In risposta, il direttore generale Cura della persona e Welfare di viale Aldo Moro, Luca Baldino,
ha confezionato un poderoso file di 17 pagine contenenti dei dati impressionanti:
1458 pazienti, divisi per provincia e per patologia, con età e numero di ricoveri.
E le diagnosi riscontrate sono davvero quelle più gravi del campo neurologico:
emiplegie, emiparesi, paraplegie, disturbi del sistema nervoso, mieliti, atassia,
emorragie cerebrali, malattie cerebrovascolari e molte altre ancora.
L’articolo era accompagnato da un commento di un medico del settore
che evidenziava come il dato fosse in assoluta controtendenza rispetto all’attesa annuale
e si chiedeva che cosa succederebbe se tutte le regioni fornissero dati come questi.
Anzitutto, perché la ricerca è stata effettuata solo per i pazienti vaccinati?
Semplice: perché, essendo molto probabili le correlazioni di tali patologie
con i vaccini a fronte di numerose segnalazioni ed anche come da bugiardino,
gli eventuali altri casi non sarebbero di interesse riguardo alla tutela della salute pubblica
dopo la somministrazione di massa di una sostanza.
I DATI SONO STATI PRESI SOLO SU QUATTRO OSPEDALI
E dunque, la domanda da porsi è la seguente:
perché c’è stato un aumento così esponenziale di queste malattie?
La prima scrematura sui dati va fatta rispetto a chi è stato ricoverato a seguito di eventi traumatici,
che rappresentano appena un 10% circa, pochissimi.
Ma tutti gli altri?
I dati si riferiscono a quattro centri specialistici del campo neuro riabilitativo:
l’ospedale di Montecatone di Imola, per i pazienti bolognesi,
il San Sebastiano di Correggio,
la Neuroriabilitazione di Reggio Emilia e
il Centro Cardinal Ferrari di Soragna, in provincia di Parma.
Stiamo parlando, dunque, delle riabilitazioni che trattano i cosiddetti pazienti di secondo e terzo livello,
non dei reparti di neurologia ordinari degli ospedali che trattano le fasi acute.
E il dato non può non far sobbalzare.