Vaccino

Caro Scrotaioli
Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene


Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene
Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene
Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene
Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene
Dovete smetterla di pensare che lo facciano per il nostro bene
 
Possibile che non ci sia un magistrato che indaghi ?

Stava lavorando come tutti i giorni all’interno dell’azienda Ral Gom Italia di Treviglio, nel Bergamasco,
un’impresa specializzata nello stampaggio di gomma e materie plastiche.

All’improvviso però Barbara Manenti, 46 anni, ha iniziato a sentirsi poco bene.

Le sue condizioni di salute sono rapidamente precipitate,
con la donna che si è di colpo accasciata a terra sotto gli occhi atterriti dei colleghi,
che hanno subito chiamato i soccorsi.

Purtroppo, però, ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile
e nonostante un trasferimento d’urgenza in elicottero a Bergamo,
i medici non hanno potuto fare altro che comunicare ai parenti di Barbara il decesso.
 
“Stavamo insieme da alcuni anni e sabato finalmente avevamo deciso di coronare il nostro sogno,
giurandoci amore eterno e diventano ufficialmente marito e moglie.
Ci siamo recati in Comune, a Vallefoglia, dove abbiamo apposto le firme sul registro dei matrimonio.
È stata una cerimonia intima, alla presenza di un numero ristretto di persone.
Avevamo in programma di organizzare una grande festa, l’anno prossimo, nel mese di maggio”.

“Mara stava bene – ha spiegato Alessandro – quello era il giorno più bello della sua vita
e non la smetteva più di sorridere: non c’era nulla, in lei, che potesse far presagire quello che sarebbe accaduto”.


Soltanto poche ore dopo il malore: i due erano ancora a letto quando Mara ha iniziato a lamentare un malore e ha perso conoscenza.
 
 
 
A prova di idioti, gli utili idioti, che servono sempre :d:




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BUFFONI Capitasse a Voi di aver bisogno.

I governatori - di destra e di sinistra - che vogliono tenere lontani dai pazienti fragili i medici reintegrati

operano una segregazione ideologica inaudita, che è contro la scienza e contro il diritto.

Ormai è accertato che il vaccino non impedisce la trasmissione del virus.

Prima esiliati hanno già "scontato la pena", ora vengono isolati nei loro stessi posti di lavoro:

l'ennesimo insulto alla medicina e al primo articolo della Costituzione.
 
Can Cuyun


Mentre per molti di noi risultano ancora insufficienti le misure dell’attuale governo per tornare alla normalità pre-Covid,
il Gimbe, per bocca del suo presidente Nino Cartabellotta, lancia il suo anatema,
che per i cristiani antichi era l’equivalente di una scomunica contro gli eretici,
nei confronti del governo medesimo, etichettandolo con l’infamante aggettivo di “oscurantista”.


Con l’intento di tornare ai fasti del bollettino quotidiano di una pandemia clinicamente oramai quasi estinta,
questo il passaggio saliente della lunga intemerata di uno dei più mediatici talebani sanitari ai tempi del coronavirus:

“La pubblicazione dei dati a cadenza settimanale rappresenta un ulteriore tassello
della strategia oscurantista del governo nella gestione della pandemia:
dal reintegro anticipato dei sanitari non vaccinati
al ritiro della circolare del ministero della Salute sul piano di preparazione per la stagione autunno-inverno,
al silenzio assordante sulla campagna vaccinale, in particolare sulla somministrazione dei richiami per i più fragili.
Una strategia all’insegna della discontinuità politica che risulta in netto contrasto
con le raccomandazioni delle autorità internazionali di sanità pubblica (Oms e Ecdc)
che invitano tutti i Paesi ad essere preparati e pronti a nuove ondate pandemiche.”


Ora, dopo le mirabolanti balle che lui e tanti altri suoi colleghi ci hanno raccontato negli ultimi tre anni,
sull’efficacia dei lockdown,
sui vaccini che avrebbero impedito i contagi,
sulle mascherine che non hanno modificato in nulla l’andamento della pandemia rispetto a chi non le ha mai rese obbligatorie,
sull’abominevole green pass che non certifica un bel nulla e
sui conteggi farlocchi dei morti, quest’ultimi sempre più contestati dai medici che operano nelle corsie degli ospedali,
bisogna avere una bella faccia tosta per tacciare di oscurantismo un esecutivo che si è permesso,
senza eliminarlo, solo di pubblicare il sinistro bollettino a cadenza settimanale.

Tuttavia, le ragioni della scomposta reazione di Cartabellotta,
che in questo sembra dar voce al mugugno appena trattenuto di tanti altri professionisti del terrore virale, appaiono piuttosto chiare.

Esse segnalano ciò che alcuni di noi hanno compreso fin dagli albori di una tragedia assai più democratica che sanitaria:
avendo trovato il filone aureo di una pandemia inaspettata,
questi personaggi divenuti improvvisamente vere e proprie star della virologia dei salotti televisivi
sarebbero disposti a fare carte false pur di restare sulla cresta dell’onda di una celebrità profumatamente ricompensata.

Un atteggiamento che umanamente possiamo anche comprendere, ma che,
visto il peso che ciò ha avuto nelle decisioni liberticide adottate dai precedenti governi,
andrebbe civilmente, professionalmente e politicamente messo in condizione di non nuocere.

Io spero che il governo Meloni non si faccia intimorire dagli anatemi
di chi continua ad usare una scienza come una clava religiosa dalle verità rivelate
che con la scienza medica, disciplina probabilistica per eccellenza, non sembra proprio avere nulla a che vedere.

Anche perché, in conclusione, con tutti i gravi problemi che il Paese si trova ad affrontare,
ci manca solo di tornare alla psicosi collettiva di una pandemia che attualmente conta poco più di 200 persone
– quasi tutte positive al tampone ma ricoverate per altre gravi patologie – presenti nelle terapie intensive italiane.


Abbiamo già dato, egregio dottor Cartabellotta.
 

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