ho fatto un sogno.
ho sognato di essere un giovane studente universitario dell'anno 2100 alle prese con l'esame di storia economica.
giunto al capitolo del 21esimo secolo si trova leggere una storia di questo tipo.
il grande crack del 2010 arrivò inaspettato quanto annunciato.
i crolli del 2008 e del 2009 non avevano esaurito i loro effetti con i fallimenti di oltre 130 istituti di credito nel nordamerica, anzi.
quei fallimenti a catena che parevano essere stati calmierati con l'intervento della mano pubblica si rivelarono prodromici a quello che sarebbe poi avvenuto.
le economie occidentali tutte più o meno sfiancate da conti pubblici in disordine e debiti abnormi, in primis gli stati uniti e il regno unito, furono costrette dai disastrosi default di colossi bancari a ricorrere al debito per fare fronte al fantasma di un collasso mondiale della finanza.
all'epoca il sistema finanziario era strettamente interconnesso mentre le autorità di vigilanza erano nazionali e ciascuna con poteri molto limitati e spesso inefficaci.
già nei giorni precedenti il 7 giugno 2010 (data ad capocchiam) c'erano state forti tensioni sui mercati che dopo aver esaurito la spinta al rialzo seguita al minimo del marzo 2009 avevano ritracciato in 50 giorni oltre 6 mesi di rialzi.
alla fine di maggio 2010 i mercati europei avevano subito inoltre vari attacchi speculativi sui timori per le finanze di 5 governi in particolare, definiti con acronimo dispregiativo dalla stampa inglese PIIGS.
In quei giorni si veleggiava nei dintorni di minimi importanti per le borse di mezza europa, fra gli operatori di mercato serpeggiavano timori, pochi giorni prima oltreoceano un episodio chiave.
In pochi minuti i mercati di wall street si ritrovarono a segnare un -9% per effetto di una serie di vendite eseguite da un importante investitore privato americano.
All'epoca dei fatti alla stampa fu imposto da autorità governative degli Stati Uniti di dire che si era trattato di un errore da parte di un operatore, il quale, stando ai giornali di quei giorni, inserì un ordine di vendita e anzichè premere il tasto M (ad indicare million) inserì il tasto B (ad indicare billion).
I mercati di quei giorni frastornati dalle tensioni e dalle perdite continue dei corsi azionari ebbero la capacità di assorbire la notizia come fondata e valida, senza un minimo di lucidità a nessuno fu chiaro che quello che era avvenuto a wall street quel giorno non fu affatto un errore.
Che faccio continuo?

