un,dos,tres,un pasito bailante by mototopo

Sulla vicenda Monte dei Paschi le indiscrezioni di Stampa raccontano di una tangente di 2 miliardi di euro: E’ Tutto Denaro Elettronico
Neppure un centesimo di quella che passerebbe alla storia come la più grande tangente di sempre è costituita da denaro contante.....
 

Ciao Moto, non vorrei ridurre il concetto in uno slogan, ma non potranno mai rimettere il contante libero, per la semplice ragione che tutto il contante circolante nel mondo rappresenta il 10% della finanza spazzatura creata sul nulla e se liberalizzassero l'uso del contante sai quante tipografie per stampare carta straccia ? :lol::lol:
 
ciao elviss ,domani ti scrivo il perche' nn limitare,ma alzare il contante .ps la riserva fraz e' all' 1% ti potrebbe interessare il decreto legge 231 in materia di antiriciclaggio.il contante' e' gia tassato all'origine ,poi ti dico come e perche',ciao
 
ciao elviss ,domani ti scrivo il perche' nn limitare,ma alzare il contante .ps la riserva fraz e' all' 1% ti potrebbe interessare il decreto legge 231 in materia di antiriciclaggio.il contante' e' gia tassato all'origine ,poi ti dico come e perche',ciao

Grazie ancora del servizio che preziosamente offri su questo 3D. :up:
 
BNL ed il suo disastro derivati

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BNL ed il suo disastro derivati


Quando la tua banca ti fa sottoscrivere un derivato la tua vita comincia a diventare un disastro: il danno sarà grave ed irrimediabile. Lo sa molto bene l’imprenditrice Piera Petrini Levo truffata dall’Unicredit, diretta da Alessandro Profumo. Se decidi di non cedere, la battaglia porterà allo stremo. I funzionari non hanno mai colpa, per loro si tratta di un’assicurazione sui fidi, infatti per loro è una garanzia poiché chi sottoscrive deve pagare.

Cercano di farti desistere, ma Piera, che ho intervistato per Imprenditori suicidi, è riuscita a far rinviare a giudizio coloro che la stavano facendo fallire ed ha aperto un blog “Disastro derivati”. Ha iniziato a ricevere tante lettere di altri imprenditori ingannati dalle loro banche, stima che siano più di 50.000 i colleghi che hanno sottoscritto contratti derivati.

Fra questi cinquantamila c’è Lorenzo, un albergatore di Jesolo. Nel 2006 Lorenzo ha contratto un mutuo con la BNL per l’importo di 1.000.000,00 di euro. Il 10 maggio andò dal notaio per la delibera del mutuo a 25 anni a tasso variabile (Euribor a sei mesi più l’1,6% di spread) e pensava che l’iter burocratico si fosse concluso. Invece un mese dopo sarà di nuovo dal notaio per l’erogazione del mutuo ed il direttore di banca aveva con sé un contratto che venne presentato come una protezione del finanziamento. Non gli venne consegnata subito una copia del contratto, venne spedita quattro mesi più tardi. Nel 2009 il derivato si manifestò con tutte le sue caratteristiche: Lorenzo doveva pagare un conto semestrale di 15.000 euro.

L’uomo voleva spiegazioni e si recò dal direttore che disse: “Chi mai poteva immaginare che gli interessi sarebbero andati così in basso” Dopo qualche settimana Lorenzo tornò in banca per avere maggiori dettagli sul funzionamento del suo derivato, la direttrice non era in grado di fornire spiegazioni e gli fissò un appuntamento con il direttore di zona.

Capì che il suo mutuo era legato ad un “contratto assicurativo” fino alla sua estinzione: ogni anno paga circa 30.000 euro a causa del derivato bancario “purple collar In&Out”. Secondo la società di consulenza indipendente Norisk l’unica ipotesi di garanzia per l’azienda ci sarebbe nel caso in cui l’Euribor restasse all’interno del range 3,50%-4,50%. Lo swap sottoscritto da Lorenzo è un prodotto che trasforma il mutuo da variabile a fisso in caso di tassi bassi (quando cioè non c’è bisogno di copertura) mentre in caso di rialzo l’Euribor a sei mesi sopra il 4,50% (che rappresenta il momento in cui la copertura dovrebbe dare i suoi effetti positivi) l’azienda torna a pagare un tasso variabile senza un livello massimo.

Lorenzo ha provato a rivolgersi ad un legale ma la banca ha rifiutato ogni forma di accordo, anche di fronte alla proposta di estinzione del derivato con indebitamento con un’altra banca, oppure quando la quotazione del suo derivato fosse andata giù, ma nessuno lo ha avvisato. Ogni hanno l’importo del mutuo da pagare è di oltre 50.000 euro (interessi più quota capitale), il derivato incide per oltre il 60% e questi sono interessi passivi non deducibili (La parte di interessi passivi che eccede gli interessi attivi e il 30% del ROL è solo temporaneamente indeducibile, infatti tale eccedenza potrà essere dedotta se e nei limiti in cui dovesse trovare capienza negli esercizi successivi, ovverosia qualora gli interessi passivi che eccedono quelli attivi siano inferiori al 30% del ROL., se ciò non accade resta indeducibile) Mentre per la banca si tratterebbe di transazioni finanziarie, solo oggi vengono tassate al 20%. Quindi l’unica a guadagnarci è la banca. Lorenzo non riesce a comprendere questa sorta di accanimento con la sua attività, con la sua famiglia.

Ha scritto ad oltre trenta associazioni ed enti per avere un aiuto. Ha ricevuto risposta solo dall’On. Elio Lannutti che ha presentato, il suo caso e gli abusi in generale delle banche, nell’assemblea al Senato del 17 aprile del 2012. La banca d’Italia, alla quale Lorenzo aveva espresso il suo disagio, lo ha scaricato dicendo che nel suo caso si tratta di un investimento e deve rivolgersi alla Consob. La banca ti lega, a tua insaputa, ad un prodotto inadeguato, ti manda sul lastrico e non vuole sentire ragioni: chi non ha colpe (il cliente) deve pagare. Lorenzo ha 58 anni, la sua attività non è in perdita ma è una vittima di un derivato e questa potrebbe essere la causa del suo fallimento.

6 febbraio 2013

Samanta Di Persio

BNL ed il suo disastro derivati


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14:38 DERIVATI: TRANI; INDAGINI, SONO BOMBE AD OROLOGERIA I DERIVATI
FATTI SOTTOSCRIVERE A IMPRESE CHE CHIEDEVANO MUTUO

(ANSA) - TRANI, 6 FEB - Sono ’bombe ad orologeria’ - secondo gli inquirenti tranesi - i derivati per svariate decine di milioni di euro venduti da cinque banche italiane alle numerose aziende del nord barese che tra il 2008 e il 2010, schiacciate dai primi segnali di crisi, si erano rivolte agli istituti di credito sotto inchiesta (Mps, Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem) per avere un mutuo. E’ quanto emerge dalle indagini dei pm inquirenti, Antonio Savasta e Michele Ruggiero, che contestano a vario titolo ad una sessantina di indagati, quasi tutti dipendenti di filiali del nord barese, i reati di truffa pluriaggravata ed usura. Tra i sottoscrittori - a quanto si apprende da fonti della procura - vi sono anche enti locali, come il Comune di Molfetta, che era tra i piu’ esposti, e che con una transazione e’ riuscito a liberarsi dei titoli-spazzatura. (ANSA).
 
l 'ultimo post e' per un' amico a cui tempo fa dissi di nn sottoscrivere nessuna copertura.spero di essergli stato di aiuto
 
GLI INTERROGATORI
Oltre all’interrogatorio di Mussari, è programmato per mercoledì quello di Antonio Vigni, ex direttore generale Mps. Sono i principali indagati di un’inchiesta che promette di andare lontano. Sabato toccherà ad Alessandro Daffina, numero uno di Rotschild Italia, convocato come testimone, in qualità di mediatore nell’affare Santander-Montepaschi, l’operazione che ha garantito alla banca spagnola una plusvalenza di quasi tre miliardi di euro in due mesi.
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Lunedì 04 Febbraio 2013 - 09:07
 

MPS E DEUTSCHE BANK …I PROMESSI SPOSI!












Scritto il 6 febbraio 2013 alle 10:56 da icebergfinanza
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Dopo una vacanza all’isola di Santorini all’improvviso i nostri promessi sposi decisero di passare all’azione recandosi da Don Abbondio…
“Sapete voi quanti siano gl’impedimenti dirimenti?”
“Che vuol ch’io sappia d’impedimenti?”
Error, conditio, votum, cognatio, crimen,
Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas,
Si sis affinis,
….”
cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.
“Si piglia gioco di me?” interruppe il giovine.
C’è ancora qualcuno che fatica a comprendere quello che sta accadendo ai promessi sposi MPS e Deutsche Bank, soprattutto cosa si nasconde dietro MPS, tra politica e finanza, c’è ancora qualcuno che fatica a comprendere cosa sta accadendo dietro le quinte tra Italia e Germania?
«Non stiamo parlando di un buco». Il presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena, Alessandro Profumo, a Otto e mezzo condotto da Lilli Gruber ha detto: «Ci sono operazioni che hanno spalmato una perdita nel tempo, domani (mercoledì, ndr) il fatto che decideremo di rivedere il bilancio significa che mettiamo quella perdita spalmata nel tempo nei bilanci della banca e poi nel tempo recupereremo quella somma, quindi l’impatto è pari a zero». Il momendo della verità? «Il 2013». Profumo: nessun buco, in cda i numeri delle operazioni critiche Sole24Ore
«Ho detto con chiarezza che mi piacerebbe avere un investitore finanziario – ha spiegato Profumo – ma oggi «l’investitore non lo stiamo cercando» perché, considerando la situazione, «adesso è impossibile» trovarlo. A una domanda sull’interessamento di Deutsche Bank, Profumo ha risposto: «Deutsche Bank sarebbe un partner industriale ma, se non ci fosse altro, andrebbe bene, anche se cerchiamo un investitore finanziario».

Abbiamo appena finito di condividere il ritorno del cigno nero Deutsche Bank che visti i precedenti e le numero inchieste penali che la riguardano,assomiglia più ad un avvoltoio che all’improvviso spuntano alcune voci o ipotesi che riguardano le grandi manovre internazionali per spartirsi il cadavere della banca senese.
Anche tralasciando la vicenda relativa alla vendita di titoli di stato italiani con abuso all’ingresso di credit default swap per assicurare mezzo mondo sul rischio fallimento del nostro Paese e’ palese l’atteggiamento altamente speculativo e predatorio di certe banche.

DEUTSCHE BANK E MPS … L’OMBRA DI GOLDMAN SACHS!

Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio
 

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