Da un’analisi degli emendamenti approvati dalla Commissione che ha licenziato il nuovo testo,
sembra proprio che i rilievi di
Mattarella siano stati tutti accolti.
Come? Cancellando le parti “sgradite” al Colle.
A cominciare dai limiti e dai poteri in fase inquirente.
«L’acquisizione di atti e documenti, che è uno dei compiti della commissione covid,
è limitata a quegli atti che giacciono presso gli inquirenti, se non coperti da indagine»,
ha spiegato Berrino.
In poche parole:
la Commissione può chiedere alla magistratura atti oggetto di indagine,
inerenti alla stagione pandemica e la sua gestione, purché non siano coperti da segreto,
in questo caso non potranno essere acquisiti dalla Bicamerale in quanto coperti da indagine.
Ma è con l’eliminazione di due punti in particolare
che si può vedere l’intervento più significativo per andare incontro ai
desiderata di Mattarella.
Tramite due emendamenti dello stesso Berrino,
sono stati tolti infatti due passaggi inerenti alla legittimità costituzionale di alcuni provvedimenti.
Il primo si trovava nel testo licenziato alla Camera all’
articolo 3 comma 1 lettera t e recitava così:
“Verificare e valutare le misure di contenimento adottate dal Governo nelle fasi iniziali e successive della pandemia,
individuando eventuali obblighi e restrizioni carenti di giustificazione in base ai criteri della ragionevolezza,
della proporzionalità e dell’efficacia, contraddittori o contrastanti con i princìpi costituzionali
e valutando se tali misure fossero fornite di adeguato fondamento scientifico,
anche eventualmente attraverso la valutazione comparativa con la condotta seguita da altri Stati europei
e con i risultati da essi conseguiti».
Nella nuova versione è stato cancellato proprio l’aspetto sul rispetto dei principi costituzionali
(che abbiamo sottolineato in grassetto ndr), quindi, la legittimità costituzionale delle misure contenitive non sarà indagata,
evidentemente perché quei provvedimenti erano già passati alla valutazione del capo dello Stato.
Ciò non toglie che si potrà comunque indagare sulla proporzionalità della risposta politica
di fronte alla diffusione e al contenimento del virus, ma il giudizio che ne uscirà sarà solo politico.
La seconda lettera tolta, questa volta integralmente è la “v” che recitava così:
“Verificare e valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza
e delle relative proroghe nonché dell’utilizzo dello strumento della decretazione d’urgenza”.
Non potremo dunque assistere a indagini sui contestati Dpcm di Conte,
che sono stati lo strumento principale con il quale sono stati imposti
i lockdown,
il green pass,
la DaD
e poi con Draghi la campagna vaccinale di massa.
Tutti provvedimenti imposti
e che hanno limitato fortemente
e compromesso la libertà dei cittadini.