte o dall’altra.
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria
Link: Libero Pensiero: la casa degli italiani esuli in patria: Il caso Monte dei Paschi di Siena e il ruolo dell'Europa.
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=11391
Ti potrebbero interessare anche
+ La morte del PD
+ Borsa, Monte dei Paschi di Siena in caduta libera dopo scoop del Fatto
+ La scellerata operazione del Monte dei Paschi di Siena
+ TASSATI PER ARRICCHIRE I BANCHIERI
+ IL COSTO DELLA POLITICA E I PRIVILEGI DELLA CASTA NON SONO IL PROBLEMA...

Tags

BerlusconicittàcrisidatidelldirittidonnefamigliaFatto Quotidianofuturo




Tratto da: IL CASO MONTE DEI PASCHI DI SIENA E IL RUOLO DELL’EUROPA | Informare per Resistere IL CASO MONTE DEI PASCHI DI SIENA E IL RUOLO DELL
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
 
Monte dei Paschi: j'accuse di un ex dirigente, "bruciati 15 miliardi"

Nessun commento:


Monte dei Paschi: j'accuse di un ex dirigente, "bruciati 15 miliardi"




Quando Grillo, all'assemblea degli azionisti della Monte Paschi ha parlato di un "buco da 14 miliardi" Profumo ha subito detto che gli sarebbe piaciuto vedere i dati su cui si basava. Ora, testimonianza di una cifra simile sfumata lungo il periodo che va dall'acquisizione dell'Antonveneta ad oggi la forniscono altre due persone, un ex alto funzionario di MPS e un analista finanziario indipendente, che parlano di 15 miliardi di euro bruciati in sei anni. Ne parla Repubblica in questo articolo: Mps, distrutti così 15 miliardi dei soci e svenduti i tanti gioielli di famiglia.
In realtà, che dopo l'acquisto della banca Antonveneta fossero cominciati i guai per MPS lo si poteva vedere osservando i bilanci della banca senese dal 2007 in avanti, ma testimonianze indipendenti danno forza a questa osservazione. Il conto stilato da Gianfranco Antognoli, dirigente MPS in pensione, è presto fatto:




Al 31 dicembre 2005 la capitalizzazione a valore di mercato del gruppo Mps risultava pari a dodici miliardi di euro. Ma negli anni successivi, e in due diverse occasioni, i soci sono chiamati ad iniettare in Mps risorse attraverso aumenti di capitale per un totale di otto miliardi. Succede in occasione dell’acquisizione di Antonveneta, pagata nove miliardi e che agli azionisti costa un aumento di capitale da 5,8 miliardi e poi, di nuovo, nel 2011, con la «trasfusione» da 2,1 miliardi resa necessaria per rispettare i vincoli di solidità patrimoniale. E siamo così, in totale, a venti miliardi di euro, che è il risultato di quanto il patrimonio azionario valeva all’inizio del periodo più le somme aggiunte dai soci.
Ma a fine 2011 la capitalizzazione di Borsa si è assottigliata ad appena 2,7 miliardi e quindi, considerando che tra il 2006 e il 2011 Mps ha staccato dividendi pari a 1,8 miliardi di euro, la perdita di valore per gli azionisti si attesta nel periodo a 15,4 miliardi.[Repubblica cit.]
Riassumendo la versione di Antognoli:
12 miliardi capitalizzazione a dicembre 2005
+ 5,8 miliardi + 2,1 miliardi di aumento capitale portano la capitalizzazione a 20 miliardi
- 9 miliardi acquisto Antonveneta rimangono 11 miliardi
a fine 2011 la capitalizzazione è di 2,7 miliardi quindi ci sono stati altri -8,3 miliardi di perdite dalle quali però bisogna togliere 1,8 miliardi di dividendi, porterebbero una perdita di 15,5 miliardi circa
-9 -8,3 + 1,8= -15,5 miliardi
Anche l'altro critico è intervenuto, come Grillo, all'assemblea degli azionisti. Sin dal 2009 Paolo Barrai era stato molto severo con l'acquisizione dell'Antonveneta da parte di MPS. Nell'intervento all'assemblea non lesina gli attacchi a Mussari e MPS nè risparmia critiche a Profumo. Nell'articolo di Repubblica, si riporta la sua denuncia della vendita sottocosto delle proprietà di MPS, per riparare il buco aperto dall'acquisizione, con conseguente impoverimento patrimoniale del gruppo..
Certamente non è dato sapere se le conclusioni di Antognoli e Barrai sono esatte ma, di sicuro, si rileva che una banca che fino al 2007 era florida improvvisamente compra un'altra banca e da quel momento cominciano i guai. Vi sono collusioni, coperture, politici e controllori che sapevano e hanno taciuto, corresponsabilità? Ovviamente, siccome se ne sta occupando, sarà la magistratura a stabilirlo. Una cosa però si può forse ragionevolmente immaginare: che probabilmente ne usciranno quasi tutti puliti e anche quelli che ne usciranno sporchi li ritroveremo tra qualche tempo nel bel mezzo del gotha della finanza o della politica perchè si sa, questi sono gli unici due mondi nei quali, se sbagli, gli altri pagano.


Pubblicato daTataElisaInvia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook




Reazioni:



bilancia
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto