Vaccino

Immagina la nuova pandemia ... PUOI!

Per oltre trent’anni, Ralph Baric ha studiato e armeggiato con i coronavirus nel suo laboratorio, cercando modi per renderli infettivi e patogeni per gli esseri umani con il presunto obiettivo di sviluppare ANCHE vaccini per contrastarli. Il professor Baric è diventato così, l’autorità preminente sui coronavirus e sulla loro alterazione genetica.
Nella famosa conferenza del 2018, “Immaginare la prossima pandemia influenzale – e prevenirla!
” erano già evidenti questi fatti:

1. I virus chimerici creati in laboratorio erano in grado di replicarsi perfettamente e utilizzare i recettori delle cellule umane per l’ingresso, risultando potenzialmente letali;

2. Il passaggio seriale dei virus attraverso le linee cellulari dei topi avrebbe conferito loro una carica patogena maggiore e ciò era fonte di preoccupazione come risulta dagli scambi epistolari tra Anthony Fauci, Francis Collins e un gruppo di eminenti virologi all'inizio di febbraio 2020;

3. Era nota la fisiopatologia della malattia da “coronavirus emergente”: Baric menziona specificamente i coaguli di sangue e la presenza di citochine nei polmoni. Questo è stato esattamente ciò che è accaduto in una parte della popolazione che si ammalò gravemente di COVID-19;

4. Baric affermava altresì che “lo sviluppo di vaccini per i coronavirus della SARS potrebbe richiedere mesi, anni o decenni. Le tecnologie più recenti potranno ridurre questo tempo di sviluppo, ma tutto sarà poi complicato dalla patologia immunitaria indotta dal vaccino e dal potenziamento o dalla variazione antigenica indotta dal vaccino;

TUTTO PREVISTO!!!

Potete leggere l'articolo completo su:
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Maledetti!!!
 
CITATION CARTELS
Per fare carriera nelle università e accedere ai finanziamenti per la ricerca, e in generale per acquisire autorevolezza, fama e riconoscimento nella "comunità scientifica", il criterio più comune è il numero di pubblicazioni e il numero di citazioni che le proprie pubblicazioni ricevono
Tu quante ne hai ?

. Il primo criterio è ovviamente manipolabile grazie alle autorialità regalate: esiste un vero e proprio commercio di posizioni tra gli autori di studi, che va dal semplice scambio locale di favori tra colleghi fino alla vendita a caro prezzo di autorialità per manoscritti di cui è garantita la pubblicazione sulle più autorevoli riviste internazionali. La letteratura scientifica è ricca di resoconti in proposito. Il numero di citazioni è altrettanto manipolabile ma in maniera più sottile. C'è chi cita se stesso oltre ogni decenza, ma è facile coglierlo con le mani nel sacco grazie ai moderni software di analisi citazionale. Più difficile è identificare le cosiddette reti o cartelli citazionali, ovvero ricercatori che si accordano per citarsi tra di loro così da aumentare i loro parametri bibliometrici. Anche il sistema italiano funziona così: con valori variabili nelle diverse discipline, oggi per diventare professori universitari è necessario avere un certo numero di pubblicazioni in un determinato arco temporale ed è necessario altrettanto avere un certo numero di citazioni in un altro dato arco temporale. E non è una questione di pubblico vs privato. Ad esempio, nell'ambito del finanziamento alla ricerca, sia i fondi ministeriali che quelli da associazioni e fondazioni privati ormai sono tutti erogati con la precondizione che il ricercatore abbia determinati valori bibliometrici, per numero di pubblicazioni, numero di citazioni e spesso anche livello bibliometrico delle riviste dove pubblica. Questo è, piaccia o meno. A scanso di equivoci, il sottoscritto ha indicatori bibliometrici non solo commisurati al ruolo e alla disciplina, bensì che gli consentirebbero di essere commissario di concorso per il reclutamento di altri docenti, posizione per la quale i requisiti sono ulteriormente elevati. E per la quale non mi sono mai candidato né penso mai lo farò. Ma questa è un'altra storia.
Che sente il bisogno di scrivere in un forum e dichiarare che i dati ISTAT sono falsi
abbi coraggio mostra i tuoi TEOREME accettati dalla comunità scientifica
Quindi non dovrebbe essere un problema per te

P.S. sei cosi tanto ignorante nelle scienze tecniche che ti posso DIMOSTRARE che 1+1=3 .... anche se sei un medico
1) a=1 , b=1
2) a=b ... vero o falso ?




Nonostante sia possibile avere un h-index >0 con questi trucchetti, non troviamo il trolletto in classifica...
 
Ora sono i numeri a dirlo.

In attesa che parta il lavoro della Commissione che deve indagare sulla gestione della Pandemia,
se mai comincerà a lavorare sul serio, emergono dati sconcertanti.

Che confermano ciò che in molti sospettavano.

E cioè che le misure adottate dai governi in carica durante il periodo del Covid-19 furono affrettate o addirittura inutili.

E non parliamo solo del protocollo “tachipirina e vigile attesa”, che meriterebbe un articolo a parte.

Ma anche del lockdown e del vaccino obbligatorio per tutti, bambini compresi.

Perché entrambi furono forzati ed evitabili.

E questa non è un’opinione, ma ciò che emerge sui veri numeri delle vittime, sulla loro età e sulle condizioni cliniche pre esistenti.
 
Un rapporto pubblicato nel maggio 2023 indicava come il Covid
fosse responsabile del 73% dell’incremento dei decessi nel 2020.

E le morti per Covid, in quell’anno, furono il 10,5% del totale.

Ma la realtà, spesso, si nasconde dietro ai freddi numeri.

A dare un quadro più veritiero ci ha pensato un esperto, lo statistico Eugenio Florean.

Lo studioso ha analizzato i dati messi a disposizione dall’Istat.

E ha scoperto che il 63% di morti per Covid soffriva di almeno 5 patologie.

Per essere più precisi, fra coloro che non riuscirono a sopravvivere

il 42,5% soffriva di 6 patologie pregresse

e il 20.7% di cinque.

Si tratta di numeri importanti, perché non fosse stato per il Covid
molti di loro sarebbero sopravvissuti nonostante le loro fragilità.

E la loro morte testimonia la pessima gestione dell’emergenza da parte delle autorità.
 
Ma questi numeri confermano anche altro: cioè che a rischiare erano le persone più anziane e i soggetti fragili

Non era necessario rinchiudere tutti in casa.

E nemmeno costringere tutti a vaccinarsi.

I dati sulle fasce d’età, poi, sono clamorosi.

Nel 2020, i decessi di persone fra i 40 e i 44 anni attribuiti al Covid furono 199.

Tutti questi soggetti erano affetti da quattro o cinque patologie pregresse
.

Stesso discorso vale per le persone decedute fra i 35 e i 39 anni.

E via così.

Tutti i soggetti deceduti sotto i 45 anni erano fragili e con una salute già compromessa prima del Covid.

Per completezza, comunque, ricordiamo tutti i numeri.

Fra i 25 e i 29 anni vi furono 25 decessi.

Fra i 15 e i 19 anni, 5.

E sotto i 5 anni, furono solamente 2.

Numeri indiscutibili, che fanno venire i brividi.
 
Ora sono i numeri a dirlo.
Quali ?
Ti devo credere sulla parola
In attesa che parta il lavoro della Commissione che deve indagare sulla gestione della Pandemia,
se mai comincerà a lavorare sul serio, emergono dati sconcertanti.
Quali ? condividi
Che confermano ciò che in molti sospettavano.

E cioè che le misure adottate dai governi in carica durante il periodo del Covid-19 furono affrettate o addirittura inutili.
Tutti i paesi o qualcuno si è allineato al Val pensiero ?
E non parliamo solo del protocollo “tachipirina e vigile attesa”, che meriterebbe un articolo a parte.

Ma anche del lockdown e del vaccino obbligatorio per tutti, bambini compresi.

Perché entrambi furono forzati ed evitabili.

E questa non è un’opinione, ma ciò che emerge sui veri numeri delle vittime, sulla loro età e sulle condizioni cliniche pre esistenti.
Accipicchia hai contatti privilegiati per accedere a dati supersegreti ?
 
Ma questi numeri confermano anche altro: cioè che a rischiare erano le persone più anziane e i soggetti fragili

Non era necessario rinchiudere tutti in casa.

E nemmeno costringere tutti a vaccinarsi.

I dati sulle fasce d’età, poi, sono clamorosi.

Nel 2020, i decessi di persone fra i 40 e i 44 anni attribuiti al Covid furono 199.

Tutti questi soggetti erano affetti da quattro o cinque patologie pregresse
.

Stesso discorso vale per le persone decedute fra i 35 e i 39 anni.

E via così.

Tutti i soggetti deceduti sotto i 45 anni erano fragili e con una salute già compromessa prima del Covid.

Per completezza, comunque, ricordiamo tutti i numeri.

Fra i 25 e i 29 anni vi furono 25 decessi.

Fra i 15 e i 19 anni, 5.

E sotto i 5 anni, furono solamente 2.

Numeri indiscutibili, che fanno venire i brividi.
Quindi la politica vaccinate di solidarietà per INTASARE i reparti ospedalieri è stata inutile?
 
Torniamo ancora una volta sul fatto che i sieri a mRNA sono in parte sperimentali e comunque non testati a sufficienza.

Come dimostra la lunga lista di effetti collaterali riportata dalla stessa Pfizer nei suoi report confidenziali sul suo stesso vaccino.

Ma se c’era una categoria di persone per cui valeva la pena di affrontare un rischio in cambio di un beneficio,
quelli erano gli anziani con fragilità.

Tutti soggetti con comorbilità, come è logico vista l’età avanzata.

Cioè persone già affette da patologie multiple, spesso anche gravi.

Era a loro che dovevano essere riservate le dosi del vaccino, naturalmente se sceglievano di farlo.

Perché erano loro a rischiare.

Sarebbe bastato leggere i numeri, anziché spargere terrore,
silenziare e offendere chiunque tentasse di ragionare sui metodi di cura
e sul resto, per evitare tante inutili sofferenze.

Tanti danni economici e morali.

Tante patologie psicologiche fra i ragazzini a cui sono stati sottratti due anni di vita sociale.


La domanda dunque è una sola: qualcuno risponderà mai di tutto questo?
 
"Uno potrebbe pure chiedersi
che cosa voglia dire essere cittadino italiano in Italia ?

Essere suddito di una classe politica autoreferenziale
(e questo vale per tutti i partiti in parlamento) o cos'altro?

Gandini e Bartolini non fanno che mostrare per l'ennesima volta che il Re è nudo.

Ma ormai abbiamo capito che al Re non gliene frega niente,
perché non esistono alternative politiche
per quanti al momento del voto scelgono l'astensione.

Il Re, per quanto nudo, rebus sic stantibus continua ad essere in una botte di ferro.

Ma non è questione solo di classe politica:
c'è poco da gioire se, quanto a libertà di stampa, l'Italia è risalita dal 58° al 41° posto.

Se la qualità di una democrazia è collegata alla qualità della sua informazione siamo messi molto male.

E la pandemia non ci ha reso migliori.

Ha invece dimostrato quanto la maggior parte degli italiani possa sopportare,
e quanti possano aderire con entusiasmo a qualsiasi istanza repressiva dei diritti individuali.


Già, la pandemia mi ha fatto capire com'è che ai tempi l'Italia diventò fascista."
 

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