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bischer0tt0
mi sono già rotto
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settimanale
La mm 70 del settimanale dice di comprare a manetta visto che passa a 1,8732 e ci siamo sempre sopra
giornaliero sempre long over siamo sulla base del canale
Sir Green
Forumer storico
Borse asiatiche
Borse asiatiche deboli, per i timori di una stretta monetaria in Cina e per le crisi in Grecia e a Dubai.
Tokyo chiude in discesa dello 0,78% a 10.013 punti. Bombay perde lo 0,6%. Chiuse per l'avvio del nuovo anno in Cina Shangai, Hong Kong, Taiwan, Singapore e la Malesia.
Anche Wall Street oggi resta chiusa. .
Borse asiatiche deboli, per i timori di una stretta monetaria in Cina e per le crisi in Grecia e a Dubai.
Tokyo chiude in discesa dello 0,78% a 10.013 punti. Bombay perde lo 0,6%. Chiuse per l'avvio del nuovo anno in Cina Shangai, Hong Kong, Taiwan, Singapore e la Malesia.
Anche Wall Street oggi resta chiusa. .
Sir Green
Forumer storico
Curiosità.......
Ieri 14 febbraio è iniziato il nuovo anno in Cina segna l'inizio all anno della Tigre
La leggenda, infatti, racconta che prima di morire Buddha abbia chiamato a raccolta tutti gli animali della terra, ma che solo dodici si fossero presentati: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la pecora, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale.
Per premiarli della fedeltà Buddha decise di consacrare a ciascuno di loro uno degli anni del ciclo lunare.
Ieri 14 febbraio è iniziato il nuovo anno in Cina segna l'inizio all anno della Tigre
La leggenda, infatti, racconta che prima di morire Buddha abbia chiamato a raccolta tutti gli animali della terra, ma che solo dodici si fossero presentati: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la pecora, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale.
Per premiarli della fedeltà Buddha decise di consacrare a ciascuno di loro uno degli anni del ciclo lunare.
Sir Green
Forumer storico
Due Tigri nella stessa montagna.....
Non ci possono essere due tigri su una montagna, racconta un proverbio di qui, perché l’animale è feroce, rabbioso, appassionato ma soprattutto solitario.
Eppure l’anno lunare che comincia il 14 febbraio e che secondo il calendario tradizionale va sotto questo segno, per una coincidenza veramente astrale unisce una rarissima volta i due capodanni, quello cinese, il chun jie, e quello tibetano, il losar.
Un segno di unione delle due etnie? Forse.
Ma forse anche un segno di guai, perché le due tigri in cima a quella sola montagna lotteranno e una sarà cacciata.
Così, quasi a riprova dei possibili futuri guai il 16, due giorni dopo il capodanno, quando la Cina sarà ancora in festa, mezza addormentata, ebbra per la grappa e le mangiate di ravioli, il presidente americano Barak Obama vedrà a Washington il Dalai Lama, leader tibetano.
Pechino ha ufficialmente per ora abbassato la retorica ufficiale, smettendo le minacce di ritorsioni economiche, avanzate la settimana scorsa, ma rimane estremamente tesa sull’incontro che oggettivamente fornisce un aiuto politico alla causa del Dalai Lama.
Pechino da giorni minaccia e prega che l''incontro alla fine non si faccia, mentre i diplomatici di Washington qui allargano le braccia e spiegano che tutti i capi di stato americani hanno salutato il Dalai Lama e Obama certo non si poteva sottrarre.
Crederci o non crederci a queste ragioni in fondo non fa nessuna differenza per la Cina.
Quello che cambia davvero è sapere che niente di quello che sta per accadere a Washington andrà a infiammare la situazione a Lhasa, dove il ricordo delle violente proteste del marzo 2008 è ancora vivissimo e le forze dell’ordine sono sul piede di guerra per prevenire ogni disordine.
Nel capoluogo tibetano, la polizia di solito già molto presente, sta in questi giorni facendo ampio sfoggio di sé.
Pattuglioni girano di ronda per le strade del centro fino a pomeriggio inoltrato, e se anche passassero inosservati gli slogan patriottici urlati pieni polmoni richiamano tutti alla loro presenza.
Per strada le guardiole sono state trasformate in specie di fortini, mentre gli agenti per strada hanno lasciato le agili ed efficienti mitragliette di ordinanza per sfoderare i vecchi, pesanti e minacciosi fucili AK47.
Gli agenti hanno abbandonato ogni pretesa di discrezione e presidiano anche le entrate di templi e monasteri, davanti a monaci, passanti e suore, come a dire con chiarezza ai potenziali disturbatori: ‘noi siamo qui’.
In una situazione di disordine urbano le armi corte possono essere più utili di quelle lunghe come i fucili.
Ma lo scopo qui non sembra quello di usare le armi, ma di fare paura, farne così tanta per non dovere poi mai rischiare di usarle le armi.
In effetti, la presenza massiccia della polizia irrita i tibetani, e infiamma ulteriormente gli animi.
Ma Pechino pensa di non avere il lusso di valutare specie ora se viene prima l’uovo, irritazione tibetana, o la gallina, minaccia cinese.
Pechino pensa che specie in questi giorni non può permettersi di avere alcun rischio di disordini a Lhasa.
Essi amplificherebbero l’incontro tra Obama e Dalai Lama e darebbero ai due nuova materia di discussione.
Per gli appassionati di astrologia da queste parti l’anno della tigre bianca, maschile e di metallo, quello che comincia domani, è un segno pieno di contraddizioni.
La tigre è in contrasto con l’elemento di metallo e per questo ci saranno problemi, tormenti, quindi può essere un anno sfortunato.
Non ci possono essere due tigri su una montagna, racconta un proverbio di qui, perché l’animale è feroce, rabbioso, appassionato ma soprattutto solitario.
Eppure l’anno lunare che comincia il 14 febbraio e che secondo il calendario tradizionale va sotto questo segno, per una coincidenza veramente astrale unisce una rarissima volta i due capodanni, quello cinese, il chun jie, e quello tibetano, il losar.
Un segno di unione delle due etnie? Forse.
Ma forse anche un segno di guai, perché le due tigri in cima a quella sola montagna lotteranno e una sarà cacciata.
Così, quasi a riprova dei possibili futuri guai il 16, due giorni dopo il capodanno, quando la Cina sarà ancora in festa, mezza addormentata, ebbra per la grappa e le mangiate di ravioli, il presidente americano Barak Obama vedrà a Washington il Dalai Lama, leader tibetano.
Pechino ha ufficialmente per ora abbassato la retorica ufficiale, smettendo le minacce di ritorsioni economiche, avanzate la settimana scorsa, ma rimane estremamente tesa sull’incontro che oggettivamente fornisce un aiuto politico alla causa del Dalai Lama.
Pechino da giorni minaccia e prega che l''incontro alla fine non si faccia, mentre i diplomatici di Washington qui allargano le braccia e spiegano che tutti i capi di stato americani hanno salutato il Dalai Lama e Obama certo non si poteva sottrarre.
Crederci o non crederci a queste ragioni in fondo non fa nessuna differenza per la Cina.
Quello che cambia davvero è sapere che niente di quello che sta per accadere a Washington andrà a infiammare la situazione a Lhasa, dove il ricordo delle violente proteste del marzo 2008 è ancora vivissimo e le forze dell’ordine sono sul piede di guerra per prevenire ogni disordine.
Nel capoluogo tibetano, la polizia di solito già molto presente, sta in questi giorni facendo ampio sfoggio di sé.
Pattuglioni girano di ronda per le strade del centro fino a pomeriggio inoltrato, e se anche passassero inosservati gli slogan patriottici urlati pieni polmoni richiamano tutti alla loro presenza.
Per strada le guardiole sono state trasformate in specie di fortini, mentre gli agenti per strada hanno lasciato le agili ed efficienti mitragliette di ordinanza per sfoderare i vecchi, pesanti e minacciosi fucili AK47.
Gli agenti hanno abbandonato ogni pretesa di discrezione e presidiano anche le entrate di templi e monasteri, davanti a monaci, passanti e suore, come a dire con chiarezza ai potenziali disturbatori: ‘noi siamo qui’.
In una situazione di disordine urbano le armi corte possono essere più utili di quelle lunghe come i fucili.
Ma lo scopo qui non sembra quello di usare le armi, ma di fare paura, farne così tanta per non dovere poi mai rischiare di usarle le armi.
In effetti, la presenza massiccia della polizia irrita i tibetani, e infiamma ulteriormente gli animi.
Ma Pechino pensa di non avere il lusso di valutare specie ora se viene prima l’uovo, irritazione tibetana, o la gallina, minaccia cinese.
Pechino pensa che specie in questi giorni non può permettersi di avere alcun rischio di disordini a Lhasa.
Essi amplificherebbero l’incontro tra Obama e Dalai Lama e darebbero ai due nuova materia di discussione.
Per gli appassionati di astrologia da queste parti l’anno della tigre bianca, maschile e di metallo, quello che comincia domani, è un segno pieno di contraddizioni.
La tigre è in contrasto con l’elemento di metallo e per questo ci saranno problemi, tormenti, quindi può essere un anno sfortunato.
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